Testo aggiornato al decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 506
Il Presidente della Repubblica
Visti gli articoli 76 e 87, quinto comma, della Costituzione;
Visto l`articolo 3, commi da 143 a 149 e 151, della legge 23 dicembre 1996,
n. 662, recante delega al Governo per l`emanazione di uno o più decreti
legislativi contenenti disposizioni volte alla istituzione dell`imposta regionale
sulle attività produttive, alla semplificazione degli adempimenti dei
contribuenti con la revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni
dell`imposta sul reddito delle persone fisiche, alla istituzione dell`addizionale
regionale all`imposta sul reddito delle persone fisiche, e al riordino della
disciplina dei tributi locali;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 14 ottobre 1997;
Vista la deliberazione del Presidente del Senato della Repubblica, d`intesa
con il Presidente della Camera dei Deputati, adottata ai sensi dell`articolo
3, comma 15, della citata legge n. 662 del 1996, con la quale è stata
concessa la proroga di venti giorni per l`adozione del parere della Commissione
parlamentare istituita a norma dello stesso articolo 3, comma 13, della legge
n. 662 del 1996;
Considerato che in applicazione del citato articolo 3, comma 16, della legge
n. 662 del 1996, è conseguentemente prorogato di venti giorni il termine
per l`esercizio della delega;
Acquisito il parere della citata Commissione parlamentare;
Acquisito il parere della Conferenza unificata istituita ai sensi del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del
10 dicembre 1997; proposta del Ministro delle finanze, di concerto con i Ministri
del tesoro e del bilancio e della programmazione economica, dell`interno e per
la funzione pubblica e gli affari regionali;
Emana il seguente decreto legislativo:
1. È istituita l`imposta regionale sulle
attività produttive esercitate nel territorio delle regioni.
2. L`imposta ha carattere reale e non è deducibile ai fini delle imposte
sui redditi.
1. Presupposto dell`imposta è l`esercizio
abituale di una attività autonomamente organizzata diretta alla produzione
o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi. L`attività
esercitata dalle società e dagli enti, compresi gli organi e le amministrazioni
dello Stato, costituisce in ogni caso presupposto di imposta.
1. Soggetti passivi dell`imposta sono coloro che
esercitano una o più delle attività di cui all`articolo 2. Pertanto
sono soggetti all`imposta:
a) le società e gli enti di cui all`articolo 87, comma 1, lettere a)
e b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
b) le società in nome collettivo e in accomandita semplice e quelle ad
esse equiparate a norma dell`articolo 5, comma 3, del predetto testo unico,
nonché le persone fisiche esercenti attività commerciali di cui
all`articolo 51 del medesimo testo unico;
c) le persone fisiche, le società semplici e quelle ad esse equiparate
a norma dell`articolo 5, comma 3, del predetto testo unico esercenti arti e
professioni di cui all`articolo 49, comma 1, del medesimo testo unico;
d) i produttori agricoli titolari di reddito agrario di cui all`articolo 29
del predetto testo unico, esclusi quelli con volume di affari annuo non superiore
a cinque o a quindici milioni di lire esonerati dagli adempimenti agli effetti
dell`imposta sul valore aggiunto ai sensi dell`articolo 34, comma 6, del decreto
del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1973, n. 633, come sostituito dall`articolo
5, comma 1, del decreto legislativo 2 settembre 1997, n. 313, sempreché
non abbiano rinunciato all`esonero a norma dell`ultimo periodo del citato comma
6 dell`articolo 34;
e) gli enti privati di cui all`articolo 87, comma 1, lettera c), del citato
testo unico n. 917 del 1986, nonché le società e gli enti di cui
alla lettera d) dello stesso comma;
e-bis) le amministrazioni pubbliche di cui all`articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo 3 febbraio del 1993, n. 29, nonché le amministrazioni della
camera dei deputati, del senato, della corte costituzionale, della presidenza
della repubblica e gli organi legislativi delle regioni a statuto speciale;
2. Non sono soggetti passivi dell`imposta:
a) i fondi comuni di investimento di cui alle leggi 23 marzo 1983, n. 77, 14
agosto 1993, n. 344, e 25 gennaio 1994, n. 86;
b) i fondi pensione di cui al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124;
c) i gruppi economici di interesse europeo (GEIE) di cui al decreto legislativo
23 luglio 1991, n. 240, salvo quanto disposto nell`articolo 13.
1. L`imposta si applica sul valore della produzione
netta derivante dall`attività esercitata nel territorio della regione.
2. Se l`attività è esercitata nel territorio di più regioni
si considera prodotto nel territorio di ciascuna regione il valore della produzione
netta proporzionalmente corrispondente all`ammontare delle retribuzioni spettanti
al personale a qualunque titolo utilizzato, compresi i redditi assimilati a
quelli di lavoro dipendente, i compensi ai collaboratori coordinati e continuativi
e gli utili agli associati in partecipazione di cui all`articolo 11, comma 1,
lettera c), n. 5, addetto, con continuità, a stabilimenti, cantieri,
uffici o basi fisse, operanti per un periodo di tempo non inferiore a tre mesi
nel territorio di ciascuna regione, ovvero per le banche, gli altri enti e società
finanziarie, ad eccezione della Banca d`Italia e dell`Ufficio italiano cambi,
le imprese di assicurazione e le imprese agricole proporzionalmente corrispondente,
rispettivamente, ai depositi in denaro e in titoli VERSO LA CLIENTELA, agli
impieghi o agli ordini eseguiti, ai premi raccolti presso gli uffici e all`estensione
dei terreni, ubicati nel territorio di ciascuna regione. Si considera prodotto
nella regione nel cui territorio il soggetto passivo è domiciliato il
valore della produzione netta derivante dalle attività esercitate nel
territorio di altre regioni senza l`impiego, per almeno tre mesi, di personale.
3. Gli atti generali concernenti l`applicazione delle disposizioni di cui al
comma 2 sono adottati dal Ministero delle finanze, sentita la Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, di seguito denominata:
"Conferenza Stato- regioni".
1. Per i soggetti di cui all`articolo 3, comma
1, lettere a) e b), non esercenti le attività di cui agli articoli 6
e 7, la base imponibile è determinata dalla differenza tra la somma delle
voci classificabili nel valore della produzione di cui al primo comma, lettera
a), dell`articolo 2425 del codice civile e la somma di quelle classificabili
nei costi della produzione di cui alla lettera b) del medesimo comma, ad esclusione
delle perdite su crediti e delle spese per il personale dipendente. Detta disposizione
opera anche per i soggetti non tenuti all`applicazione del citato articolo 2425.
1. Per le banche e gli altri enti e società
finanziari indicati nell`articolo 1 del decreto legislativo 27 gennaio 1992,
n. 87, come modificato dall`articolo 157 del decreto legislativo 1° settembre
1993, n. 385, salvo quanto previsto nei commi 2, 3, 4 e 5 del presente articolo,
la base imponibile è determinata dalla differenza tra la somma:
a) degli interessi attivi e proventi assimilati, b) dei proventi di quote di
partecipazione a fondi comuni di investimento, c) delle commissioni attive,
d) dei profitti da operazioni finanziarie, e) delle riprese di valore su crediti
verso la clientela, f) degli altri proventi di gestione, e la somma, g) degli
interessi passivi e oneri assimilati, h) delle commissioni passive, i) delle
perdite da operazioni finanziarie, l) delle spese amministrative diverse da
quelle inerenti al personale dipendente, m) degli ammortamenti dei beni materiali
e immateriali, n) delle rettifiche di valore su crediti alla clientela, comprese
quelle su crediti impliciti relativi ad operazioni di locazione finanziaria
nonché degli accantonamenti per rischi su crediti, compresi quelli per
interessi di mora, o) degli altri oneri di gestione.
1-bis. Per le società la cui attività consiste, in via esclusiva
o prevalente, nella assunzione di partecipazioni in società esercenti
attività diversa da quella creditizia o finanziaria, iscritte ai sensi
dell`art. 113 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, nell`apposita
sezione dell`elenco generale dei soggetti operanti nel settore finanziario,
la base imponibile si determina applicando i criteri di cui all`art. 5, comma
1, e aggiungendo la differenza tra la somma:
a) dei proventi finanziari, esclusi quelli da partecipazione;
b) dei profitti derivanti dal realizzo di attività finanziarie che non
costituiscono immobilizzazioni;
c) delle rivalutazioni di attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni; e la somma:
d) degli oneri finanziari;
e) delle perdite derivanti dal realizzo di attività finanziarie che non
costituiscono immobilizzazioni;
f) delle svalutazioni di attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni.
2. Per le società di intermediazione mobiliare sono esclusi dai componenti
della base imponibile le riprese e le rettifiche di valore su crediti alla clientela,
i profitti e le perdite da operazioni finanziarie e i proventi di cui alle lettere
e) e n), d) e i) e b) del comma 1; gli interessi attivi e passivi e proventi
e gli oneri assimilati di cui alla lettera a) e g) del medesimo comma rilevano
limitatamente a quelli relativi ad operazioni di riporto e di pronti contro
termine. La disposizione del periodo precedente non si applica alle società
che esercitano attività di negoziazione per conto proprio e di collocamento
di valori mobiliari con assunzione di garanzia per le quali non rilevano soltanto
le riprese e le rettifiche di valore su crediti alla clientela.
3. Per le società di gestione di fondi comuni di investimento si comprendono
tra i componenti della base imponibile soltanto le commissioni attive e passive,
gli altri proventi ed oneri di gestione, le spese amministrative e gli ammortamenti
di cui alle lettere c) e h), f) e o), l) e m) del comma 1.
4. Per le società di investimento a capitale variabile la base imponibile
è determinata dalla differenza tra la somma delle commissioni di sottoscrizione
e la somma delle provvigioni passive a soggetti collocatori, delle spese per
consulenza e pubblicità, dei canoni di locazione immobili, dei costi
per servizi di elaborazione dati, delle spese amministrative diverse da quelle
inerenti al personale dipendente e degli ammortamenti dei beni materiali e immateriali.
5. Per la Banca d`Italia e per l`Ufficio italiano cambi la base imponibile è
determinata con i criteri indicati al comma 1.
5-bis. Per i soggetti di cui al presente articolo concorrono altresì
alla determinazione della base imponibile gli accantonamenti per la cessazione
di rapporti di agenzia.
1. Per le imprese di assicurazione la base imponibile
è determinata dalla differenza tra la somma:
a) dei premi e degli altri proventi tecnici,
b) dei proventi derivanti da investimenti in terreni e fabbricati, da altri
investimenti diversi da quelli costituiti da azioni o quote, da riprese di rettifiche
di valore su investimenti non durevoli, nonché da profitti sul realizzo
di investimenti mobiliari non durevoli, e la somma,
c) delle provvigioni, comprese quelle di incasso, e delle altre spese di acquisizione,
d) degli oneri relativi ai sinistri, comprese le spese di liquidazione,
e) degli oneri di gestione degli investimenti, degli interessi passivi, delle
rettifiche di valore su investimenti non durevoli, nonché delle perdite
sul realizzo di investimenti mobiliari non durevoli,
f) delle variazioni delle riserve tecniche obbligatorie, dei ristorni e partecipazioni
agli utili e degli altri oneri tecnici,
g) dell`ammortamento dei beni materiali e immateriali,
h) delle altre spese amministrative.
2. I componenti positivi e negativi della base imponibile si assumono con riferimento
agli ammontari di competenza dell`esercizio, al netto delle cessioni in riassicurazione
e con esclusione di qualsiasi spesa relativa al personale dipendente.
1. Per i soggetti di cui all`articolo 3, comma
1, lettera c), la base imponibile è determinata dalla differenza tra
l`ammontare dei compensi percepiti e l`ammontare dei costi sostenuti inerenti
alla attività esercitata, compreso l`ammortamento dei beni materiali
e immateriali, esclusi gli interessi passivi e le spese per il personale dipendente.
1. Per i soggetti di cui all`articolo 3, comma
1, lettera d), e per gli esercenti attività di allevamento di animali
di cui all`articolo 78 del testo unico delle imposte dirette, approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, la base imponibile
è determinata dalla differenza tra l`ammontare dei corrispettivi e l`ammontare
degli acquisti destinati alla produzione. Le disposizioni del periodo precedente
si applicano anche per la determinazione della base imponibile relativa alle
attività di agriturismo svolte dai soggetti che si avvalgono, ai fini
delle imposte sui redditi, del regime forfetario di cui all`articolo 5 della
legge 30 dicembre 1991, n. 413.
2. I soggetti di cui al comma 1 hanno facoltà di optare per la determinazione
della base imponibile secondo le norme previste nell`articolo 5. L`opzione deve
essere esercitata nella dichiarazione di cui all`articolo 19 ed ha effetto dall`inizio
del periodo di imposta cui essa si riferisce e fino a quando non è revocata
e in ogni caso per almeno quattro periodi di imposta.
3. Per i soggetti che esercitano attività agricola, diversi da quelli
di cui al comma 1, dalle società e enti di cui all`articolo 3, comma
1, lettera a), e dalle società di cui alla successiva lettera b), la
base imponibile è determinata secondo le disposizioni di cui all`articolo
5, o, ricorrendone le condizioni, comma 3.
1. Per gli enti privati non commerciali di cui
all`articolo 3, comma 1, lettera e) che svolgono esclusivamente attività
non commerciali e in ogni caso per i consorzi di garanzia collettiva fidi di
primo e di secondo grado, anche costituiti sotto forma di società cooperativa
o consortile, previsti dagli articoli 29 e 30 della legge 5 ottobre 1991, n.
