TITOLO III
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SPESA
CAPO I Spese delle amministrazioni
CAPO II Oneri di personale
CAPO III Interventi in materia previdenziale e sociale
CAPO IV Interventi nel settore sanitario
CAPO V Finanziamenti degli investimenti
CAPO VI Altri finanziamenti
CAPO I
SPESE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Art. 23.
(Razionalizzazione delle spese e flessibilità del bilancio)
1. Per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, le dotazioni iniziali
delle unità previsionali di base degli stati di previsione dei Ministeri
per l'anno finanziario 2003 concernenti spese per consumi intermedi non aventi
natura obbligatoria sono ridotte del 10 per cento. In ciascuno stato di previsione
della spesa è istituito un fondo da ripartire nel corso della gestione
per provvedere ad eventuali sopravvenute maggiori esigenze di spese per consumi
intermedi, la cui dotazione iniziale è costituita dal 10 per cento dei
rispettivi stanziamenti come risultanti dall'applicazione del periodo precedente.
La ripartizione del fondo è disposta con decreto del Ministro competente,
comunicati, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle
finanze, tramite gli Uffici centrali del bilancio, nonché alle competenti
Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti.
2. Ai fini del conseguimento dell'obiettivo di cui al comma 1 le dotazioni relative
agli enti indicati nella Tabella C allegata alla presente legge sono rideterminate
nella medesima Tabella, con una riduzione complessiva del 2,5 per cento rispetto
alla legislazione vigente; analoga riduzione è disposta per gli stanziamenti
di bilancio destinati al finanziamento degli enti pubblici diversi da quelli
indicati nella Tabella C, intendendosi conseguentemente modificate le relative
autorizzazioni di spesa.
3. Gli enti previdenziali pubblici si adeguano ai principi di cui al presente
articolo riducendo le proprie spese di funzionamento per consumi intermedi in
misura non inferiore al 10 per cento rispetto al consuntivo 2001. A decorrere
dal 1 gennaio 2003, in considerazione dell'istituzione, ai sensi dell'articolo
69, comma 14, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, della gestione finanziaria
e patrimoniale unica dell'istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica (INPDAP), ai fini della determinazione dell'apporto
dello Stato di cui all'articolo 2, comma 4, della legge 8 agosto 1995, n. 335,
come modificato dalla legge 23 dicembre 1996, n. 662, si tiene conto dell'ammontare
complessivo di tutte le disponibilità finanziarie dell'ente.
4. Agli enti territoriali si applicano le disposizioni di cui all'articolo 29.
5. I provvedimenti di riconoscimento di debito posti in essere dalle amministrazioni
pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165, sono trasmessi agli organi di controllo ed alla competente procura della
Corte dei conti.
Art. 24
Acquisto di beni e servizi
1. Per ragioni di trasparenza e concorrenza, le amministrazioni aggiudicatrici,
quali individuate nell'articolo 1 del testo unico di cui al decreto legislativo
24 luglio 1992, n. 358, e successive modificazioni, e nell'articolo 2 del decreto
Legislativo 17 marzo 1995, n. 157, e successive modificazioni, per l'aggiudicazione,
rispettivamente, delle pubbliche forniture e degli appalti pubblici di servizi
disciplinati dalle predette disposizioni, espletano procedure aperte o ristrette,
con le modalità previste dalla normativa nazionale di recepimento della
normativa comunitaria, anche quando il valore del contratto è superiore
a 50.000 euro. È comunque fatto salvo, per l'affidamento degli incarichi
di progettazione, quanto previsto dall'articolo 17, commi 10, 11 e 12, della
legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni.
2. Sono esclusi dall'obbligo di cui al comma 1:
a) i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti;
b) le pubbliche amministrazioni, nell'ipotesi in cui facciano ricorso alle convenzioni
quadro definite dalla CONSIP Spa ai sensi degli articoli 26 della legge 23 dicembre
1999, n. 488, 59 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e 32 della legge 28 dicembre
2001, n. 448, ovvero facciano ricorso al mercato elettronico della pubblica
amministrazione di cui all'articolo 11 del regolamento di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 4 aprile 2002, n. 101;
c) le cooperative sociali, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera b), della
legge 8 novembre 1991, n. 381.
3. Fermo quanto previsto dagli articoli 26 della legge 23 dicembre 1999, n.
488, 59 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, 2, comma 1, del decreto-legge
18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre
2001, n. 405, e 24 e 32 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, le pubbliche amministrazioni
considerate nella Tabella C allegata alla presente legge e, comunque, gli enti
pubblici istituzionali hanno l'obbligo , per l'acquisto di beni e per l'approvvigionamento
di pubblici servizi caratterizzati dall'alta qualità dei servizi stessi
e dalla bassa intensità di lavoro, di utilizzare le convenzioni quadro
definite dalla CONSIP Spa. In caso di acquisti in maniera autonoma da parte
degli enti di cui all'articolo 24, comma 6, della legge 28 dicembre 2001, n.
448, si applica il comma 3 dell'articolo 26 della legge 23 dicembre 1999, n.
488. Al fine di consentire il conseguimento di risparmi di spesa, alle predette
convenzioni possono, altresì, aderire i soggetti di cui all'articolo
1, comma 1, della legge 3 giugno 1999, n. 157.