317, iscritti nell`apposita sezione dell`elenco previsto dell`articolo 106 del
D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385, la base imponibile è determinata
in un importo pari all`ammontare delle retribuzioni spettanti al personale dipendente,
dei redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente di cui all`articolo 47
del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. 22 dicembre
1986, n. 917, e dei compensi erogati per collaborazione coordinata e continuativa
di cui agli articoli 49, comma 2, lettera a), nonché per attività
di lavoro autonomo non esercitate abitualmente di cui all`articolo 81, comma
1, lettera l), del citato testo unico n. 917 del 1986. Sono in ogni caso escluse
dalla base imponibile le remunerazioni dei sacerdoti e gli assegni ad esse equiparati
di cui all`articolo 47, comma 1, lettera d), del predetto testo unico, nonché
le somme di cui alla lettera c) dello stesso articolo 47 del medesimo testo
unico esenti dall`imposta sul reddito delle persone fisiche relative a borse
di studio o assegni attribuiti fino al 31 dicembre 1999.
2. Se i soggetti di cui al comma 1 esercitano anche attività commerciali
la base imponibile a queste relativa è determinata secondo la disposizione
dell`articolo 5, computando i costi deducibili ivi indicati non specificamente
riferibili alle attività commerciali per un importo corrispondente al
rapporto tra l`ammontare dei ricavi e degli altri proventi considerati dalle
predette disposizioni e l`ammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi.
La base imponibile relativa alle altre attività è determinata
a norma del precedente comma 1, ma l`ammontare degli emolumenti ivi indicati
è ridotto dell`importo di essi specificamente riferibile alle attività
commerciali. Qualora gli emolumenti non siano specificamente riferibili alle
attività commerciali, l`ammontare degli stessi è ridotto di un
importo imputabile alle attività commerciali in base al rapporto indicato
nel primo periodo del presente comma.
3. Abrogato
4. Per gli altri soggetti di cui all`articolo 3, comma 1, lettera e), la base
imponibile è determinata:
a) per le società ed enti commerciali secondo le disposizioni degli articoli
5, 6 e 7 che risultano ad essi applicabili;
b) per le società ed associazioni esercenti arti e professioni secondo
la disposizione dell`articolo 8;
C) Abrogata
5. Ai fini dell`applicazione del presente titolo le attività commerciali
sono quelle considerate tali ai fini delle imposte sui redditi.
1. Per i soggetti di cui all`articolo 3, comma
1, lettera e-bis), la base imponibile è determinata in un importo pari
all`ammontare delle retribuzioni erogate al personale dipendente, dei redditi
assimilati a quelli di lavoro dipendente di cui all`articolo 47 del testo unico
delle imposte sui redditi, approvato con decreto del presidente della repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, e dei compensi erogati per collaborazione coordinata
e continuativa di cui all`articolo 49, comma 2, lettera a), nonché per
attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente di cui all`articolo
81, comma 1, lettera l), del citato testo unico. Sono escluse dalla base imponibile
le somme di cui all`articolo 47, comma 1, lettera c), del medesimo testo unico
esenti dall`imposta sul reddito delle persone fisiche attribuite fino al 31
dicembre 1999. Le disposizioni del presente articolo non si applicano ai soggetti
indicati nel primo periodo qualificati ai fini delle imposte sui redditi quali
enti commerciali in quanto aventi per oggetto esclusivo o principale l`esercizio
di attività commerciale per i quali la base imponibile è determinata
secondo le disposizioni contenute negli articoli precedenti.
2. Se i soggetti di cui al comma 1 esercitano anche attività commerciali,
gli stessi possono optare per la determinazione della base imponibile relativa
a tali attività commerciali secondo le disposizioni dell`articolo 5,
computando i costi deducibili ivi indicati non specificamente riferibili alle
attività commerciali per un importo corrispondente al rapporto tra l`ammontare
dei ricavi e degli altri proventi considerati dalla predetta disposizione e
l`ammontare complessivo di tutte le entrate correnti. La base imponibile relativa
alle altre attività è determinata a norma del precedente comma
1, ma l`ammontare degli emolumenti ivi indicati è ridotto dell`importo
di essi specificamente riferibile alle attività commerciali. Qualora
gli emolumenti non siano specificamente riferibili alle attività commerciali,
l`ammontare degli stessi è ridotto di un importo imputabile alle attività
commerciali in base al rapporto indicato nel primo periodo del presente comma.
Si considerano attività commerciali quelle rilevanti ai fini delle imposte
sui redditi, ovvero, per i soggetti di cui all`articolo 88, comma 1, del testo
unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del presidente della
repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, esclusi dall`imposta sul reddito delle
persone giuridiche, quelle rilevanti ai fini dell`imposta sul valore aggiunto.
1. Nella determinazione della base imponibile:
a) sono ammessi in deduzione i contributi per le assicurazioni obbligatorie
contro gli infortuni sul lavoro e le spese relative agli apprendisti, e, nei
limiti del 70 per cento, le spese per il personale assunto con contratti di
formazione lavoro;
b) non sono ammessi in deduzione:
1) i costi relativi al personale classificabili nell`articolo 2425, primo comma,
lettera b), numeri 9) e 14), del codice civile;
2) i compensi per prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente
di cui all`articolo 81, comma 1, lettera l), del testo unico delle imposte sui
redditi, approvato con decreto del presidente della repubblica 22 dicembre 1986,
n. 917, e le indennità e i rimborsi di cui alla lettera m) del predetto
comma 1;
3) i costi per prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa di cui
all`articolo 49, commi 2, lettera a), e 3, del predetto testo unico delle imposte
sui redditi;
4) i compensi per prestazioni di lavoro assimilato a quello dipendente ai sensi
dell`articolo 47 dello stesso testo unico delle imposte sui redditi;
5) gli utili spettanti agli associati in partecipazione di cui alla lettera
c) del predetto articolo 49, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi;
6) il canone relativo a contratti di locazione finanziaria limitatamente alla
parte riferibile agli interessi passivi determinata secondo le modalità
di calcolo, anche forfetarie, stabilite con decreto del ministro delle finanze.
2. Tra i costi di cui al comma 1, lettera b), vanno, in ogni caso, escluse le
somme erogate a terzi per l`acquisizione di beni e di servizi destinati alla
generalità dei dipendenti e dei collaboratori e quelle erogate ai dipendenti
e collaboratori medesimi a titolo di rimborso analitico di spese sostenute nel
compimento delle loro mansioni lavorative. Gli importi spettanti a titolo di
recupero di oneri di personale distaccato presso terzi non concorrono alla formazione
della base imponibile. Nei confronti del soggetto che impiega il personale distaccato,
tali importi si considerano costi relativi al personale non ammessi in deduzione
ovvero concorrenti alla formazione della base imponibile ai sensi dell`articolo
10, comma 1, e dell`articolo 10-bis, comma 1.
3. Ai fini della determinazione della base imponibile di cui agli articoli 5,
6 e 7 concorrono anche i proventi e gli oneri classificabili fra le voci diverse
da quelle indicate in detti articoli, se correlati a componenti positivi e negativi
del valore della produzione di periodi d`imposta precedenti o successivi e,
in ogni caso, le plusvalenze e le minusvalenze relative a beni strumentali non
derivanti da operazioni di trasferimento di azienda, nonché i contributi
erogati a norma di legge con esclusione di quelli correlati a componenti negativi
non ammessi in deduzione.
4. Indipendentemente dalla collocazione nel conto economico, i componenti positivi
e negativi sono accertati in ragione della loro corretta classificazione.
1. I componenti positivi e negativi che concorrono
alla formazione del valore della produzione, così come determinati ai
sensi degli articoli 5, 6, 7, 8 e 11, si assumono apportando ad essi le variazioni
in aumento o in diminuzione previste ai fini delle imposte sui redditi. Tuttavia,
non si applicano le disposizioni degli articoli 58, 63, e 75, commi 5, seconda
parte, e 5-bis, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto
del presidente della repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e dell`articolo 17,
comma 4, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504. Le erogazioni liberali,
comprese quelle previste dall`articolo 65, comma 2, del predetto testo unico
delle imposte sui redditi, non sono ammesse in deduzione.
2. Ai componenti indicati nel comma 1 vanno aggiunti i ricavi, le plusvalenze
e gli altri componenti positivi di cui agli articoli 53, comma 2, 54, comma
1, lettera d), e 76, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato
con decreto del presidente della repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
1. Nei confronti dei soggetti passivi residenti
nel territorio dello Stato che esercitano attività produttive anche all`estero
la quota di valore a queste attribuibili secondo i criteri di cui all`articolo
4, comma 2, è scomputata dalla base imponibile determinata a norma degli
articoli da 5 A 10-BIS.
2. Nei confronti dei soggetti passivi non residenti nel territorio dello Stato
si considera prodotto nel territorio della regione il valore derivante dall`esercizio
di attività commerciali, di arti o professioni o da attività non
commerciali esercitate nel territorio stesso per un periodo di tempo non inferiore
a tre mesi mediante stabile organizzazione, base fissa o ufficio, ovvero derivante
da imprese agricole esercitate nel territorio stesso. Qualora le suddette attività
o imprese siano esercitate nel territorio di più regioni si applica la
disposizione dell`articolo 4, comma 2.
3. Le persone fisiche e gli altri soggetti passivi si considerano residenti
nel territorio dello Stato quando ricorrono le condizioni, rispettivamente applicabili,
previste negli articoli 2, comma 2, 5, comma 3, lettera d), e 87, comma 3, del
testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Se il soggetto passivo esercita attività
produttive mediante l`utilizzazione di navi iscritte nel registro di cui all`articolo
1, comma 1, del decreto legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni,
dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, la quota di valore a queste attribuibile,
determinata a norma dell`articolo 5, è scomputata dalla base imponibile.
1. Il valore della produzione netta del gruppo
economico di interesse europeo residente, a norma dell`articolo 12, comma 3,
nel territorio dello Stato o di una stabile organizzazione di un gruppo non
residente è determinato secondo le disposizioni dell`articolo 5, ed è
imputato a ciascun membro nella proporzione prevista dal contratto di gruppo
o, in mancanza, in parti uguali. Il valore si considera prodotto, anche nei
confronti di membri non residenti, nel territorio della regione in cui il gruppo
o la stabile organizzazione ha sede, salvo il disposto dell`articolo 4, comma
2.
2. Nei confronti del gruppo residente e di quello non residente relativamente
alla stabile organizzazione nel territorio dello Stato si applicano le disposizioni
degli articoli 19 e 20.
3. Ciascun membro del gruppo è obbligato in solido con gli altri al versamento
dell`imposta dovuta sul valore prodotto.
4. Il gruppo residente e la stabile organizzazione di un gruppo non residente
si considerano domiciliati nel territorio del comune nel quale hanno il domicilio
fiscale ai fini delle imposte sui redditi.
1. L`imposta è dovuta per periodi di imposta
a ciascuno dei quali corrisponde una obbligazione tributaria autonoma. Il periodo
di imposta è determinato secondo i criteri stabiliti ai fini delle imposte
sui redditi.
1. L`imposta è dovuta alla regione nel cui
territorio il valore della produzione netta è realizzato.
1. L`imposta è determinata applicando al
valore della produzione netta l`aliquota del 4,25 per cento, salvo quanto previsto
dal comma 2, nonché nei commi 1 e 2 dell`articolo 45.
2. Nei confronti dei soggetti di cui all`articolo 3, comma 1, lettera e-bis),
relativamente al valore prodotto nell`esercizio di attività non commerciali,
determinato ai sensi dell`articolo 10-bis, si applica l`aliquota dell`8,5 per
cento.
3. A decorrere dal terzo anno successivo a quello di emanazione del presente
decreto, le regioni hanno facoltà di variare l`aliquota di cui al comma
1 fino ad un massimo di un punto percentuale. La variazione può essere
differenziata per settori di attività e per categorie di soggetti passivi.
1. Per i soggetti che alla data di entrata in vigore
del presente decreto hanno acquisito il diritto a fruire di uno dei regimi di
esenzione decennale a carattere territoriale dell`imposta locale sui redditi
nel rispetto delle condizioni e dei requisiti previsti dalle singole leggi di
esonero, il valore prodotto nel territorio della regione ove è ubicato
lo stabilimento o l`impianto cui il regime agevolativo si riferisce, determinato
a norma degli articoli 4 e 5, è ridotto per il residuo periodo di applicabilità
del detto regime di un ammontare pari al reddito che ne avrebbe fruito.
2. Per i soggetti che ai fini delle imposte sui redditi si avvalgono di regimi
forfetari di determinazione del reddito, con esclusione di quelli indicati nell`articolo
9, comma 1, il valore della produzione netta può determinarsi aumentando
il reddito calcolato in base a tali regimi delle retribuzioni sostenute per
il personale dipendente, dei compensi spettanti ai collaboratori coordinati
e continuativi di quelli per prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente,
delle indennità e dei rimborsi di cui all`articolo 81, comma 1, lettera
m), del citato testo unico delle imposte sui redditi e degli interessi passivi.
3. Ai soggetti che svolgono attività produttive attraverso stabilimenti
industriali tecnicamente organizzati impiantati nel territorio del Mezzogiorno,
di cui alla decisione della Commissione delle Comunità europee 1°
marzo 1995, n. 95/455/CE, spetta una detrazione dall`imposta determinata ai
sensi del precedente articolo 10 di ammontare pari, rispettivamente, al 2 per
cento dell`ammontare delle retribuzioni per prestazioni di lavoro dipendente
risultante dalle dichiarazioni presentate ai fini fiscali relative al periodo
di imposta in corso al 1° gennaio 1998 e all`1 per cento per il periodo
di imposta in corso al 1° gennaio 1999, qualora sussistano le condizioni
per l`applicazione delle disposizioni relative alla fiscalizzazione degli oneri
sociali.