3-bis. Con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanare entro
il 31 ottobre 2003, sono individuate le tipologie di servizi di cui al primo
periodo del comma 3. 4. I contratti stipulati in violazione del comma 1 o dell'obbligo
di utilizzare le convenzioni quadro definite dalla CONSIP Spa sono nulli. Il
dipendente che ha sottoscritto il contratto risponde, a titolo personale, delle
obbligazioni eventualmente derivanti dai predetti contratti. La stipula degli
stessi è causa di responsabilità amministrativa; ai fini della
determinazione del danno erariale, si tiene anche conto della differenza tra
il prezzo previsto nelle convenzioni anzidette e quello indicato nel contratto.
4-bis. Gli enti pubblici, le società pubbliche, i concessionari di pubblici
servizi, nonché tutte le amministrazioni pubbliche, individuate nell'articolo
1 del testo unico di cui al decreto legislativo 24 luglio 1992, n. 358, e successive
modificazioni, e nell'articolo 2 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157,
e successive modificazioni, escluse quelle statali per i soli uffici centrali,
possono stipulare ogni tipo di contratto senza utilizzare le convenzioni quadro
definite dalla Consip S.p.a., qualora il valore dei costi e delle prestazioni
dedotte in contratto sia uguale o inferiore a quello previsto dalle stesse convenzioni
definite dalla Consip S.p.a. I contratti così conclusi sono validi e
non sono causa di responsabilità personale, contabile e amministrativa,
a carico del dipendente che li ha sottoscritti, previste al comma 4.
5. Anche nelle ipotesi in cui la vigente normativa consente la trattativa privata,
le pubbliche amministrazioni possono farvi ricorso solo in casi eccezionali
e motivati, previo esperimento di una documentata indagine di mercato, dandone
comunicazione alla sezione regionale della Corte dei conti.
6. Al fine di razionalizzare e contenere la spesa pubblica e per consentire
il monitoraggio dei consumi pubblici, la CONSIP Spa può stipulare convenzioni
quadro ai sensi dell'articolo 26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive
modificazioni, per l'approvvigionamento di beni o servizi di specifico interesse
di una o più amministrazioni di cui al comma 1 del presente articolo
nel rispetto di quanto stabilito al comma 3, ovvero può svolgere facoltativamente
ed a titolo gratuito, per conto e su richiesta delle amministrazioni medesime,
le attività di stazione appaltante, nel rispetto della normativa nazionale
e comunitaria sugli appalti pubblici.
6-bis. Entro il mese di ottobre di ciascun anno, la Consip S.p.a. pubblica sul
proprio sito internet le categorie di prodotti per i quali attiverà il
marketplace nell'anno successivo.
6-ter. Il Ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministero
delle attività produttive e con il Dipartimento per l'innovazione e le
tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri, in collaborazione con
la Consip S.p.a. e con le organizzazioni di categoria, promuove la partecipazione
delle piccole e medie imprese alle diverse procedure di e-procurement delle
pubbliche amministrazioni, anche attraverso specifiche iniziative di assistenza
tecnica e formazione all'utilizzo dei relativi strumenti elettronici. 7. Per
gli organismi di cui agli articoli 3, 4 e 6 della legge 24 ottobre 1977, n.
801, i casi e le modalità differenziati di ricorso alla procedura di
acquisizione di beni e servizi in economia, ovvero a trattativa privata, sono
stabiliti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, emanato su
proposta del Comitato di cui all'articolo 2 della citata legge n. 801 del 1977,
previe intese con il Ministro dell'economia e delle finanze.
8. I servizi prestati dalla CONSIP Spa alle società per azioni interamente
partecipate dallo Stato ai sensi dell'articolo 32, comma 1, della legge 28 dicembre
2001, n. 448, nei confronti delle quali è previsto il controllo della
Corte dei conti ai sensi dell'articolo 12 della legge 21 marzo 1958, n. 259,
e successive modificazioni, sono remunerati nel rispetto della normativa comunitaria
di settore.
9. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 5 costituiscono, per le regioni, norme
di principio e di coordinamento.
Art. 25.
(Pagamento e riscossione di somme di modesto ammontare)
1. Con uno o più decreti del Ministro dell'economia e delle finanze,
sono adottate ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, disposizioni relative alla disciplina del pagamento e della riscossione
di crediti di modesto ammontare e di qualsiasi natura, anche tributaria, applicabile
a tutte le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, compresi gli enti pubblici economici.
2. Con i decreti di cui al comma 1 sono stabiliti gli importi corrispondenti
alle somme considerate di modesto ammontare, le somme onnicomprensive di interessi
o sanzioni comunque denominate nonché norme riguardanti l'esclusione
di qualsiasi azione cautelativa, ingiuntiva ed esecutiva. Tali disposizioni
si possono applicare anche per periodi d'imposta precedenti e non devono in
ogni caso intendersi come franchigia.
3. Sono esclusi i corrispettivi per servizi resi dalle pubbliche amministrazioni
a pagamento.
4. Gli importi sono, in ogni caso, arrotondati all'unità euro. In sede
di prima applicazione dei decreti di cui al comma 1, l'importo minimo non può
essere inferiore a 12 euro.
Art. 26.
(Disposizioni in materia di innovazione tecnologica)
1. Per l'attuazione del comma 7 dell'articolo 29 della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, è istituito il Fondo per il finanziamento di progetti di innovazione
tecnologica nelle pubbliche amministrazioni e nel Paese con una dotazione di
100 milioni di euro per l'anno 2003, al cui finanziamento concorrono la riduzione
dell'8 per cento degli stanziamenti per l'informatica iscritti nel bilancio
dello Stato e quota parte delle riduzioni per consumi intermedi di cui all'articolo
23, comma 3. Il Ministro per l'innovazione e le tecnologie, di concerto con
il Ministro per la funzione pubblica e il Ministro dell'economia e delle finanze,
con uno o più decreti di natura non regolamentare, stabilisce le modalità
di funzionamento del Fondo, individua i progetti da finanziare e, ove necessario,
la relativa ripartizione tra le amministrazioni interessate.
2. Al fine di assicurare una migliore efficacia della spesa informatica e telematica
sostenuta dalle pubbliche amministrazioni, di generare significativi risparmi
eliminando duplicazioni e inefficienze, promuovendo le migliori pratiche e favorendo
il riuso, nonché di indirizzare gli investimenti nelle tecnologie informatiche
e telematiche, secondo una coordinata e integrata strategia, il Ministro per
l'innovazione e le tecnologie:
a) definisce con proprie direttive le linee strategiche, la pianificazione e
le aree di intervento dell'innovazione tecnologica nelle pubbliche amministrazioni,
e ne verifica l'attuazione;
b) approva, con il Ministro dell'economia e delle finanze, il piano triennale
ed i relativi aggiornamenti annuali di cui all'articolo 7 del decreto legislativo
12 febbraio 1993, n. 39, entro il 30 giugno di ogni anno;
c) valuta la congruenza dei progetti di innovazione tecnologica che ritiene
di grande valenza strategica rispetto alle direttive di cui alla lettera a)
ed assicura il monitoraggio dell'esecuzione;
d) individua i progetti intersettoriali che devono essere realizzati in collaborazione
tra le varie amministrazioni interessate assicurandone il coordinamento e definendone
le modalità di realizzazione;
e) valuta, sulla base di criteri e metodiche di ottimizzazione della spesa,
il corretto utilizzo delle risorse finanziarie per l'informatica e la telematica
da parte delle singole amministrazioni;
f) stabilisce le modalità con le quali le pubbliche amministrazioni comunicano
le informazioni relative ai programmi informatici, realizzati su loro specifica
richiesta, di cui esse dispongono, al fine di consentirne il riuso previsto
dall'articolo 25, comma 1, della legge 24 novembre 2000, n. 340;
g) individua specifiche iniziative per i comuni con popolazione inferiore a
5.000 abitanti e per le isole minori;
h) promuove l'informazione circa le iniziative per la diffusione delle nuove
tecnologie.
3. Nei casi in cui i progetti di cui ai commi 1 e 2 riguardino l'organizzazione
e la dotazione tecnologica delle regioni e degli enti territoriali, i provvedimenti
sono adottati sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
4. Al fine di accelerare la diffusione della carta di identità elettronica
e della carta nazionale dei servizi, le pubbliche amministrazioni interessate,
nel quadro di un programma nazionale approvato con decreto dei Ministri per
l'innovazione e le tecnologie, dell'economia e delle finanze, della salute e
dell'interno, possono procurarsi i necessari finanziamenti nelle seguenti forme
anche cumulabili tra loro:
a) convenzioni con istituti di credito o finanziari;
b) contributi di privati interessati a forme di promozione;
c) ricorso alla finanza di progetto;
d) operazioni di cartolarizzazione.
5. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della
ricerca, adottato di concerto con il Ministro per l'innovazione e le tecnologie,
sono determinati i criteri e le procedure di accreditamento dei corsi universitari
a distanza e delle istituzioni universitarie abilitate a rilasciare titoli accademici,
ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'università
e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, al termine
dei corsi stessi, senza oneri a carico del bilancio dello Stato. Ai fini dell'acquisizione
dell'autorizzazione al rilascio dei titoli accademici, le istituzioni devono
disporre di adeguate risorse organizzative e gestionali in grado di:
a) presentare un'architettura di sistema flessibile e capace di utilizzare in
modo mirato le diverse tecnologie per la gestione dell'interattività,
salvaguardando il principio della loro usabilità;
b) favorire l'integrazione coerente e didatticamente valida della gamma di servizi
di supporto alla didattica distribuita;
c) garantire la selezione, progettazione e redazione di adeguate risorse di
apprendimento per ciascun courseware;
d) garantire adeguati contesti di interazione per la somministrazione e la gestione
del flusso dei contenuti di apprendimento, anche attraverso l'offerta di un
articolato servizio di teletutoring;
e) garantire adeguate procedure di accertamento delle conoscenze in funzione
della certificazione delle competenze acquisite;
provvedere alla ricerca e allo sviluppo di architetture innovative di sistemi
e-learning in grado di supportare il flusso di dati multimediali relativi alla
gamma di prodotti di apprendimento offerti.
6. Per la realizzazione dell'anagrafe degli italiani residenti all'estero e
per la informatizzazione delle prefetture è autorizzata la spesa di 25
milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005.
Art. 27.
(Progetto "PC ai giovani")
1. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è
istituito un Fondo speciale, denominato "PC ai giovani" nel quale
affluiscono le disponibilità, non impegnate alla data di entrata in vigore
della presente legge, di cui all'articolo 103, comma 4, della legge 23 dicembre
2000, n. 388, fermo restando quanto disposto dal decreto-legge 6 settembre 2002,
n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 ottobre 2002, n. 246.
Il Fondo è destinato alla copertura delle spese relative al progetto
promosso dal Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie denominato "PC
ai giovani", diretto ad incentivare l'acquisizione e l'utilizzo degli strumenti
informatici e digitali tra i giovani che compiono sedici anni nel 2003. Con
decreto di natura non regolamentare, adottato dai Ministro dell'economia e delle
finanze, di concerto con il Ministro per l'innovazione e le tecnologie, entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite
le modalità di presentazione delle istanze degli interessati, nonché
di erogazione degli incentivi stessi prevedendo anche la possibilità
di avvalersi a tal fine della collaborazione di organismi esterni alla pubblica
amministrazione.