4. Per le cooperative edilizie a proprietà indivisa, e, sino al frazionamento
del mutuo, per quelle a proprietà divisa la base imponibile è
determinata ai sensi dell`articolo 10, commi 1 e 2.
5. Per le cooperative sociali di cui all`articolo 1, comma 1, lettera b), della
legge 8 novembre 1991, n. 381, il costo del lavoro delle persone svantaggiate
di cui all`articolo 4 della medesima legge, è deducibile per intero dalla
base imponibile.
6. Per l`anno 1998, le cooperative sociali di cui all`articolo 1, comma 1, lettera
a), della legge 8 novembre 1991, n. 381, nonché le cooperative di lavoro
e gli organismi di fatto di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30
aprile 1970, n. 602, deducono dalla base imponibile una somma pari alla differenza
tra l`ammontare delle retribuzioni effettivamente corrisposte
1. Il comma 210 dell`articolo 2 della legge 23
dicembre 1996, n. 662, è sostituito dal seguente:
"210. Per le iniziative produttive intraprese, a decorrere dal 1° gennaio
1997, nei territori di cui all`articolo 1, comma 1 lettera a), del decreto-legge
8 febbraio 1995, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 aprile
1995, n. 104, è riconosciuto, per l`anno di inizio di attività
e per i due successivi, un credito di imposta pari, per ciascun anno, al 50
per cento dell`imposta sul reddito delle persone fisiche sui redditi riferibili
proporzionalmente al reddito di impresa o derivante dall`esercizio di arti o
professioni dell`anno cui compete; il credito è utilizzato per il versamento
della detta imposta e non può essere superiore, per ciascun anno, a lire
5 milioni. Per le stesse iniziative è concessa per i medesimi periodi
di imposta la riduzione al 50 per cento dell`imposta regionale sulle attività
produttive; la riduzione non può essere superiore a 5 milioni dell`imposta
dovuta per ciascun anno. Per le iniziative produttive intraprese nelle aree
territoriali di cui all`obiettivo 1 del regolamento CEE n. 2052/88, le predette
disposizioni si applicano per l`anno di inizio di attività e per i cinque
successivi".
1-bis. Resta ferma, in relazione al periodo d`imposta 1997, la spettanza del
credito d`imposta agli effetti dell`imposta locale sui redditi e dell`imposta
sul patrimonio netto delle imprese prevista dal comma 210 dell`articolo 2 della
legge 23 dicembre 1996, n. 662, nel testo vigente prima delle modifiche recate
dal precedente comma 1.
2. Con le leggi regionali di cui all`articolo 24, possono essere aumentati la
percentuale e l`importo massimo della riduzione dell`imposta regionale sulle
attività produttive di cui al comma 1.
1. Ogni soggetto passivo deve dichiarare per ogni
periodo di imposta i componenti del valore, ancorché non ne consegua
un debito di imposta.
1-bis. Per i soggetti di cui all`articolo 3, comma 1, lettera e-bis), la dichiarazione
è presentata dai soggetti che emettono i provvedimenti autorizzativi
dei versamenti dell`imposta regionale sulle attività produttive.
2. La dichiarazione deve essere redatta, a pena di nullità, su stampato
conforme a quello approvato con decreto del Ministro delle finanze da pubblicare
nella Gazzetta Ufficiale nel termine di cui all`articolo 8, primo comma, primo
periodo, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600,
come sostituito dall`articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 9 luglio 1997,
n. 241.
3. La dichiarazione deve essere sottoscritta, a pena di nullità, dal
soggetto passivo o da chi ne ha la rappresentanza legale o negoziale o, in mancanza,
per i soggetti diversi dalle persone fisiche, da chi ne ha l`amministrazione
anche di fatto. Per gli organi e le amministrazioni dello Stato la dichiarazione
è sottoscritta dal dirigente competente secondo le rispettive norme regolamentari.
La nullità è sanata se il soggetto passivo o il suo rappresentante
provvede alla sottoscrizione entro trenta giorni dal ricevimento dell`invito
da parte dell`ufficio competente. L`invito è eseguito mediante invio
di raccomandata con avviso di ricevimento.
4. Con il decreto del Ministro delle finanze di cui al comma 2 possono essere
richiesti dati e notizie utili alla determinazione del valore della produzione
netta e indicati gli atti da allegare alla dichiarazione a cura del contribuente.
5. La dichiarazione è presentata con le modalità di cui all`articolo
12 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, come
sostituito dall`articolo 7 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241. I
soggetti non tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi presentano
la dichiarazione ai fini dell`imposta regionale, con le medesime modalità,
entro sei mesi dalla fine del periodo di imposta.
6. Nei casi di liquidazione, fallimento, liquidazione coatta amministrativa,
trasformazione, fusione e scissione di imprese individuali, società ed
enti di cui agli articoli 10 e 11 del decreto del Presidente della Repubblica
29 settembre 1973, n. 600, si osservano le disposizioni ivi previste, con esclusione
dei commi secondo e terzo dell`articolo 10 se nelle procedure fallimentare e
di liquidazione coatta non vi è esercizio provvisorio dell`impresa.
1. Ai fini dell`imposta di cui al presente titolo
i soggetti passivi devono osservare gli obblighi documentali e contabili ai
quali sono tenuti ai fini delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto.
1. Ogni soggetto passivo si considera domiciliato
nel comune nel quale ha il domicilio fiscale secondo le disposizioni previste
dal decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
1. Le controversie concernenti l`imposta regionale
sulle attività produttive e la relativa addizionale e le sanzioni sono
soggette alla giurisdizione delle Commissioni tributarie secondo le disposizioni
del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546.
1. L`Amministrazione finanziaria trasmette a ciascuna
regione, con sistemi telematici o mediante supporti magnetici, le informazioni
relative alle dichiarazioni presentate dai soggetti passivi.
2. Gli elementi acquisiti nel corso dell`attività di controllo dagli
uffici dell`Amministrazione finanziaria, dal Corpo della Guardia di finanza
e dagli organi regionali sono direttamente utilizzabili, rispettivamente, per
l`accertamento dell`imposta regionale e dei tributi erariali.
3. Con decreto del Ministro delle finanze, sentita la Conferenza Stato-Regioni,
sono stabilite le modalità di collegamento degli uffici regionali con
il sistema informativo dell`anagrafe tributaria e di utilizzazione dei relativi
servizi anche ai fini dello scambio di informazioni di interesse fiscale.
1. Le regioni a statuto ordinario possono disciplinare,
con legge, nel rispetto dei principi in materia di imposte sul reddito e di
quelli recati dal presente titolo, le procedure applicative dell`imposta, ferme
restando le disposizioni degli articoli 19, da 21 a 23, e da 32 a 35.
2. Le regioni a statuto speciale e le provincie autonome di Trento e Bolzano
provvedono, con legge, alla attuazione delle disposizioni del presente titolo
in conformità delle disposizioni della legge 23 dicembre 1996, n. 662,
articolo 3, commi 158 e 159.
3. L`accertamento delle violazioni alle norme del presente titolo compete alle
amministrazioni regionali.
4. Le leggi di cui ai commi 1 e 2 possono prevedere la stipula di convenzioni
con il Ministero delle finanze per l`espletamento, in tutto o in parte, delle
attività di liquidazione, accertamento e riscossione dell`imposta, nonché
per le attività concernenti il relativo contenzioso, secondo le disposizioni
in materia di imposte sui redditi.
5. Gli uffici dell`amministrazione finanziaria ed i comandi della Guardia di
finanza cooperano per l`acquisizione ed il reperimento degli elementi utili
per l`accertamento dell`imposta e per la repressione delle violazioni alle norme
del presente titolo, procedendo anche di propria iniziativa secondo le norme
e con le facoltà stabilite dalle singole leggi regionali o, in loro mancanza,
secondo le facoltà loro attribuite dalla normativa tributaria statale,
trasmettendo agli uffici regionali i relativi verbali e rapporti.
6. Le leggi di cui ai commi 1 e 2 non possono avere effetto anteriore al periodo
di imposta in corso al 1° gennaio 2000.
7. Con decreto del Ministro delle finanze da emanare ai sensi dell`articolo
17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, d`intesa con la Conferenza
Stato-Regioni, sono stabiliti gli organi competenti all`irrogazione delle sanzioni
e le modalità di ripartizione delle somme riscosse in caso di concorso
formale e di violazioni continuate rilevanti ai fini dell`imposta regionale
e di altri tributi.
1. Fino a quando non hanno effetto le leggi regionali
di cui all`articolo 24, per le attività di controllo e rettifica della
dichiarazione, per l`accertamento e per la riscossione dell`imposta regionale,
nonché per il relativo contenzioso si applicano le disposizioni in materia
di imposte sui redditi ad eccezione degli articoli 38, commi dal quarto al settimo,
44 e 45 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
2. Le regioni, le provincie, e i comuni partecipano all`attività di cui
al comma 1 segnalando elementi e notizie utili, collaborando, eventualmente
anche tramite le apposite commissioni paritetiche di cui al terzo periodo, con
osservazioni e proposte alla predisposizione dei programmi di accertamento degli
uffici dell`Amministrazione finanziaria. Le modalità di attuazione di
questa disposizione sono stabilite con decreto del Ministro delle finanze, d`intesa
con la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n.
281, da emanare a norma dell`articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
Con il medesimo decreto possono essere istituite e disciplinate commissioni
paritetiche per la stesura di programmi di accertamento.
1. è attribuita allo Stato una quota del
gettito dell`imposta regionale sulle attività produttive riscosso in
ciascuna regione a compensazione dei costi sostenuti per lo svolgimento delle
attività di cui all`articolo 25, comma 1. La disposizione del primo periodo
si applica fino all`anno precedente a quello dal quale ha effetto la legge regionale
di cui all`articolo 24, regolatrice delle dette attività.
2. è altresì attribuita allo Stato una ulteriore quota del gettito
di cui al comma 1 a compensazione della perdita di gettito derivante dall`abolizione
dell`imposta sul patrimonio netto delle imprese. La quota è determinata
in un ammontare pari al gettito della predetta imposta riscosso nell`ultimo
periodo di imposta nel quale essa è stata applicata. Questa disposizione
si applica limitatamente al gettito dell`imposta regionale sulle attività
produttive relativo al primo periodo di imposta della sua applicazione e al
successivo.
3. Con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del tesoro,
del bilancio e della programmazione economica, d`intesa con la Conferenza Stato-Regioni,
è determinata la quota di cui al comma 1 e le relative modalità
di attribuzione. Con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con il
Ministro del tesoro, sentita la Conferenza Stato-Regioni, è determinata
la quota di cui al comma 2 e le relative modalità di attribuzione.
1. A decorrere dall`anno di entrata in vigore del
presente decreto le regioni devolvono ad ogni comune e ad ogni provincia del
proprio territorio una quota del gettito della imposta regionale sulle attività
produttive pari, per il comune, al gettito riscosso nel 1997 per tasse di concessione
comunale e per imposta comunale per l`esercizio di impresa, arti e professioni,
al netto della quota di spettanza della provincia, e, per la provincia, all`ammontare
di questa quota al lordo di quella spettante allo Stato a norma dell`articolo
6 del decreto-legge 2 marzo 1989, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla
legge 24 aprile 1989, n. 144.
2. Gli importi dovuti ai comuni e alle provincie a norma del comma 1 sono ad
essi versati dalle regioni nel mese di luglio di ciascun anno. Nel primo anno
tali importi sono commisurati all`ammontare del gettito riscosso nel 1996 risultante
dai relativi rendiconti consuntivi, salvo conguaglio, da effettuare nell`anno
successivo con gli importi dovuti per tale anno, in base alle risultanze dei
rendiconti per l`anno 1997. Gli importi dovuti sono determinati da ciascuna
regione che, previa acquisizione delle informazioni necessarie, ne dà
comunicazione ai comuni e alle provincie entro il 30 giugno del primo anno e
del successivo. Gli importi comunicati costituiscono per le Regioni somme a
destinazione vincolata. A decorrere dall`anno 1999, i predetti importi sono
incrementati annualmente in misura pari al tasso programmato di inflazione indicato
nella relazione previsionale e programmatica.
3. L`importo corrispondente alla quota spettante allo Stato di cui al comma
1, determinato a norma del comma 2, è versato nei termini quivi indicati
dalle provincie allo Stato per le finalità di cui all`articolo 1-bis
del decreto-legge 25 novembre 1996, n. 599, convertito, con modificazioni, dalla
legge 24 gennaio 1997, n. 5, secondo le vigenti disposizioni per il versamento
della suddetta quota.
4. Le regioni possono attribuire alle provincie e ai comuni quote di compartecipazione
al gettito dell`imposta regionale sulle attività produttive anche al
fine di finanziare le funzioni ad essi delegate, secondo criteri stabiliti con
propria legge.
5. abrogato
6. Le regioni Friuli Venezia-Giulia e Valle d`Aosta e le provincie autonome
di Trento e Bolzano, nell`esercizio dei poteri in materia di finanza locale,
provvedono alla disciplina dei rapporti finanziari con gli enti locali, assicurando
agli stessi le risorse finanziarie per compensare gli effetti finanziari negativi
conseguenti all`attuazione del presente decreto.
Abrogato
1. Le regioni, nell`attribuire alle città
metropolitane le funzioni amministrative di competenza provinciale o affidate
ai comuni, a norma dell`articolo 19 della legge 8 giugno 1990, n. 142, provvedono
ad assegnare alle stesse quote del gettito di tributi regionali.
1. Fino a quando non hanno effetto le leggi regionali
di cui all`articolo 24, per la riscossione dell`imposta si applicano le disposizioni
dei commi seguenti.
2. L`imposta dovuta a ciascuna regione in base alla dichiarazione è riscossa
mediante versamento del soggetto passivo da eseguire con le modalità
e nei termini stabiliti per le imposte sui redditi.
3. Nel periodo di imposta per il quale la dichiarazione deve essere presentata
sono dovuti acconti dell`imposta ad esso relativa secondo le disposizioni previste
per le imposte sui redditi. Gli acconti sono versati con le modalità
e nei termini per queste stabiliti.
4. L`imposta risultante dalle dichiarazioni annuali non è dovuta o, se
il saldo è negativo, non è rimborsabile, se i relativi importi
spettanti a ciascuna regione non superano lire 20.000; per lo stesso importo,
non si fa luogo, ad iscrizione nei ruoli, né a rimborso. Con le leggi
regionali di cui all`articolo 24 il predetto importo può essere adeguato.
5. In deroga alla disposizione del comma 2 i soggetti che determinano la base
imponibile ai sensi dell`articolo 10-bis), comma 1, versano l`acconto mensilmente,
con le modalità e nei termini stabiliti con decreto del ministro delle
finanze, di concerto con il ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione
economica, sentita la conferenza stato-regioni, in un importo pari a quello
risultante dall`applicazione dell`aliquota prevista nell`articolo 16, comma
2, all`ammontare degli emolumenti ivi indicati corrisposti nel mese precedente.
Qualora l`ammontare dell`imposta dovuta a ciascuna regione sia pari o inferiore
a lire 20.000, l`obbligo di versamento rimane sospeso fino alla scadenza successiva
per la quale la somma complessiva da versare sia almeno pari al predetto importo.
6. La riscossione coattiva dell`imposta avviene mediante ruolo sulla base delle
disposizioni che regolano la riscossione coattiva delle imposte sui redditi,
mediante ruoli affidati ai concessionari senza l`obbligo del non riscosso.
7. Per lo svolgimento di attività di pagamento e riscossione dell`imposta,
le banche sono remunerate in conformità a quanto previsto dalle convenzioni
di cui agli articoli 19, comma 5, e 24, comma 8, del decreto legislativo 9 luglio
1997, n. 241, mentre per i concessionari si applicano le disposizioni di cui
all`articolo 61 del decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988,
n. 43.
1. Per il primo periodo di imposta nel quale, a
norma degli articoli 36 e 37, l`imposta è applicabile, l`acconto di cui
all`articolo 30, comma 3, da versare in due rate di pari importo, è pari
al 120 per cento della imposta figurativa liquidabile sul valore della produzione
netta realizzato nel periodo di imposta precedente, determinato secondo le disposizioni
degli articoli da 4 a 11 e risultante da un apposito prospetto redatto su stampato
conforme al modello approvato con decreto del Ministro delle finanze da allegare
alla prima dichiarazione dei redditi da presentare a decorrere dalla data di
entrata in vigore del presente decreto ovvero, per i soggetti non tenuti alla
presentazione di essa, risultante da apposita dichiarazione, redatta e sottoscritta
a norma dell`articolo 19, da presentare nel mese di giugno dell`anno di entrata
in vigore del presente decreto. Gli omessi o insufficienti versamenti dell`imposta
relativi al primo periodo di applicazione della stessa, i cui termini sono scaduti
alla data del 30 ottobre 1998, possono essere regolarizzati entro il termine
di scadenza del primo versamento dell`imposta da effettuare successivamente
alla predetta data applicando gli interessi calcolati al tasso legale con maturazione
giorno per giorno. Gli omessi o insufficienti versamenti dell`imposta relativi
al primo periodo di applicazione della stessa, i cui termini sono scaduti alla
data del 30 ottobre 1998, possono essere regolarizzati entro il termine di scadenza
del primo versamento dell`imposta da effettuare successivamente alla predetta
data applicando gli interessi calcolati al tasso legale con maturazione giorno
per giorno.
1. Nel caso di omessa presentazione della dichiarazione,
si applica la sanzione amministrativa dal centoventi al duecentoquaranta per
cento dell`ammontare dell`imposta dovuta, con un minimo di lire cinquecentomila.
Se non è dovuta imposta, si applica la sanzione da lire cinquecentomila
a lire due milioni.
2. Se nella dichiarazione è indicato un imponibile inferiore a quello
accertato o, comunque, un`imposta inferiore a quella dovuta, si applica la sanzione
amministrativa da una a due volte l`ammontare della maggiore imposta dovuta.
3. Per maggiore imposta si intende la differenza tra l`ammontare del tributo
liquidato in base all`accertamento e quello liquidabile in base alla dichiarazione
ai sensi degli articoli 36-bis e 36-ter del decreto del Presidente della Repubblica
29 settembre 1973, n. 600, come sostituiti dall`articolo 13, comma 1, del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
1. Fuori dai casi previsti nell`articolo 32 se
la dichiarazione non è redatta in conformità al modello approvato
dal Ministro delle finanze ovvero in essa sono omessi o non sono indicati in
maniera esatta e completa dati rilevanti per l`individuazione del contribuente
e, se diverso da persona fisica, del suo rappresentante, nonché per la
determinazione del tributo, oppure non è indicato in maniera esatta e
completa ogni altro elemento prescritto per il compimento dei controlli, si
applica la sanzione amministrativa da lire cinquecentomila a lire quattro milioni.
2. Identica sanzione si applica nei casi di mancanza o incompletezza degli atti
e documenti dei quali è prescritta l`allegazione alla dichiarazione o
l`esibizione all`ufficio.
1. In caso di ritardato o omesso versamento dell`imposta,
in acconto o a saldo, o di versamento in misura inferiore a quella dovuta, si
applica la sanzione amministrativa pari al trenta per cento dell`imposta non
versata. Identica sanzione si applica nei casi di liquidazione della maggiore
imposta ai sensi degli articoli 36-bis e 36-ter del decreto del Presidente della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, come sostituiti dall`articolo 13, comma
1, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
2. Sugli importi non versati o versati in ritardo sono dovuti gli interessi
a norma dell`articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre
1973, n. 602.
1. Per le violazioni degli obblighi relativi alla
tenuta o conservazione della contabilità si applicano le sanzioni previste
in materia di imposte dirette e di imposta sul valore aggiunto.
1. Salvo quanto disposto dall`articolo 37, l`imposta
regionale sulle attività produttive si applica a decorrere dalla data
di entrata in vigore del presente decreto e dalla medesima data sono aboliti:
a) i contributi per il servizio sanitario nazionale di cui all`articolo 31 della
legge 28 febbraio 1986, n. 41, come da ultimo modificato dall`articolo 4 della
legge 22 marzo 1995, n. 85, il contributo dello 0,2 per cento di cui all`articolo
1, terzo comma, della legge 31 dicembre 1961, n. 1443, e all`articolo 20, ultimo
comma, della legge 12 agosto 1962, n. 1338, e la quota di contributo per l`assicurazione
obbligatoria contro la tubercolosi eccedente quella prevista per il finanziamento
delle prestazioni economiche della predetta assicurazione di cui all`articolo
27 della legge 9 marzo 1989, n. 88;
b) l`imposta locale sui redditi di cui al titolo III del testo unico delle imposte
sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917;
c) l`imposta comunale per l`esercizio di imprese e di arti e professioni, di
cui al titolo I del decreto-legge 2 marzo 1989, n. 66, convertito, con modificazioni,
dalla legge 24 aprile 1989, n. 144;
d) la tassa sulla concessione governativa per l`attribuzione del numero di partita
IVA, di cui all`articolo 24 della tariffa allegata al decreto del Presidente
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641, come sostituita dal decreto del Ministro
delle finanze 28 dicembre 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del
30 dicembre 1995;
e) l`imposta sul patrimonio netto delle imprese, istituita con decreto-legge
30 settembre 1992, n. 394, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 novembre
1992, n. 461.
2. I versamenti relativi ai tributi e ai contributi aboliti indicati nel comma
1, i cui presupposti di imposizione si verificano anteriormente alla data dalla
quale, nei confronti dei singoli soggetti passivi, ha effetto la loro abolizione,
sono effettuati anche successivamente a tale data.
1. Nei confronti dei soggetti il cui periodo di
imposta non coincide con l`anno solare l`applicazione dell`imposta regionale
sulle attività produttive e l`abolizione dei contributi e dei tributi
indicati nell`articolo 36, comma 1, lettere a), b) ed e), hanno effetto dal
primo periodo di imposta che ha inizio successivamente alla data di entrata
in vigore del presente decreto.
2. In deroga a quanto disposto nel comma 1 per i soggetti ivi indicati il cui
periodo di imposta è in corso alla data di entrata in vigore del presente
decreto ed è iniziato dopo il 30 settembre dell`anno precedente, l`applicazione
dell`imposta regionale sulle attività produttive e l`abolizione dei contributi
e tributi indicati nel medesimo comma 1 hanno effetto dalla data di inizio del
predetto periodo.
3. I soggetti di cui al comma 2 possono scomputare dall`acconto di cui all`articolo
31 i dodicesimi dell`imposta e della tassa di cui all`articolo 36, comma 1,
lettere c) e d), dovute per l`anno precedente a quello di entrata in vigore
del presente decreto e relativi ai mesi interi compresi tra la data dalla quale
ha effetto nei loro confronti, a norma del medesimo comma 2, l`abolizione dei
predetti tributi e quella di entrata in vigore del presente decreto, nonché
l`importo dei contributi di cui alla lettera a) del medesimo comma dell`articolo
36 eventualmente versati con riferimento ai predetti mesi. Non si fa luogo in
ogni caso al rimborso degli importi non scomputati.
1. Al fine della determinazione del Fondo sanitario
nazionale di parte corrente e delle specifiche quote da assegnare alle regioni
si considera come dotazione propria delle medesime il gettito dell`addizionale
regionale all`imposta sul reddito delle persone fisiche prevista dall`articolo
50, ed il 90 per cento del gettito, ricalcolato sulla base delle aliquote di
cui all`articolo 16, comma 1 e 2, dell`imposta regionale sulle attività
produttive al netto delle quote attribuite allo Stato di cui all`articolo 26.
2. I contributi per il Servizio sanitario nazionale riscossi nell`anno di entrata
in vigore del presente decreto relativi a presupposti di imposizione verificatisi
anteriormente costituiscono per il medesimo anno dotazione propria delle regioni
ai fini della determinazione delle quote di Fondo sanitario nazionale di parte
corrente da assegnare alle stesse.
3. A decorrere dal 1998, la partecipazione delle regioni Sicilia e Sardegna
al finanziamento del Servizio sanitario nazionale stabilita dall`articolo 12,
comma 9, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, come da ultimo modificato dall`articolo
1, comma 143, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, è commisurata alle
risorse provenienti dal Fondo sanitario nazionale e dai gettiti di cui ai commi
1 e 2.
1. Il CIPE su proposta del Ministro della sanità,
d`intesa con la Conferenza Stato-Regioni, delibera annualmente l`assegnazione
in favore delle regioni, a titolo di acconto, delle quote del Fondo sanitario
nazionale di parte corrente, tenuto conto dell`importo complessivo presunto
del gettito dell`addizionale all`imposta sul reddito delle persone fisiche di
cui all`articolo 50 e della quota del gettito dell`imposta regionale sulle attività
produttive, di cui all`articolo 38, comma 1, stimati per ciascuna regione. Il
CIPE con le predette modalità provvede entro il mese di febbraio dell`anno
successivo all`assegnazione definitiva in favore delle regioni delle quote del
Fondo sanitario nazionale, parte corrente, ad esse effettivamente spettanti.
Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, è
autorizzato a procedere alle risultanti compensazioni a valere sulle quote del
Fondo sanitario nazionale, parte corrente, erogate per il medesimo anno.
2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, è
autorizzato a concedere alle regioni e alle province autonome di Trento e di
Bolzano anticipazioni mensili da accreditare ai conti correnti di cui all`articolo
40, comma 1, in essere presso la tesoreria centrale dello Stato, nei limiti
di un dodicesimo dell`importo complessivo presunto del gettito dell`addizionale
e della quota di imposta di cui al comma 1, alle stesse attribuiti nonché
delle quote del Fondo sanitario nazionale di parte corrente deliberate dal CIPE,
in favore delle medesime regioni, in ciascun anno; nelle more della deliberazione
del CIPE le predette anticipazioni mensili sono commisurate all`importo complessivo
presunto dei gettiti dell`addizionale e della quota d`imposta predetti, ovvero
limitatamente all`anno 1998 all`importo complessivo presunto dei contributi
sanitari e delle quote del Fondo sanitario nazionale relativi all`anno precedente.
3. Alla copertura dell`eventuale differenza tra l`ammontare dei gettiti di cui
al comma 1 previsti in sede di riparto del Fondo sanitario nazionale e quello
effettivamente riscosso dalle regioni si provvede mediante specifica integrazione
del Fondo sanitario nazionale quantificata dalla legge finanziaria.
4. Per le finalità di cui ai commi 1, 2 e 3 si tiene conto, per l`anno
di entrata in vigore del presente decreto, dei contributi di cui al comma 2
dell`articolo 38.
5. Sono abrogati i commi 15, 17 e 19 dell`articolo 11 del decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 502.
1. Ai fini del versamento dell`imposta regionale
sulle attività produttive e dell`addizionale regionale all`imposta sul
reddito delle persone fisiche di cui all`articolo 50 alle regioni, sono istituiti
presso la tesoreria centrale dello Stato specifici conti correnti infruttiferi
intestati alle regioni e alle provincie autonome di Trento e Bolzano e, presso
le sezioni di tesoreria provinciale dello Stato operanti nei capoluoghi di regione
e nelle predette provincie autonome, specifiche contabilità speciali
di girofondi intestate alle stesse regioni e provincie autonome.
2. Con decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione
economica, di concerto con il Ministro delle finanze, sentita la Conferenza
Stato-Regioni, sono stabilite le modalità di riversamento delle somme
riscosse sui conti di cui al comma 1.