2. Il comma 4 dell'articolo 103 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è
abrogato.
Art. 28.
(Acquisizione di informazioni)
1. Allo scopo di assicurare il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica
il Ministero dell'economia e delle finanze provvede all'acquisizione di ogni
utile informazione sul comportamento degli enti ed organismi pubblici di cui
all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, anche
con riferimento all'obbligo di utilizzo delle convenzioni CONSIP, avvalendosi
dei propri rappresentanti nei collegi sindacali o di revisione presso i suddetti
enti ed organismi e dei servizi ispettivi di finanza pubblica.
2. Qualora non sia prevista la presenza di un proprio rappresentante in seno
al collegio dei revisori o dei sindaci, il Ministero dell'economia e delle finanze
può acquisire le suddette informazioni avvalendosi, in caso di mancato
o tempestivo riscontro, anche del collegio dei revisori o dei sindaci ovvero
dei nuclei di valutazione o dei servizi di controllo interno di cui al decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 286.
3. Al fine di garantire la rispondenza dei conti pubblici alle condizioni dell'articolo
104 del Trattato istitutivo della Comunità europea e delle norme conseguenti,
tutti gli incassi e i pagamenti, e i dati di competenza economica rilevati dalle
amministrazioni pubbliche, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165, devono essere codificati con criteri uniformi su tutto
il territorio nazionale.
4. Le banche incaricate dei servizi di tesoreria e di cassa e gli uffici postali
che svolgono analoghi servizi non possono accettare disposizioni di pagamento
prive della codificazione di cui al comma 5.
5. Il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata
di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, stabilisce,
con propri decreti, la codificazione, le modalità e i tempi per l'attuazione
delle disposizioni di cui ai commi 3 e 4; analogamente provvede, con propri
decreti, ad apportare modifiche e integrazioni alla codificazione stabilita.
6. Il comma 6 dell'articolo 227 del testo unico delle leggi sull'ordinamento
degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è
sostituito dal seguente:
"6. Gli enti locali di cui all'articolo 2 inviano telematicamente alle
Sezioni enti locali il rendiconto completo di allegati, le informazioni relative
al rispetto del patto di stabilità interno, nonché i certificati
del conto preventivo e consuntivo. Tempi, modalità e protocollo di comunicazione
per la trasmissione telematica dei dati sono stabiliti con decreto di natura
non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze, sentite la Conferenza
Stato, città e autonomie locali e la Corte dei conti".
7. Il decreto previsto dal comma 6 è emanato entro sei mesi dalla data
di entrata in vigore della presente legge.
Art. 29
Patto di stabilità interno per gli enti territoriali
1. Ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica, ciascuna
regione a statuto ordinario, ciascuna provincia e ciascun comune con popolazione
superiore a 5.000 abitanti concorre alla realizzazione degli obiettivi di finanza
pubblica per il triennio 2003-2005 adottati con l'adesione al patto di stabilità
e crescita, nonché alla condivisione delle relative responsabilità,
con il rispetto delle disposizioni di cui ai seguenti commi, che costituiscono
principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli
articoli 117 e 119, secondo comma, della Costituzione.
2. Per le regioni a statuto ordinario sono confermate le disposizioni sul patto
di stabilità interno di cui all'articolo 1, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge
18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre
2001, n. 405.
Per l'esercizio 2005 si applica un incremento pari al tasso d'inflazione programmato
indicato nel Documento di programmazione economico-finanziaria.
3. Le regioni a statuto ordinario possono estendere le regole del patto di stabilità
interno nei confronti dei propri enti strumentali.
4. Per gli stessi fini di cui al comma 1, per l'anno 2003, il disavanzo finanziario
di ciascuna provincia, computato ai sensi del comma 5, deve essere almeno pari
a quello dell'anno 2001 migliorato del 7 per cento.
5. Il disavanzo finanziario di cui al comma è calcolato, sia per la gestione
di competenza sia per quella di cassa, quale differenza tra le entrate finali
e le spese correnti. Nel disavanzo finanziario non sono considerati:
a) i trasferimenti, sia di parte corrente sia in conto capitale, dallo Stato,
dall'Unione europea e dagli enti che partecipano al patto di stabilità
interno;
b) le entrate derivanti dalla compartecipazione all'IRPEF;
c) le entrate derivanti dalla dismissione di beni immobili e finanziari e dalla
riscossione dei crediti;
d) le spese per interessi passivi, quelle sostenute sulla base di trasferimenti
con vincolo di destinazione dall'Unione europea e quelle eccezionali derivanti
esclusivamente da calamità naturali, nonché quelle sostenute per
lo svolgimento delle elezioni amministrative;
e) le spese connesse all'esercizio di funzioni statali e regionali trasferite
o delegate nei limiti dei corrispondenti finanziamenti statali o regionali.
6. Per gli stessi fini di cui al comma 1, per l'anno 2003, il disavanzo finanziario
di ciascun comune con popolazione superiore a
5.000 abitanti, computato ai sensi del comma 7, non può essere superiore
a quello dell'anno 2001.
6-bis. I comuni di nuova istituzione per i quali non è possibile operare
il confronto con l'anno 2001 sono considerati quali comuni con popolazione inferiore
a 5.000 abitanti.