3. Al fine del versamento dell`imposta regionale sulle attività produttive
e dell`addizionale regionale all`imposta sul reddito delle persone fisiche di
cui all`articolo 50 non si applica il secondo comma dell`articolo 63 del regio
decreto 18 novembre 1923, n. 2440.
1. Per le regioni a statuto ordinario le eccedenze
annuali di risorse finanziarie sono costituite dalla differenza tra il gettito
dell`imposta regionale sulle attività produttive, al netto della quota
destinata al finanziamento dell`assistenza sanitaria, e l`ammontare delle quote
di cui agli articoli 26 e 27 e delle spettanze a titolo di fondo perequativo
determinate in applicazione dell`articolo 3, commi 2 e 3, della L. 28 dicembre
1995, n. 549.
2. Per le regioni a statuto speciale che accedono al Fondo sanitario nazionale
le eccedenze annuali di risorse finanziarie sono costituite dalla differenza
tra il gettito dell`imposta regionale sulle attività produttive, al netto
della quota destinata alla sanità e di quelle di cui agli articoli 26
e 27, e l`ammontare delle compartecipazioni ai tributi erariali soppressi, convenzionalmente
incrementati del tasso di crescita del prodotto interno lordo per il 1998 e
1999, e tenendo anche conto degli effetti indiretti derivanti dall`ampliamento
delle basi imponibili degli altri tributi compartecipati.
3. Per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano
che non accedono al Fondo sanitario nazionale le eccedenze annuali di risorse
finanziarie sono determinate sottraendo dall`ammontare del gettito dell`imposta
regionale sulle attività produttive, al netto delle quote di cui agli
articoli 26 e 27, dell`addizionale regionale all`imposta sul reddito delle persone
fisiche di cui all`articolo 50 e, limitatamente al 1998, dei contributi sanitari
di cui all`articolo 38, comma 2, l`ammontare dei contributi sanitari riscossi
nell`anno 1997, convenzionalmente aumentati del tasso di crescita del prodotto
interno lordo per il 1998 e 1999, nonché l`ammontare delle compartecipazioni
ai tributi erariali soppressi, anch`essi convenzionalmente incrementati del
tasso di crescita del prodotto interno lordo per il 1998 e 1999, e tenendo conto
degli effetti indiretti derivanti dall`ampliamento delle basi imponibili degli
altri tributi compartecipati.
3-bis. Per gettito dell`imposta regionale sulle attività produttive di
cui ai commi precedenti s`intende quello ricalcolato sulla base delle aliquote
di cui all`articolo 16, commi 1 e 2.
1. A decorrere dall`anno 1999, il Fondo perequativo
di cui all`articolo 3, comma 2, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, è
soppresso.
2. A partire dall`esercizio 1998 è istituito nello stato di previsione
del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica un fondo
di compensazione interregionale alimentato dalle eccedenze finanziarie realizzate
dalle regioni a statuto ordinario, secondo quanto previsto dall`articolo 41,
comma 1; tali eccedenze sono destinate, nei limiti delle occorrenze finanziarie,
in favore delle regioni che presentano una perdita di entrata. In caso di insufficienza
del fondo si provvede con risorse a carico del bilancio dello Stato.
3. Il Fondo di compensazione interregionale di cui al comma 2 è determinato
in via definitiva nell`anno successivo a quello di riferimento sulla base del
gettito dell`imposta regionale sulle attività produttive effettivamente
realizzato.
4. Con decreto del Ministro del tesoro, del bilancio, della programmazione economica,
di concerto con il Ministro delle finanze, sentita la Conferenza Stato-Regioni,
sono stabiliti i criteri e le modalità di versamento delle eccedenze
di cui al comma 2 all`entrata del bilancio dello Stato per la riassegnazione
delle somme necessarie al Fondo di compensazione interregionale, anche mediante
trattenute periodiche delle presumibili eccedenze a valere sugli appositi conti
accesi presso la tesoreria centrale dello Stato.
5. A decorrere dall`anno 1998 cessano le anticipazioni straordinarie di cassa
di cui all`articolo 3, comma 4, della legge 28 dicembre 1995, n. 549.
6. A decorrere dall`anno 1998 la trattenuta di cui all`articolo 20, comma 2,
del decreto-legge 18 gennaio 1993, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla
legge 19 marzo 1993, n. 68, è effettuata sulle erogazioni di cui all`articolo
3, comma 12, della legge 28 dicembre 1995, n. 549.
7. Relativamente alle regioni a statuto speciale ed alle provincie autonome
di Trento e di Bolzano le eccedenze positive o negative di risorse di cui all`articolo
41, commi 2 e 3, vengono compensate per gli anni 1998 e 1999, nel rispetto degli
statuti di autonomia mediante variazioni delle quote del fondo sanitario nazionale,
trasferimenti di funzioni, modifica delle quote variabili previste ai sensi
degli statuti o acquisizione delle eccedenze al bilancio dello Stato. A partire
dall`anno 2000 non si dà luogo a recupero delle eccedenze, ma si procede
attraverso il trasferimento di nuove funzioni amministrative, definite con le
procedure fissate dai rispettivi statuti di autonomia, fino all`esaurimento
delle eccedenze medesime.
1. Le disposizioni del presente titolo che fanno
indistintamente riferimento alle regioni o al loro territorio devono intendersi
riferite, per la regione Trentino-Alto Adige, alle provincie autonome di Trento
e Bolzano o al loro territorio.
2. I rapporti finanziari tra lo Stato, le autonomie speciali e gli enti locali
devono essere disciplinati in modo tale da mantenere il necessario equilibrio
finanziario.
1. Ai fini dell`applicazione dei trattati internazionali
in materia tributaria, l`imposta regionale sulle attività produttive
è equiparata ai tributi erariali aboliti con l`articolo 36.
1. Per i soggetti che operano nel settore agricolo
e per le cooperative della piccola pesca e loro consorzi, di cui all`articolo
10 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, per
i periodi d`imposta in corso al 1° gennaio 1998 e al 1° gennaio 1999
l`aliquota è stabilita nella misura dell`1,9 per cento; per i quattro
periodi d`imposta successivi, l`aliquota è stabilità, rispettivamente,
nelle misure del 2,3, del 2,5, del 3,10 e del 3,75 per cento.
2. Per i soggetti di cui agli articoli 6 e 7, per i periodi d`imposta in corso
al 1° gennaio 1998, al 1° gennaio 1999 e al 1° gennaio 2000 l`aliquota
è stabilita nella misura del 5,4 per cento; per i due periodi d`imposta
successivi, l`aliquota è stabilita, rispettivamente nelle misure del
5 e del 4,75 per cento.
3. Con decreto del Ministro delle finanze sono stabiliti, tenuto conto della
base imponibile dell`imposta sulle attività produttive, e di quella dell`imposta
personale sui redditi, gli ammontari in valore assoluto e percentuale del maggior
carico impositivo rispetto a quello derivante dai tributi e contributi soppressi
ai sensi degli articoli 36 e 51, comma 1, in base ai quali fissare l`entità
della riduzione dell`acconto dovuto ai fini della stessa imposta determinato
ai sensi dell`articolo 31, nonché le modalità applicative e quelle
relative ai commi da 4 a 6. La predetta riduzione non può superare per
ciascun soggetto l`importo massimo in valore assoluto stabilito nel predetto
decreto e non può comportare una diminuzione di gettito superiore a 500
miliardi di lire per l`anno 1998, a 250 miliardi di lire per l`anno 1999 e a
125 miliardi di lire per l`anno 2000.
4. I soggetti per i quali l`applicazione delle disposizioni di cui al comma
3 determina un ammontare dell`acconto Irap diverso da quello che risulterebbe
in via ordinaria, applicano le disposizioni di cui al comma 3 anche per la determinazione
dell`imposta dovuta all`esercizio in corso al 1° gennaio 1998, prendendo
a riferimento i tributi o contributi che sarebbero stati dovuti in tale anno
in assenza della loro soppressione.
5. Per i soggetti che esercitano la propria attività nel territorio di
più regioni e che applicano le disposizioni del comma 3, l`imposta da
versare alle singole regioni è determinata in misura proporzionale alla
base imponibile regionale; per i medesimi soggetti il credito di imposta di
cui al comma 6 deve essere ripartito in misura proporzionale alla base imponibile
regionale.
6. La differenza tra l`imposta dovuta in via ordinaria per l`anno 1998 e l`imposta
effettivamente pagata in base alle disposizioni dei commi 3 e 4, può
essere computata in detrazione dall`imposta regionale sulle attività
produttive, nella misura del 50 per cento per l`anno 1999 e del 25 per cento
per l`anno 2000.
1. Il comma 1 dell`articolo 11 del testo unico
delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, è sostituito dal seguente: "1. L`imposta
lorda è determinata applicando al reddito complessivo, al netto degli
oneri deducibili indicati nell`articolo 10, le seguenti aliquote per scaglioni
di reddito:
a) fino a lire 15.000.000
18,5%
b) oltre lire 15.000.000 e fino a lire 30.000.000 26,5%
c) oltre lire 30.000.000 e fino a lire 60.000.000 33,5%
d) oltre lire 60.000.000 e fino a lire 135.000.000 39,5%
e) oltre lire 135.000.000
45,5%".
1. L`articolo 12 del testo unico delle imposte
sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917, è sostituito dal seguente: "Art. 12 (Detrazioni per
carichi di famiglia). - 1. Dall`imposta lorda si detraggono per carichi di famiglia:
a) per il coniuge non legalmente ed effettivamente separato: 1) lire 1.057.552,
se il reddito complessivo non supera lire 30.000.000; 2) lire 961.552,
se il reddito complessivo è superiore a lire 30.000.000 ma non a lire
60.000.000; 3) lire 889.552, se il reddito complessivo è superiore a
lire 60.000.000 ma non a lire 100.000.000; 4) lire 817.552, se il reddito
complessivo è superiore a lire 100.000.000; b) per ciascun figlio, compresi
i figli naturali riconosciuti, i figli adottivi e gli affidati o affiliati,
nonchè per ogni altra persona indicata nell`articolo 433 del codice civile
che conviva con il contribuente o percepisca assegni alimentari non risultanti
da provvedimenti dell`autorità giudiziaria, complessivamente lire 336.000
da ripartire tra coloro che hanno diritto alla detrazione in proporzione all`effettivo
onere sostenuto da ciascuno.
2. Se l`altro genitore manca o non ha riconosciuto i figli naturali e il contribuente
non è coniugato o se coniugato, si è successivamente legalmente
ed effettivamente separato, ovvero se vi sono figli adottivi, affidati o affiliati
del solo contribuente e questi non è coniugato o, se coniugato, si è
successivamente ed effettivamente separato, la detrazione prevista alla lettera
a) del comma 1 si applica per il primo figlio e per gli altri figli si applica
la detrazione prevista dalla lettera b).
3. Le detrazioni per carichi di famiglia spettano a condizione che le persone
alle quali si riferiscono possiedano un reddito complessivo, computando anche
le retribuzioni corrisposte da enti e organismi internazionali, rappresentanze
diplomatiche e consolari e missioni, nonchè quelle corrisposte dalla
Santa Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della
Chiesa cattolica, non superiore a lire 5.500.000, al lordo degli oneri deducibili.
4. Le detrazioni per carichi di famiglia sono rapportate a mese e competono
dal mese in cui si sono verificate a quello in cui sono cessate le condizioni
richieste.".
1. L`articolo 13 del testo unico delle imposte
sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917, concernente le altre detrazioni dall`imposta, è sostituito
dal seguente: "Art. 13 (Altre detrazioni). - 1. Se alla formazione del
reddito complessivo concorrono uno o più redditi di lavoro dipendente
spetta una detrazione dall`imposta lorda, rapportata al periodo di lavoro o
di pensione nell`anno, anche a fronte delle spese inerenti alla produzione del
reddito, secondo i seguenti importi: a) lire 1.680.000 se l`ammontare complessivo
dei redditi di lavoro dipendente non supera lire 9.100.000; b) lire 1.600.000
se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente è superiore
a lire 9.100.000 ma non a lire 9.300.000; c) lire 1.500.000 se l`ammontare complessivo
dei redditi di lavoro dipendente è superiore a lire 9.300.000 ma non
a lire 15.000.000; d) lire 1.350.000 se l`ammontare complessivo dei redditi
di lavoro dipendente è superiore a lire 15.000.000 ma non a lire 15.300.000;
e) lire 1.250.000 se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente
è superiore a lire 15.300.000 ma non a lire 15.600.000; f) lire 1.150.000
se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente è superiore
a lire 15.600.000 ma non a lire 15.900.000; g) lire 1.050.000 se l`ammontare
complessivo dei redditi di lavoro dipendente è superiore a lire 15.900.000
ma non a lire 30.000.000; h) lire 950.000 se l`ammontare complessivo dei redditi
di lavoro dipendente è superiore a lire 30.000.000 ma non a lire 40.000.000;
i) lire 850.000 se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente
è superiore a lire 40.000.000 ma non a lire 50.000.000; l) lire 750.000
se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente è superiore
a lire 50.000.000 ma non a lire 60.000.000; m) lire 650.000 se l`ammontare complessivo
dei redditi di lavoro dipendente è superiore a lire 60.000.000 ma non
a lire 60.300.000; n) lire 550.000 se l`ammontare complessivo dei redditi di
lavoro dipendente è superiore a lire 60.300.000 ma non a lire 70.000.000;
o) lire 450.000 se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente
è superiore a lire 70.000.000 ma non a lire 80.000.000; p) lire 350.000
se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente è superiore
a lire 80.000.000 ma non a lire 90.000.000; q) lire 250.000 se l`ammontare complessivo
dei redditi di lavoro dipendente è superiore a lire 90.000.000 ma non
a lire 90.400.000; r) lire 150.000 se l`ammontare complessivo dei redditi di
lavoro dipendente è superiore a lire 90.400.000 ma non a lire 100.000.000;
s) lire 100.000 se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente
è superiore a lire 100.000.000.
2. Se alla formazione del reddito complessivo concorrono soltanto trattamenti
pensionistici di importo complessivamente non superiore a lire 18.000.000 e
il reddito dell`unità immobiliare adibita ad abitazione principale e
delle relative pertinenze, spetta una ulteriore detrazione, rapportata al periodo
di pensione nell`anno, di lire 70.000.
3. Se alla formazione del reddito complessivo concorrono uno o più redditi
di lavoro autonomo di cui al comma 1 dell`articolo 49 o di impresa di cui all`articolo
79, spetta una detrazione dall`imposta lorda, non cumulabile con quella prevista
dal comma 1, pari a: a) lire 700.000 se l`ammontare complessivo dei redditi
di lavoro autonomo e di impresa non supera lire 9.100.000; b) lire 600.000 se
l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro autonomo e di impresa è
superiore a lire 9.100.000 ma non a lire 9.300.000; c) lire 500.000 se l`ammontare
complessivo dei redditi di lavoro autonomo e di impresa è superiore a
lire 9.300.000 ma non a lire 9.600.000; d) lire 400.000 se l`ammontare complessivo
dei redditi di lavoro autonomo e di impresa è superiore a lire 9.600.000
ma non a lire 9.900.000; e) lire 300.000 se l`ammontare complessivo dei redditi
di lavoro autonomo e di impresa è superiore a lire 9.900.000 ma non a
lire 15.000.000; f) lire 200.000 se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro
autonomo e di impresa è superiore a lire 15.000.000 ma non a lire 30.000.000;
g) lire 100.000 se l`ammontare complessivo dei redditi di lavoro autonomo e
di impresa è superiore a lire 30.000.000 ma non a lire 60.000.000.".
2. All`articolo 17, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato
con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le parole:
"di una somma pari a lire 500 mila" sono sostituite dalle seguenti:
"di una somma pari a lire 600 mila".
1. Ai fini delle imposte sui redditi, la percentuale
degli oneri sostenuti ammessa in detrazione dall`imposta lorda, è fissata
al 19 per cento, a condizione che gli oneri stessi non siano deducibili nella
determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo.
2. Le disposizioni del comma 1 si applicano agli oneri sostenuti dal periodo
di imposta in corso alla data del 1° gennaio 1998.
1. è istituita l`addizionale regionale all`imposta
sul reddito delle persone fisiche. L`addizionale regionale non è deducibile
ai fini di alcuna imposta, tassa o contributo.
2. L`addizionale regionale è determinata applicando l`aliquota, fissata
dalla regione in cui il contribuente ha la residenza, al reddito complessivo
determinato ai fini dell`imposta sul reddito delle persone fisiche, al netto
degli oneri deducibili riconosciuti ai fini di tale imposta. L`addizionale regionale
è dovuta se per lo stesso anno l`imposta sul reddito delle persone fisiche,
al netto delle detrazioni per essa riconosciute e dei crediti di cui agli articoli
14 e 15 del citato testo unico, risulta dovuta.
3. L`aliquota di compartecipazione dell`addizionale regionale di cui al comma
1 è fissata, allo 0,50 per cento. Ciascuna regione, con proprio provvedimento,
da pubblicare nella gazzetta ufficiale non oltre il 30 novembre dell`anno precedente
a quello cui l`addizionale si riferisce, può maggiorare l`aliquota suddetta
fino all`1 per cento.
4. Relativamente ai redditi di lavoro dipendente e ai redditi assimilati a quelli
di lavoro dipendente di cui agli articoli 46 e 47 del testo unico delle imposte
sui redditi, approvato con decreto del presidente della repubblica 22 dicembre
1986, n. 917, l`addizionale regionale dovuta è determinata dai sostituti
d`imposta di cui agli articoli 23 e 29 del decreto del presidente della repubblica
29 settembre 1973, n. 600, all`atto di effettuazione delle operazioni di conguaglio
relative a detti redditi. Il relativo importo è trattenuto in un numero
massimo di 11 rate, a partire dal periodo di paga successivo a quello in cui
le stesse sono effettuate e non oltre quello relativamente al quale le ritenute
sono versate nel mese di dicembre. In caso di cessazione del rapporto l`importo
è trattenuto in unica soluzione nel periodo di paga in cui sono svolte
le predette operazioni di conguaglio. L`importo da trattenere è indicato
nella certificazione unica di cui all`articolo 7-bis del citato decreto n. 600
del 1973.
5. L`addizionale regionale è versata, in unica soluzione e con le modalità
e nei termini previsti per il versamento delle ritenute e del saldo dell`imposta
sul reddito delle persone fisiche, alla regione in cui il contribuente ha il
domicilio fiscale alla data del 31 dicembre dell`anno cui si riferisce l`addizionale
stessa, ovvero relativamente ai redditi di lavoro dipendente e a quelli assimilati
a questi alla regione in cui il sostituito ha il domicilio fiscale all`atto
della effettuazione delle operazioni di conguaglio relative a detti redditi.
6. Per la dichiarazione, la liquidazione, l`accertamento, la riscossione, il
contenzioso, le sanzioni e tutti gli aspetti non disciplinati espressamente,
si applicano le disposizioni previste per l`imposta sul reddito delle persone
fisiche. Le regioni partecipano alle attività di liquidazione e accertamento
dell`addizionale regionale segnalando elementi e notizie utili e provvedono
agli eventuali rimborsi richiesti dagli interessati dopo aver acquisiti gli
elementi necessari presso l`amministrazione finanziaria.
7. All`articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241,
recante norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti riguardanti
la dichiarazione dei redditi e dell`imposta sul valore aggiunto e i relativi
versamenti, nonché norme di unificazione degli adempimenti fiscali e
previdenziali, di modernizzazione del sistema di gestione delle dichiarazioni
dopo la lettera d), è aggiunta la seguente: "d-bis) all`addizionale
regionale all`imposta sul reddito delle persone fisiche".
8. Per gli anni 1998 e 1999 l`aliquota dell`addizionale regionale di cui al
comma 1 è fissata nella misura dello 0,5 per cento su tutto il territorio
nazionale.
1. Dal 1° gennaio 1998 sono abolite le tasse
sulle concessioni comunali di cui all`articolo 8 del decreto-legge 10 novembre
1978, n. 702, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 gennaio 1979, n.
3.
2. Dal 1° gennaio 1999 sono abolite: a) (abrogato) b) l`imposta erariale
di trascrizione, iscrizione ed annotazione dei veicoli al pubblico registro
automobilistico di cui alla legge 23 dicembre 1977, n. 952; c) l`addizionale
provinciale all`imposta erariale di trascrizione di cui all`articolo 3, comma
48, della legge 28 dicembre 1995, n. 549.
3. I versamenti relativi ai tributi indicati nei commi 1 e 2, i cui presupposti
di imposizione si verificano anteriormente alla data dalla quale, nei confronti
dei singoli soggetti passivi, ha effetto la loro abolizione, sono effettuati
anche successivamente a tale data.
1. Le province ed i comuni possono disciplinare
con regolamento le proprie entrate, anche tributarie, salvo per quanto attiene
alla individuazione e definizione delle fattispecie imponibili, dei soggetti
passivi e della aliquota massima dei singoli tributi, nel rispetto delle esigenze
di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti. Per quanto non regolamentato
si applicano le disposizioni di legge vigenti.
2. I regolamenti sono approvati con deliberazione del comune e della provincia
non oltre il termine di approvazione del bilancio di previsione e non hanno
effetto prima del 1° gennaio dell`anno successivo. I regolamenti sulle entrate
tributarie sono comunicati, unitamente alla relativa delibera comunale o provinciale
al Ministero delle finanze, entro trenta giorni dalla data in cui sono divenuti
esecutivi e sono resi pubblici mediante avviso nella Gazzetta Ufficiale. Con
decreto dei ministeri delle finanze e della giustizia è definito il modello
al quale i comuni devono attenersi per la trasmissione, anche in via telematica,
dei dati occorrenti alla pubblicazione, per estratto, nella gazzetta ufficiale
dei regolamenti sulle entrate tributarie, nonché di ogni altra deliberazione
concernente le variazioni delle aliquote e delle tariffe di tributi.
3. Nelle province autonome di Trento e Bolzano, i regolamenti sono adottati
in conformità alle disposizioni dello statuto e delle relative norme
di attuazione.
4. Il Ministero delle finanze può impugnare i regolamenti sulle entrate
tributarie per vizi di legittimità avanti gli organi di giustizia amministrativa.
5. I regolamenti, per quanto attiene all`accertamento e alla riscossione dei
tributi e delle altre entrate, sono informati ai seguenti criteri:
a) l`accertamento dei tributi può essere effettuato dall`ente locale
anche nelle forme associate previste negli articoli 24, 25, 26 e 28 della legge
8 giugno 1990, n. 142;
b) qualora sia deliberato di affidare a terzi, anche disgiuntamente, la liquidazione,
l`accertamento e la riscossione dei tributi e di tutte le altre entrate, le
relative attività sono affidate:
1) mediante convenzione alle aziende speciali di cui all`articolo 22, comma
3, lettera c), della legge 8 giugno 1990, n. 142, è, nel rispetto delle
procedure vigenti in materia di affidamento della gestione dei servizi pubblici
locali, alle società per azioni o a responsabilità limitata a
prevalente capitale pubblico locale previste dall`articolo 22, comma 3, lettera
e), della citata legge n. 142 del 1990, i cui soci privati siano prescelti tra
i soggetti iscritti all`albo di cui all`articolo 53 oppure siano già
costituite prima della data di entrata in vigore del presente decreto.
2) nel rispetto delle procedure vigenti in materia di affidamento della gestione
dei servizi pubblici locali, alle società miste, per la gestione presso
altri comuni, ai concessionari di cui al decreto del Presidente della Repubblica
28 gennaio 1988, n. 43, ai soggetti iscritti nell`albo di cui al predetto articolo
53;
c) l`affidamento di cui alla precedente lettera b) non deve comportare oneri
aggiuntivi per il contribuente;
d) il visto di esecutività sui ruoli per la riscossione dei tributi e
delle altre entrate è apposto, in ogni caso, dal funzionario designato
quale responsabile della relativa gestione.
6. La riscossione coattiva dei tributi e delle altre entrate di spettanza delle
province e dei comuni viene effettuata con la procedura di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, se affidata ai concessionari
del servizio di riscossione di cui al decreto del Presidente della Repubblica
28 gennaio 1988, n. 43, ovvero con quella indicata dal regio decreto 14 aprile
1910, n. 639, se svolta in proprio dall`ente locale o affidata agli altri soggetti
menzionati alla lettera b) del comma 4.
7. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanare secondo le procedure di
cui all`articolo 53, sono stabilite disposizioni generali in ordine ai criteri
di affidamento e di svolgimento dei servizi in questione al fine di assicurare
la necessaria trasparenza e funzionalità, nonché la misura dei
compensi, tenuto anche conto delle effettive riscossioni.
1. Presso il Ministero delle finanze è istituito
l`albo dei soggetti privati abilitati ad effettuare attività di liquidazione
e di accertamento dei tributi e quelle di riscossione dei tributi e di altre
entrate delle province e dei comuni.
2. L`esame delle domande di iscrizione, la revisione periodica, la cancellazione
e la sospensione dall`albo, la revoca e la decadenza della gestione sono effettuate
da una apposita commissione in cui sia prevista una adeguata rappresentanza
dell`ANCI e dell`UPI.
3. Con decreti del Ministro delle finanze, da emanare ai sensi dell`articolo
17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, tenuto conto delle esigenze
di trasparenza e di tutela del pubblico interesse, sentita la conferenza Stato-città,
sono definiti le condizioni ed i requisiti per l`iscrizione nell`albo, al fine
di assicurare il possesso di adeguati requisiti tecnici e finanziari, la sussistenza
di sufficienti requisiti morali e l`assenza di cause di incompatibilità
da parte degli iscritti, ed emanate disposizioni in ordine alla composizione,
al funzionamento e alla durata in carica dei componenti della commissione di
cui al comma 2, alla tenuta dell`albo, alle modalità per l`iscrizione
e la verifica dei presupposti per la sospensione e la cancellazione dall`albo
nonchè ai casi di revoca e decadenza della gestione. Per i soggetti affidatari
di servizi di liquidazione, accertamento e riscossione di tributi e altre entrate
degli enti locali, che svolgano i predetti servizi almeno dal 1° gennaio
1997, può essere stabilito un periodo transitorio, non superiore a due
anni, per l'adeguamento alle condizioni e ai requisiti per l'iscrizione nell'albo
suddetto.
4. Sono abrogati gli articoli da 25 a 34 del decreto legislativo 15 novembre
1993, n. 507, concernenti la gestione del servizio di accertamento e riscossione
dell`imposta comunale sulla pubblicità.
1. Le provincie e i comuni approvano le tariffe
e i prezzi pubblici contestualmente all`approvazione del bilancio di previsione.
1. Le regioni a statuto ordinario hanno la facoltà
di non applicare, anche limitatamente ad alcune, le tasse sulle concessioni
regionali di cui al decreto legislativo 22 giugno 1991, n. 230.
1. Le province possono, con regolamento adottato
a norma dell`articolo 52, istituire l`imposta provinciale sulle formalità
di trascrizione, iscrizione ed annotazione dei veicoli richieste al pubblico
registro automobilistico, avente competenza nel proprio territorio, ai sensi
del regio decreto-legge 15 marzo 1927, n. 436, e relativo regolamento di cui
al regio decreto 29 luglio 1927, n. 1814, e del decreto legislativo 30 aprile
1992, n. 285.