7. Il disavanzo finanziario di cui al comma 6 è calcolato, sia per la
gestione di competenza che per quella di cassa, quale differenza tra le entrate
finali e le spese correnti. Nel disavanzo finanziario non sono considerati:
a) i trasferimenti, sia di parte corrente che in conto capitale, dallo Stato,
dall'Unione europea e dagli enti che partecipano al patto di stabilità
interno;
b) le entrate derivanti dalla compartecipazione all'IRPEF;
c) le entrate derivanti dalla dismissione di beni immobili e finanziari e dalla
riscossione dei crediti;
d) le spese per interessi passivi, quelle sostenute sulla base di trasferimenti
con vincolo di destinazione dall'Unione europea e quelle eccezionali derivanti
esclusivamente da calamità naturali, nonché quelle sostenute per
lo svolgimento delle elezioni amministrative.
8. Il secondo periodo del comma 4-bis dell'articolo 24 della legge 28 dicembre
2001, n. 448, introdotto dall'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 22 febbraio
2002, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2002, n. 75,
è soppresso.
9. Il comma 5 dell'articolo 24 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, è
abrogato. Al comma 9 dello stesso articolo 24 della citata legge n. 448 del
2001, le parole da: "Per l'anno 2002, qualora l'ente" fino alla fine
del comma sono soppresse.
10. Per il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1, per l'anno 2004,
il disavanzo finanziario di ciascuna provincia e di ciascun comune con popolazione
superiore a 5.000 abitanti non può essere superiore a quello dell'anno
2003, determinato secondo quanto previsto nei precedenti commi, incrementato
del tasso d'inflazione programmato indicato nel Documento di programmazione
economico-finanziaria.
11. A decorrere dall'anno 2005, per ciascuna provincia e per ciascun comune
con popolazione superiore a 5.000 abitanti, il disavanzo finanziario utile ai
fini del rispetto delle regole del patto di stabilità interno è
calcolato, sia per la gestione di competenza che per quella di cassa, quale
differenza tra le entrate finali e le spese finali. Nel disavanzo finanziario
non sono considerati:
a) i trasferimenti, sia di parte corrente che in conto capitale, provenienti
dallo Stato, dall'Unione europea e dagli enti che partecipano al patto di stabilità
interno;
b) i trasferimenti statali attribuiti sotto forma di compartecipazione ai tributi
erariali;
c) le entrate derivanti dai proventi della dismissione di attività finanziarie
e dalla riscossione dei crediti;
d) le spese derivanti dall'acquisizione di partecipazioni azionarie e di altre
attività finanziarie, dai conferimenti di capitale e dalle concessioni
di crediti.
12. Il disavanzo finanziario, come definito dal comma 11, di ciascuna provincia
e di ciascun comune con popolazione superiore a 5.000 abitanti, non può
essere superiore a quello risultante dall'applicazione, al corrispondente disavanzo
finanziario del penultimo anno precedente, di una percentuale di variazione
definita, per ciascuno degli anni considerati, dalla legge finanziaria. In sede
di prima applicazione, per l'anno 2005, la percentuale è fissata nel
7,8 per cento rispetto al 2003.
13. Al fine di consentire il monitoraggio degli adempimenti relativi al patto
di stabilità interno anche secondo i criteri adottati in contabilità
nazionale, le regioni a statuto ordinario, le province e i comuni con popolazione
superiore a 60.000 abitanti trasmettono trimestralmente al Ministero dell'economia
e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro
trenta giorni dalla fine del periodo di riferimento, le informazioni riguardanti
sia la gestione di competenza che quella di cassa, attraverso un prospetto e
con le modalità definiti con decreto del predetto Ministero di concerto
con il Ministero dell'interno, sentiti la Conferenza unificata di cui all'articolo
8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e l'istituto nazionale di
statistica. Al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi di cui al
presente articolo, gli stessi enti possono costituire società consortili
con le locali strutture specialistiche universitarie, di ricerca e di alta formazione
europea per l'attuazione dei necessari controlli.
14. Per le regioni a statuto ordinario che non conseguono gli obiettivi di cui
al comma 2 si applicano le disposizioni recate dall'articolo 4 del decreto-legge
15 aprile 2002, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n. 112.
15. in caso di mancato conseguimento degli obiettivi di cui ai commi 4 e 6 da
parte delle province e dei comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti,
risultante dalla verifica di cui al comma 16, i predetti enti non possono procedere
ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e non possono avvalersi di eventuali
deroghe in proposito disposte per il periodo di riferimento e, inoltre, non
possono ricorrere all'indebitamento per gli investimenti. Gli enti sono, altresì,
tenuti a ridurre almeno del 10 per cento, rispetto all'anno 2001, le spese per
l'acquisto di beni e servizi. Tali misure operano per ciascun anno successivo
a quello per il quale è stato accertato il mancato conseguimento degli
obiettivi.
16. Per le province e i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, il
collegio dei revisori dei conti verifica, per ciascuno degli anni 2003, 2004
e 2005, il rispetto degli obiettivi di cui ai commi 4, 6, 10 e 11. Qualora l'obiettivo
non sia stato rispettato, il collegio ne dà comunicazione al Ministero
dell'interno. Della mancata comunicazione rispondono personalmente i componenti
del collegio inadempiente.
17. Le province ed i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti sono
tenuti a predisporre entro il mese di febbraio una previsione cumulativa articolata
per trimestri in termini di cassa del disavanzo finanziario, coerente con l'obiettivo
annuale, che comunicano al Ministero dell'economia e delle finanze. Il collegio
dei revisori dei conti è tenuto a verificare, entro e non oltre il mese
successivo al trimestre di riferimento, il rispetto dell'obiettivo trimestrale
e la sua coerenza con l'obiettivo annuale e, in caso di inadempienza, ne dà
comunicazione, oltre che all'ente, al Ministero dell'economia e delle finanze
- Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. A seguito dell'accertamento
del mancato rispetto dell'obiettivo, le province ed i comuni con popolazione
superiore a 5.000 abitanti sono tenuti, nel trimestre successivo, a riassorbire
lo scostamento registrato intervenendo sui pagamenti nella misura necessaria
al fine di garantire il rientro nella determinazione del saldo. Per il mancato
rispetto dell'obiettivo annuale si applicano le disposizioni del comma 15.