2. L`imposta è applicata sulla base di apposita tariffa determinata secondo
le modalità di cui al comma 11, le cui misure potranno essere aumentate,
anche con successiva deliberazione approvata nel termine di cui all`articolo
54, fino ad un massimo del venti per cento, ed è dovuta per ciascun veicolo
al momento della richiesta di formalità. è dovuta una sola imposta
quando per lo stesso credito ed in virtù dello stesso atto devono eseguirsi
più formalità di natura ipotecaria. Le maggiorazioni di gettito
conseguenti al suddetto eventuale aumento non saranno computate ai fini della
determinazione dei parametri utilizzati ai sensi del decreto legislativo 30
giugno 1997, n. 244, ai fini della perequazione della capacità fiscale
tra province.
3. Le province notificano entro dieci giorni dalla data di esecutività
copia autentica della deliberazione istitutiva o modificativa delle misure dell`imposta
al competente ufficio provinciale del pubblico registro automobilistico e all`ente
che provvede alla riscossione per gli adempimenti di competenza.
4. Con lo stesso regolamento di cui al comma 1, le province disciplinano la
liquidazione, la riscossione e la contabilizzazione dell`imposta provinciale
di trascrizione e i relativi controlli, nonché l`applicazione delle sanzioni
per l`omesso o il ritardato pagamento dell`imposta stessa ai sensi dell`articolo
13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471. Tali attività, se
non gestite direttamente ovvero nelle forme di cui al comma 5 dell`articolo
52, sono affidati, a condizioni da stabilire tra le parti, allo stesso concessionario
del pubblico registro automobilistico il quale riversa alla tesoreria di ciascuna
provincia nel cui territorio sono state eseguite le relative formalità
le somme riscosse inviando alla provincia stessa la relativa documentazione.
In ogni caso deve essere assicurata l`esistenza di un archivio nazionale dei
dati fiscali relativi ai veicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico.
L`imposta suppletiva ed i rimborsi devono essere richiesti nel termine di tre
anni dalla data in cui la formalità è stata eseguita.
5. Le province autonome di Trento e Bolzano provvedono all`attuazione delle
disposizioni di cui al comma 4, in conformità ai rispettivi statuti e
relative norme di attuazione.
6. Le cessioni di mezzi di trasporto usati, da chiunque effettuate nei confronti
dei contribuenti che ne fanno commercio, non sono soggette al pagamento dell`imposta.
Per gli autoveicoli muniti di carta di circolazione per uso speciale ed i rimorchi
destinati a servire detti veicoli, sempreché non siano adatti al trasporto
di cose, l`imposta è ridotta ad un quarto. Analoga riduzione, da operarsi
sull`imposta indicata dalla tariffa approvata con decreto del ministro delle
finanze di cui al successivo comma 11, si applica per i rimorchi ad uso abitazione
per campeggio e simili.
7. Alle formalità richieste ai sensi e per gli effetti dell`articolo
2688 del c.c. si applica un`imposta pari al doppio della relativa tariffa.
8. Relativamente agli atti societari e giudiziari, il termine per la richiesta
delle formalità e pagamento della relativa imposta decorre a partire
dal sesto mese successivo alla pubblicazione nel registro delle imprese e comunque
entro 60 giorni dalla effettiva restituzione alle parti a seguito dei rispettivi
adempimenti.
9. Le controversie concernenti l`imposta provinciale di trascrizione, le sanzioni
e gli accessori sono soggette alla giurisdizione delle commissioni tributarie
secondo le disposizioni del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546.
10. Le formalità di trascrizione, iscrizione ed annotazione respinte
dagli uffici provinciali del pubblico registro automobilistico anteriormente
al 1° gennaio dell`anno dal quale ha effetto il regolamento di cui al comma
1, sono soggette, nel caso di ripresentazione a partire da tale data, alla disciplina
relativa all`imposta provinciale. L`imposta erariale di trascrizione e l`addizionale
provinciale eventualmente versate sono rimborsate rispettivamente dall`amministrazione
finanziaria e dalla provincia su richiesta dei soggetti interessati.
11. Con decreto del Ministro delle finanze sono stabilite le misure dell`imposta
provinciale di trascrizione per tipo e potenza dei veicoli, in misura tale da
garantire il complessivo gettito dell`imposta erariale di trascrizione, iscrizione
e annotazione dei veicoli al pubblico registro automobilistico e la relativa
addizionale provinciale.
1. Nel testo unico delle disposizioni concernenti
l`imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica
26 aprile 1986, n. 131, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all`articolo
7, concernente gli atti non soggetti a registrazione, nel comma 1, secondo periodo,
le parole "4, 5 e 11" sono sostituite dalle seguenti: "4, 5,
11 e 11-bis"; b) all`articolo 51, relativo ai valori dei beni e dei diritti,
nel comma 4, dopo le parole "art. 7 della parte prima della tariffa"
sono inserite le seguenti: "e art. 11-bis della tabella"; c) alla
tariffa, parte prima, concernente gli atti soggetti a registrazione in termine
fisso: 1) nell`articolo 4, comma 1, lettera a), numero 4), la parola "autoveicoli"
è sostituita dalle seguenti: "unità da diporto"; alla
stessa lettera, nel numero 5, dopo le parole "di beni mobili" sono
inserite le seguenti: ", esclusi quelli di cui all`articolo 11-bis della
tabella,"; 2) nell`articolo 7, comma 1, sono soppresse le lettere
da a) ad e) nonchè le note; 3) nell`articolo 8, comma 1, lettera
a), la parola "autoveicoli" è sostituita dalle seguenti: "unità
da diporto"; 4) nell`articolo 11, le parole "4, 5 e 11"
sono sostituite dalle seguenti: "4, 5, 11 e 11-bis"; d) nella tabella,
relativa agli atti per i quali non vi è l`obbligo di chiedere la registrazione,
dopo l`articolo 11, è aggiunto il seguente: "Art. 11-bis. - 1. Atti
di natura traslativa o dichiarativa aventi ad oggetto veicoli iscritti nel pubblico
registro automobilistico.".
2. È abrogato il comma 2 dell`articolo 59 del testo unico delle disposizioni
concernenti l`imposta sulle successioni e donazioni, approvato con decreto legislativo
31 ottobre 1990, n. 346, e dopo lo stesso articolo 59 è inserito il seguente:
"Art. 59-bis (Esenzione per i veicoli iscritti al pubblico registro automobilistico)
- 1. Non sono soggette ad imposta, anche nella ipotesi di cui all`articolo 59,
comma 3, le donazioni di veicoli di cui all`articolo 12, comma 1, lettera l).".
3. Le disposizioni del presente articolo hanno effetto dal 1° gennaio 1999.
1. Nel capo I del decreto legislativo 30 dicembre
1992, n. 504, concernente l`imposta comunale sugli immobili, sono apportate
le seguenti modificazioni:
a) omissis
b) omissis
c) omissis
2. Agli effetti dell`applicazione dell`articolo 9 del decreto legislativo 30
dicembre 1992, n. 504, relativo alle modalità di applicazione dell`imposta
ai terreni agricoli, si considerano coltivatori diretti od imprenditori agricoli
a titolo principale le persone fisiche iscritte negli appositi elenchi comunali
previsti dall`articolo 11 della legge 9 gennaio 1963, n. 9, e soggette al corrispondente
obbligo dell`assicurazione per invalidità, vecchiaia e malattia; la cancellazione
dai predetti elenchi ha effetto a decorrere dal primo gennaio dell`anno successivo.
3. Limitatamente all`unità immobiliare adibita ad abitazione principale
del soggetto passivo, la detrazione di cui all`articolo 8, comma 3, del decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, come sostituito dall`articolo 3, comma
55, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, può essere stabilita in misura
superiore a lire 500.000 e fino a concorrenza dell`imposta dovuta per la predetta
unità. In tal caso il comune che ha adottato detta deliberazione non
può stabilire una aliquota superiore a quella ordinaria per le unità
immobiliari tenute a disposizione del contribuente.
4. Abrogato
1. Con regolamento adottato a norma dell`articolo
52, i comuni possono: a) stabilire ulteriori condizioni ai fini dell`applicazione
delle disposizioni del secondo periodo della lettera b) del comma 1 dell`articolo
2 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, riguardante i terreni considerati
non fabbricabili, anche con riferimento alla quantità e qualità
di lavoro effettivamente dedicato all`attività agricola da parte dei
soggetti di cui al comma 2 dell`articolo 58 e del proprio nucleo familiare;
b) disporre l`esenzione per gli immobili posseduti dallo Stato, dalle regioni,
dalle provincie, dagli altri comuni, dalle comunità montane, dai consorzi
fra detti enti, dalle aziende unità sanitarie locali, non destinati esclusivamente
ai compiti istituzionali; c) stabilire che l`esenzione di cui all`articolo 7,
comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, concernente
gli immobili utilizzati da enti non commerciali, si applica soltanto ai fabbricati
ed a condizione che gli stessi, oltre che utilizzati, siano anche posseduti
dall`ente non commerciale utilizzatore; d) considerare parti integranti dell`abitazione
principale le sue pertinenze, ancorchè distintamente iscritte in catasto;
e) considerare abitazioni principali, con conseguente applicazione dell`aliquota
ridotta od anche della detrazione per queste previste, quelle concesse in uso
gratuito a parenti in linea retta o collaterale, stabilendo il grado di parentela;
f) prevedere il diritto al rimborso dell`imposta pagata per le aree successivamente
divenute inedificabili, stabilendone termini, limiti temporali e condizioni,
avuto anche riguardo alle modalità ed alla frequenza delle varianti apportate
agli strumenti urbanistici; g) determinare periodicamente e per zone omogenee
i valori venali in comune commercio delle aree fabbricabili, al fine della limitazione
del potere di accertamento del comune qualora l`imposta sia stata versata sulla
base di un valore non inferiore a quello predeterminato, secondo criteri improntati
al perseguimento dello scopo di ridurre al massimo l`insorgenza di contenzioso;
h) disciplinare le caratteristiche di fatiscenza sopravvenuta del fabbricato,
non superabile con interventi di manutenzione, agli effetti dell`applicazione
della riduzione alla metà dell`imposta prevista nell`articolo 8, comma
1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, come sostituito dall`articolo
3, comma 55, della legge 23 dicembre 1996, n. 662; i) stabilire che si considerano
regolarmente eseguiti i versamenti effettuati da un contitolare anche per conto
degli altri; l) semplificare e razionalizzare il procedimento di accertamento
anche al fine di ridurre gli adempimenti dei contribuenti e potenziare l`attività
di controllo sostanziale, secondo i seguenti criteri direttivi: 1) eliminazione
delle operazioni di controllo formale sulla base dei dati ed elementi dichiarati,
con conseguente soppressione dell`obbligo di presentazione della dichiarazione
o denuncia, ed introduzione dell`obbligo della comunicazione, da parte del contribuente
al comune competente, entro un termine prestabilito dal comune stesso, degli
acquisti, cessazioni o modificazioni di soggettività passiva, con la
sola individuazione dell`unità immobiliare interessata; 2) attribuzione
alla giunta comunale del compito di decidere le azioni di controllo; 3)
determinazione di un termine di decadenza, comunque non oltre il 31 dicembre
del quinto anno successivo a quello cui si riferisce l`imposizione, entro il
quale deve essere notificato al contribuente, anche a mezzo posta mediante raccomandata
con avviso di ricevimento, il motivato avviso di accertamento per omesso, parziale
o tardivo versamento con la liquidazione dell`imposta o maggiore imposta dovuta,
delle sanzioni e degli interessi; 4) previsione di una sanzione, comunque
non inferiore a lire 200.000 nè superiore a lire 1.000.000 per ciascuna
unità immobiliare, per la omessa comunicazione di cui al numero 1);
5) potenziamento dell`attività di controllo mediante collegamenti con
i sistemi informativi immobiliari del Ministero delle finanze e con altre banche
dati rilevanti per la lotta all`evasione; m) introdurre l`istituto dell`accertamento
con adesione del contribuente, sulla base dei criteri stabiliti dal decreto
legislativo 19 giugno 1997, n. 218; n) razionalizzare le modalità di
esecuzione dei versamenti, sia in autotassazione che a seguito di accertamenti,
prevedendo, in aggiunta o in sostituzione del pagamento tramite il concessionario
della riscossione, il versamento sul conto corrente postale intestato alla tesoreria
del comune e quello direttamente presso la tesoreria medesima, nonchè
il pagamento tramite sistema bancario; o) stabilire differimenti di termini
per i versamenti, per situazioni particolari; p) prevedere che ai fini del potenziamento
degli uffici tributari del comune, ai sensi dell`articolo 3, comma 57, della
legge 23 dicembre 1996, n. 662, possono essere attribuiti compensi incentivanti
al personale addetto.
2. Se sono adottate norme regolamentari nella materia di cui alla lettera l)
del comma 1, nel territorio del comune non operano, per gli anni di vigenza
del regolamento, le disposizioni di cui agli articoli 10, commi 4 e 5, primo
periodo, 11, commi 1 e 2, 14, comma 2, e 16, comma 1, del decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 504.
3. Nelle disposizioni regolamentari di cui alla lettera l) del comma 1 può
essere stabilita per anni pregressi la eliminazione delle operazioni di liquidazione
sulla base delle dichiarazioni ovvero la loro effettuazione secondo criteri
selettivi.
1. Il gettito dell`imposta sulle assicurazioni
contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli
a motore, esclusi i ciclomotori, al netto del contributo di cui all`articolo
6, comma 1, lettera a), del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito,
con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172, è attribuito
alle provincie dove hanno sede i pubblici registri automobilistici nei quali
i veicoli sono iscritti ovvero, per le macchine agricole, alle province nel
cui territorio risiede l`intestatario della carta di circolazione.
2. Abrogato
3. Con decreti del Ministro delle finanze, di concerto con i Ministri dell`interno
e del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, nonché del
Ministro dell`industria, del commercio e dell`artigianato limitatamente alle
previsioni di cui al comma 1, da emanare entro novanta giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite le modalità per
l`assegnazione alle provincie delle somme ad esse spettanti a norma del comma
1, salvo quanto disposto nel comma 4.
4. Le regioni Sicilia, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Valle d`Aosta, nonché
le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono, in conformità
dei rispettivi statuti, all`attuazione delle disposizioni del comma 1; contestualmente
sono disciplinati i rapporti finanziari tra lo Stato, le autonomie speciali
e gli enti locali al fine di mantenere il necessario equilibrio finanziario.
5. Le disposizioni del presente articolo hanno effetto dal 1° gennaio 2000
e si applicano con riferimento all`imposta dovuta sui premi ed accessori incassati
a decorrere dalla predetta data.
1. A decorrere dall`anno 1999, il fondo ordinario
spettante alle province è ridotto di un importo pari al gettito complessivo
riscosso nell`anno 1999 per l`imposta sulle assicurazioni di cui al comma 1
dell`articolo 60, ridotto dell`importo corrispondente all`incremento medio nazionale
dei premi assicurativi registrato nell`anno 1999, rispetto all`anno 1998, secondo
dati di fonte ufficiale. La dotazione del predetto fondo è, per l`anno
1999, inizialmente ridotta, in base ad una stima del gettito annuo effettuata,
sulla base dei dati disponibili, dal ministero delle finanze, per singola provincia,
e comunicata ai ministeri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica
e dell`interno. Sulla base dei dati finali, comunicati dal ministero delle finanze
ai predetti ministeri, sono determinate le riduzioni definitive della dotazione
del predetto fondo, per singola provincia, e sono introdotte le eventuali variazioni
di bilancio. Il ministero dell`interno provvede, con seconda e la terza rata
dei contributi ordinari relativi al 2000, ad operare i conguagli e a determinare
in via definitiva l`importo annuo del contributo ridotto spettante ad ogni provincia
a decorrere dal 1999.
2. A decorrere dall`anno 1999 il fondo ordinario spettante alle province è
altresì ridotto di un importo pari al gettito previsto per il predetto
anno per imposta erariale di trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli
al pubblico registro automobilistico di cui alla legge 23 dicembre 1977, n.
952. La riduzione della dotazione del predetto fondo è operata con la
legge di approvazione del bilancio dello Stato per l`anno finanziario 1999 ed
è effettuata, nei confronti di ciascuna provincia, dal Ministero dell`interno
in base ai dati comunicati dal Ministero delle finanze entro il 30 giugno 1998,
determinati ripartendo il gettito previsto per il 1999 tra le singole province
in misura percentualmente corrispondente al gettito riscosso nel 1997 a ciascuna
di esse imputabile. La riduzione definitiva delle dotazioni del predetto fondo
è altresì operata sulla base dei dati definitivi dell`anno 1998
relativi all`imposta di cui al presente comma, comunicati dal Ministero delle
finanze al Ministero dell`interno entro il 30 settembre 1999.
3. Le somme eventualmente non recuperate, per insufficienza dei contributi ordinari,
sono portate in riduzione dei contributi a qualsiasi titolo dovuti al singolo
ente locale dal Ministero dell`interno. La riduzione è effettuata con
priorità sui contributi di parte corrente.
4. Le riduzioni dei contributi statali e i gettiti dei tributi previsti dal
presente articolo sono determinati con riferimento alle provincie delle regioni
a statuto ordinario. Per le regioni a statuto speciale le operazioni di riequilibrio
di cui al decreto legislativo 30 giugno 1997, n. 244, si applicano solo dopo
il recepimento delle disposizioni dell`articolo 60 e del presente articolo nei
rispettivi statuti.
1. I comuni possono, con regolamento adottato a
norma dell`articolo 52, escludere l`applicazione, nel proprio territorio, dell`imposta
comunale sulla pubblicità di cui al capo I del decreto legislativo 15
novembre 1993, n. 507, sottoponendo le iniziative pubblicitarie che incidono
sull`arredo urbano o sull`ambiente ad un regime autorizzatorio e assoggettandole
al pagamento di un canone in base a tariffa.
2. Il regolamento è informato ai seguenti criteri: a) individuazione
della tipologia dei mezzi di effettuazione della pubblicità esterna che
incidono sull`arredo urbano o sull`ambiente ai sensi del decreto legislativo
30 aprile 1992, n. 285, e del relativo regolamento di attuazione approvato con
decreto del Pres idente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495; b) previsione
delle procedure per il rilascio e per il rinnovo dell`autorizzazione; c) indicazione
delle modalità di impiego dei mezzi pubblicitari e delle modalità
e termini di pagamento del canone; d) determinazione della tariffa con criteri
di ragionevolezza e gradualità tenendo conto della popolazione residente,
della rilevanza dei flussi turistici presenti nel comune e delle caratteristiche
urbanistiche delle diverse zone del territorio comunale e dell`impatto ambientale;
e) equiparazione, ai soli fini del pagamento del canone, dei mezzi pubblicitari
installati senza la preventiva autorizzazione a quelli autorizzati e previsione
per l`installazione dei mezzi pubblicitari non autorizzati di sanzioni amministrative
pecuniarie di importo non inferiore all`importo della relativa tariffa, nè
superiore al doppio della stessa tariffa; f) determinazione della tariffa per
i mezzi pubblicitari installati su beni privati in misura inferiore di almeno
un terzo rispetto agli analoghi mezzi pubblicitari installati su beni pubblici.
3. Il regolamento può anche prevedere, con carattere di generalità,
divieti, limitazioni e agevolazioni.
4. Il comune procede alla rimozione dei mezzi pubblicitari privi della prescritta
autorizzazione, o installati in difformità della stessa, o per i quali
non sia stato effettuato il pagamento del relativo canone, nonchè alla
immediata copertura della pubblicità con essi effettuata, mediante contestuale
processo verbale di contestazione redatto da competente pubblico ufficiale.
Resta ferma l`applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all`articolo
23 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, ovvero se non comminabili,
di quelle stabilite dall`articolo 24, comma 2, del decreto legislativo 15 novembre
1993, n. 507. Per l`applicazione delle sanzioni di cui al presente comma si
osservano le disposizioni contenute nel capo I del titolo VI del citato decreto
legislativo n. 285 del 1992.
1. I comuni e le province possono, con regolamento
adottato a norma dell`articolo 52, escludere l`applicazione, nel proprio territorio,
della tassa per occupazione di spazi ed aree pubbliche, di cui al capo II del
decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507. I comuni e le province possono,
con regolamento adottato a norma dell`articolo 52, prevedere che l`occupazione,
sia permanente che temporanea, di strade, aree e relativi spazi soprastanti
e sottostanti appartenenti al proprio demanio o patrimonio indisponibile, comprese
le aree destinate a mercati anche attrezzati, sia assoggettata, in sostituzione
della tassa per l`occupazione di spazi ed aree pubbliche, al pagamento di un
canone da parte del titolare della concessione, determinato nel medesimo atto
di concessione in base a tariffa. Il pagamento del canone può essere
anche previsto per l`occupazione di aree private soggette a servitù di
pubblico passaggio costituita nei modi di legge. Agli effetti del presente comma
si comprendono nelle aree comunali i tratti di strada situati all`interno di
centri abitati con popolazione superiore a diecimila abitanti, individuabili
a norma dell`articolo 2, comma 7, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n.
285.
2. Il regolamento è informato ai seguenti criteri:
a) previsione delle procedure per il rilascio, il rinnovo e la revoca degli
atti di concessione;
b) classificazione in categorie di importanza delle strade, aree e spazi pubblici;
c) indicazione analitica della tariffa determinata sulla base della classificazione
di cui alla lett. b), dell`entità dell`occupazione, espressa in metri
quadrati o lineari, del valore economico della disponibilità dell`area
nonché del sacrificio imposto alla collettività, con previsione
di coefficienti moltiplicatori per specifiche attività esercitate dai
titolari delle concessioni anche in relazione alle modalità dell`occupazione;
d) indicazione delle modalità e termini di pagamento del canone;
e) previsione di speciali agevolazioni per occupazioni ritenute di particolare
interesse pubblico e, in particolare, per quelle aventi finalità politiche
ed istituzionali;
f) previsione per le occupazioni permanenti, realizzate con cavi, condutture,
impianti o con qualsiasi altro manufatto da aziende di erogazione dei pubblici
servizi e da quelle esercenti attività strumentali ai servizi medesimi,
di un canone determinato forfetariamente come segue:
1) per le occupazioni del territorio comunale il canone è commisurato
al numero complessivo delle relative utenze per la misura unitaria di tariffa
riferita alle sottoindicate classi di comuni:
i) fino a 20.000 abitanti, lire 1.500 per utenza;
ii) oltre 20.000 abitanti, lire 1.250 per utenza;
2) per le occupazioni del territorio provinciale, il canone è determinato
nella misura del 20 per cento dell`importo risultante dall`applicazione della
misura unitaria di tariffa di cui al numero 1), per il numero complessivo delle
utenze presenti nei comuni compresi nel medesimo ambito territoriale;
3) in ogni caso l`ammontare complessivo dei canoni dovuti a ciascun comune o
provincia non può essere inferiore a lire 1.000.000. La medesima misura
di canone annuo è dovuta complessivamente per le occupazioni permanenti
di cui alla presente lettera effettuate dalle aziende esercenti attività
strumentali ai pubblici servizi;
4) gli importi di cui al numero 1) sono rivalutati annualmente in base all`indice
istat dei prezzi al consumo rilevati al 31 dicembre dell`anno precedente;
5) il numero complessivo delle utenze è quello risultante al 31 dicembre
dell`anno precedente. Il canone è versato in un`unica soluzione entro
il 30 aprile di ciascun anno. Il versamento è effettuato a mezzo di conto
corrente postale intestato al comune o alla provincia recante, quale causale,
l`indicazione del presente articolo. I comuni e le province possono prevedere
termini e modalità diversi da quelli predetti inviando, nel mese di gennaio
di ciascun anno, apposita comunicazione alle aziende di erogazione di pubblici
servizi, fissando i termini per i conseguenti adempimenti in non meno di novanta
giorni dalla data di ricezione della comunicazione;
g) applicazione alle occupazioni abusive di un`indennità pari al canone
maggiorato fino al 50 per cento, considerando permanenti le occupazioni abusive
realizzate con impianti o manufatti di carattere stabile, mentre le occupazioni
abusive temporanee si presumono effettuate dal trentesimo giorno antecedente
la data del verbale di accertamento, redatto da competente pubblico ufficiale.
g-bis) previsione delle sanzioni amministrative pecuniarie di importo non inferiore
all`ammontare della somma di cui alla lettera g), né superiore al doppio
della stessa, ferme restando quelle stabilite dall`articolo 20, commi 4 e 5,
del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
3. Il canone è determinato sulla base della tariffa di cui al comma 2,
con riferimento alla durata dell`occupazione e può essere maggiorato
di eventuali oneri di manutenzione derivanti dall`occupazione del suolo e del
sottosuolo. Per la determinazione della tassa prevista al comma 1 relativa alle
occupazioni di cui alla lettera f) del comma 2, si applicano gli stessi criteri
ivi previsti per la determinazione forfetaria del canone. Dalla misura complessiva
del canone ovvero della tassa prevista al comma 1 va detratto l`importo di altri
canoni previsti da disposizioni di legge, riscossi dal comune e dalla provincia
per la medesima occupazione, fatti salvi quelli connessi a prestazioni di servizi.
1. Le autorizzazioni alla installazione di mezzi
pubblicitari e le concessioni di spazi ed aree pubbliche, rilasciate anteriormente
alla data dalla quale hanno effetto i regolamenti previsti negli articoli 62
e 63, sono rinnovate a richiesta del relativo titolare o con il pagamento del
canone ivi previsto, salva la loro revoca per il contrasto con le norme regolamentari.
2. Il comune può prorogare fino al 31 dicembre 2000, a condizioni più
vantaggiose per l`ente da stabilire tra le parti, i contratti di gestione di
cui agli articoli 25 e 52 del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507,
relativi all`affidamento in concessione del servizio di accertamento e riscossione,
rispettivamente, dell`imposta comunale sulla pubblicità e della tassa
per l`occupazione di spazi ed aree pubbliche, aventi scadenza anteriormente
alla predetta data.
3. Se il comune si avvale della facoltà di escludere l`applicazione dell`imposta
sulla pubblicità, l`oggetto dei vigenti contratti di concessione di cui
all`articolo 25 del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507, è limitato
al servizio delle pubbliche affissioni, fatta salva la revisione delle condizioni
contrattuali da definire tra le parti e la facoltà di recesso del concessionario.
1. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti,
le variazioni di bilancio occorrenti per l`attuazione del presente decreto.
1. Il presente decreto entra in vigore il 1°
gennaio 1998. Le disposizioni del titolo II hanno effetto per i periodi di imposta
che hanno inizio dopo il 31 dicembre 1997, salvo quanto disposto dal comma 2.
2. La revisione delle aliquote e del numero degli scaglioni di reddito prevista
dall`articolo 46 del presente decreto ha effetto per i periodi di imposta che
hanno inizio dopo il 31 dicembre 1999 per gli emolumenti arretrati di cui all`articolo
16, comma 1, lettera b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato
con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.