Attraverso le loro associazioni, le province e i comuni con popolazione superiore
a 5.000 abitanti concorrono al monitoraggio sull'andamento delle spese, delle
entrate e dei saldi dei rispettivi bilanci. Pertanto le comunicazioni previste
dal presente comma e dai commi 13 e 16 sono trasmesse anche all'ANCI, all'UNCEM
e all'UPI.
18. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano
concordano, entro il 31 marzo di ciascun anno, con il Ministero dell'economia
e delle finanze, per gli esercizi 2003, 2004 e 2005, il livello delle spese
correnti e dei relativi pagamenti.
Fino a quando non sia raggiunto l'accordo, i flussi di cassa verso gli enti
sono determinati, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, in
coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2003-2005. Alle
finalità di cui al presente articolo provvedono, per gli enti locali
dei rispettivi territori, le regioni a statuto speciale e le province autonome
di Trento e di Bolzano, ai sensi delle competenze alle stesse attribuite dai
rispettivi statuti di autonomia e dalle relative norme di attuazione. Qualora
le predette regioni e province autonome non provvedano entro il 31 marzo di
ciascun anno si applicano, per gli enti locali dei rispettivi territori, le
disposizioni di cui al presente articolo.
Art. 30.
(Disposizioni varie per le regioni)
1. Al fine di avviare l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione e in
attesa di definire le modalità per il passaggio al sistema di finanziamento
attraverso la fiscalità, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge, il Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto
con il Ministro per gli affari regionali e con il Ministro per le riforme istituzionali
e la devoluzione e con le amministrazioni statali interessate e d'intesa con
la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto
1997, n. 281, procede alla ricognizione di tutti i trasferimenti erariali di
parte corrente, non localizzati, attualmente attribuiti alle regioni per farli
confluire in un fondo unico da istituire presso il Ministero dell'economia e
delle finanze.
I criteri di ripartizione del fondo sono stabiliti con decreto del Presidente
del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze
di concerto con il Ministro per gli affari regionali e con il Ministro per le
riforme istituzionali e la devoluzione d'intesa con la Conferenza unificata
di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
2. All'articolo 6, comma 3, della legge 29 marzo 2001, n. 135, le parole da:
"attraverso bandi annuali" fino alla fine del comma sono sostituite
dalle seguenti: "con la medesima procedura di cui al comma
2. La suddetta quota di risorse è da finalizzare al miglioramento della
qualità dell'offerta turistica, ivi compresa la promozione e lo sviluppo
dei sistemi turistici locali di cui all'articolo 5". Il comma 4 dell'articolo
6 della citata legge n. 135 del 2001 è abrogato.
3. All'articolo 5, comma 3, del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56,
le parole: "a norma del comma 2 si provvede entro il 30 settembre 2002,
sulla base dei dati consuntivi risultanti per l'anno 2001" sono sostituite
dalle seguenti: "a norma del comma 2 si provvede, entro il 30 novembre
2003, sulla base dei dati consuntivi risultanti per l'anno 2002".
4. L'articolo 6 del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56, è sostituito
dal seguente:
"Art. 6. - (Rideterminazione delle aliquote per il finanziamento delle
funzioni conferite) - 1. Il trasferimento dal bilancio dello Stato delle risorse
individuate dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, emanati ai
sensi dell'articolo 7 della legge 15 marzo 1997, n. 59, ad esclusione di quelle
relative all'esercizio delle funzioni nel settore del trasporto pubblico locale,
cessa a decorrere dal 1 gennaio 2004.
2. Entro il 30 giugno 2003, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri,
su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, vengono rideterminate le aliquote di cui agli articoli
2 e 3 e la quota di compartecipazione di cui all'articolo 4, al fine di assicurare
la necessaria copertura degli oneri connessi alle funzioni attribuite alle regioni
a statuto ordinario".
5. Per gli anni 2001 e 2002 la perdita di gettito realizzata dalle regioni a
statuto ordinario derivante dalla riduzione dell'accisa sulla benzina a lire
242 a litro, non compensata dal maggiore gettito delle tasse automobilistiche,
come determinato dall'articolo 17, comma 22, della legge 27 dicembre 1997, n.
449, è assunta a carico del bilancio dello Stato nella misura complessiva
annua di euro 342,583 milioni da erogare, rispettivamente, negli anni 2003 e
2004.
Alla ripartizione tra le regioni del suddetto importo si provvede con decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano.
6. In attuazione dell'articolo 38 dello statuto della Regione siciliana, di
cui al regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, convertito dalla legge
costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2, il contributo di solidarietà nazionale
per gli anni 2001-2005, quantificato in 80 milioni di euro per ciascun anno,
è corrisposto alla regione Sicilia mediante limiti di impegno quindicennali
pari a 23 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2004, a 8 milioni di euro a
decorrere dall'anno 2005 e ad ulteriori 8 milioni di euro a decorrere dall'anno
2006. Utilizzando la proiezione pluriennale di tale somma, la regione è
autorizzata a contrarre mutui di durata quindicennale.
L'erogazione del contributo è subordinata alla redazione di un piano
economico degli investimenti che la regione Sicilia è tenuta a realizzare,
finalizzato all'aumento del rapporto tra PIL regionale e PIL nazionale.
7. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge,
è avviata con la regione Valle d'Aosta-Vallee d'Aoste in apposita sede
tecnica la procedura, secondo le modalità previste dallo statuto della
regione medesima, per la definizione di un'intesa volta a regolare i rapporti
finanziari tra lo Stato e la regione compresi quelli connessi alle competenze
in materia sanitaria.
8. Per la copertura del maggiore fabbisogno della spesa sanitaria di cui all'articolo
101 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, come modificato dall'articolo 52,
comma 3, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, quantificato in 196 milioni di
euro annui, alla regione Friuli Venezia Giulia è riconosciuta, a decorrere
dall'anno 2003, una maggiore compartecipazione ai tributi statali di pari importo.
9. Al fine di regolare i rapporti finanziari tra lo Stato e la regione Friuli
Venezia Giulia conseguenti al trasferimento a carico dello Stato degli oneri
connessi al personale e alle funzioni ATA di cui all'articolo 8 della legge
3 maggio 1999, n. 124, nonché all'assegnazione alle province dell'imposta
sulle formalità di trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli
al pubblico registro automobilistico (PRA) di cui all'articolo 56 del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e all'assegnazione agli enti locali dell'aumento
dell'addizionale provinciale e comunale sul consumo di energia elettrica, di
cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 28 novembre 1988, n. 511, convertito,
con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 1989, n. 20, come sostituito dall'articolo
10, comma 9, della legge 13 maggio 1999, n. 133, la compartecipazione ai tributi
statali della regione Friuli Venezia Giulia è ridotta, a decorrere dall'anno
2003, per un importo complessivo di 49 milioni di euro annui.
10. All'articolo 49, primo comma, numero 4), dello statuto speciale della regione
Friuli Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.
1, e successive modificazioni, le parole: "sei decimi" sono sostituite
dalle seguenti: "otto decimi" in attuazione dei commi 8 e 9.
11. Restano fermi i limiti di impegno di 13 milioni di euro a decorrere dall'anno
2002 e di 25,82 milioni di euro a decorrere dall'anno 2003 stabiliti dall'articolo
101 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, come modificato dall'articolo 52,
comma 3, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, limitatamente ai mutui già
assunti dalla regione.
12. Ai fini della definizione dei rapporti finanziari pregressi tra lo Stato
e la regione Friuli Venezia Giulia le devoluzioni alla regione sono ridotte
dell'importo di euro 54 milioni. Detto importo è pari alla differenza
tra i crediti dello Stato, di cui alla normativa richiamata al comma 9, relativi
alle risorse connesse all'attribuzione alle province dell'imposta sulle formalità
di trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli al PRA relativa agli anni
1999-2002, all'assegnazione agli enti locali dell'incremento dell'addizionale
provinciale e comunale sul consumo di energia elettrica relativa agli anni 2000-2002,
nonché alle risorse relative alle funzioni e al personale ATA per gli
anni 2000-2002, e i debiti dello Stato per la copertura del maggiore fabbisogno
sanitario relativo all'anno 2000. La riduzione è operata in misura pari
a euro 14 milioni nell'anno 2003 e a euro 20 milioni in ciascuno degli anni
2004 e 2005.
13. La regione Friuli Venezia Giulia può destinare a spese d'investimento
per lo sviluppo dei settori produttivi gli importi ad essa spettanti ai sensi
dell'articolo 11 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, e dell'articolo 12, commi
1 e 2, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
14. Nel caso in cui dovesse verificarsi una significativa modificazione del
quadro finanziario di riferimento, lo Stato e la regione Friuli Venezia Giulia
provvedono alla revisione dei rapporti regolati dal presente articolo, secondo
le procedure previste dall'articolo 63, quinto comma, dello statuto speciale
della regione Friuli Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio
1963.
15. Qualora gli enti territoriali ricorrano all'indebitamento per finanziare
spese diverse da quelle di investimento, in violazione dell'articolo 119 della
Costituzione, i relativi atti e contratti sono nulli. Le sezioni giurisdizionali
regionali della Corte dei conti possono irrogare agli amministratori, che hanno
assunto la relativa delibera, la condanna ad una sanzione pecuniaria pari ad
un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte l'indennità di
carica percepita al momento di commissione della violazione.
Art. 31
Disposizioni varie per gli enti locali
1. I trasferimenti erariali per l'anno 2003 di ogni singolo ente locale sono
determinati in base alle disposizioni recate dagli articoli 24 e 27 della legge
28 dicembre 2001, n. 448. L'incremento delle risorse, pari a 151 milioni di
euro, derivante dall'applicazione del tasso programmato di inflazione per l'anno
2003 alla base di calcolo definita dall'articolo 49, comma 6, della legge 27
dicembre 1997, n. 449, è distribuito secondo i criteri e per le finalità
di cui all'articolo 31, comma 11, della legge 23 dicembre 1998, n. 448. Sono
definitivamente attribuiti al fondo ordinario gli importi di cui all'articolo
49, comma 1, lettere a) e c), della legge 27 dicembre 1997 n. 449, e di cui
all'articolo 1, comma 164, della legge 23 dicembre 1996, n. 662.
2. Per l'anno 2003 è attribuito un contributo statale di 300 milioni
di euro che, previa attribuzione dell'importo di 20 milioni di euro a favore
delle unioni di comuni e di 5 milioni di euro a favore delle comunità
montane ad incremento del contributo di cui al comma 6, per il 50 per cento
è destinato ad incremento del fondo ordinario e per il restante 50 per
cento è distribuito secondo i criteri e per le finalità di cui
all'articolo 31, comma 11, della legge 23 dicembre 1998, n. 448. Ai fini dell'applicazione
dell'articolo 9, comma 3, del decreto legislativo 30 giugno 1997, n. 244, nel
calcolo delle risorse è considerato il fondo perequativo degli squilibri
di fiscalità locale.
3. Fino alla revisione del sistema dei trasferimenti erariali agli enti locali,
salvo quanto previsto dall'articolo 47, comma 1, della legge 27 dicembre 1997
n. 449, e dall'articolo 66, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, le
erogazioni di contributi e di altre assegnazioni per gli enti locali sono disposte
secondo le modalità individuate con il decreto del Ministro dell'interno
21 febbraio 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 56 del 7 marzo 2002.
4. Per l'anno 2003 la dotazione del fondo nazionale ordinario per gli investimenti,
di cui all'articolo 34, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.
504, è incrementata di complessivi 60 milioni di euro.
5. Per l'anno 2003 ai comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti è
concesso un contributo a carico del bilancio dello Stato, entro il limite di
25.000 euro per ciascun ente, fino ad un importo complessivo di 112 milioni
di euro, per le medesime finalità dei contributi attribuiti a valere
sul fondo nazionale ordinario per gli investimenti.
6. Per l'anno 2003 il contributo spettante alle unioni di comuni e alle comunità
montane svolgenti esercizio associato di funzioni comunali è incrementato
di 25 milioni di euro.
7. Allo scopo di realizzare soluzioni integrate per lo sviluppo delle attività
di controllo del territorio finalizzate a incrementare la sicurezza dei cittadini
secondo modelli di polizia di prossimità:
a) l'incremento del contributo destinato all'unione di comuni di cui al comma
6 eaumentato di ulteriori 5 milioni di euro per l'esercizio in forma congiunta
dei servizi di 'polizia locale, destinati a finalità di investimento;
b) gli enti locali, nell'ambito dei propri poteri pianificatori del territorio,
possono prevedere che le sedi di servizio e caserme occorrenti per la realizzazione
dei presidi di polizia siano inserite tra le opere di urbanizzazione secondaria.
A tal fine, il decreto ministeriale di cui all'articolo 41-quinquies della legge
17 agosto 1942, n. 1150, può prevedere, su proposta del Ministro dell'
interno, la quantità complessiva di spazi pubblici da destinare prioritariamente
all'insediamento delle predette sedi di servizio o caserme;
c) l'Amministrazione della pubblica sicurezza provvede all' adeguamento funzionale
ed all'avvio del programma di ridislocazione dei presidi di polizia, contestualmente
alla progressiva ridotazione delle risorse occorrenti, determinate in 25 milioni
di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005.
8. Per l'anno 2003 l'aliquota di compartecipazione dei comuni al gettito dell'IRPEF
di cui all'articolo 67, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, come
sostituito dall'articolo 25, comma 5, della legge 28 dicembre 2001, n. 448,
è stabilita nella misura del 6,5 per cento. Per lo stesso anno 2003 eistituita
per le province una compartecipazione al gettito dell'IRPEF nella misura dell'1
per cento del riscosso in conto competenza affluito al bilancio dello Stato
per l'esercizio 2002, quali entrate derivanti dall'attività ordinaria
di gestione iscritte al capitolo 1023. Per le province si applicano le modalità
di riparto e di attribuzione previste per i comuni dalla richiamata normativa.
9. Al comma 6 dell'articolo 67 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, dopo le
parole: "Per i comuni" sono inserite le seguenti: "e le province"
e, alla fine del periodo, le parole: "e comuni" sono sostituite dalle
seguenti: ", province e comuni".
10. A decorrere dal 1 gennaio 2003, le basi di calcolo dei sovracanoni di cui
all'articolo 27, comma 10, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, sono fissate
rispettivamente in 18 euro e 4,50 euro.
11. Fermo restando quanto previsto per l'anno 2002 dal comma 11 dell'articolo
53 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, come sostituito dall'articolo 26 della
legge 28 dicembre 2001, n. 448, a decorrere dall'anno 2003, il fondo per lo
sviluppo degli investimenti degli enti locali di cui all'articolo 28, comma
1, lettera c), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, è determinato
annualmente nella misura necessaria all'attribuzione dei contributi sulle rate
di ammortamento dei mutui ancora in essere e dei mutui contratti o concessi
ai sensi dell'articolo 46-bis del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito,
con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85.
12. Nei confronti degli enti locali per i quali, a motivo dell'inesistenza o
insufficienza dei trasferimenti erariali spettanti per gli anni 1999 e seguenti,
non si è reso possibile operare in tutto o in parte le riduzioni dei
trasferimenti previste dalle disposizioni di cui all'articolo 61 del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, all'articolo 8 della legge 3 maggio 1999,
n. 124, e all'articolo 10, comma 11, della legge 13 maggio 1999, n. 133, al
completamento di tali riduzioni si provvede:
a) per i comuni, per l'anno 2003, in sede di erogazione da parte del Ministero
dell'interno della compartecipazione al gettito IRPEF 2003 di cui all'articolo
67 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, nella misura stabilita dal comma 8
del presente articolo o, in caso di insufficienza della quota di compartecipazione,
in sede di erogazione delle somme eventualmente spettanti a titolo di addizionale
all'IRPEF. Le somme così recuperate sono portate, con apposito decreto
del Ministro dell'interno, in aumento della dotazione del pertinente capitolo
1316 dello stato di previsione del proprio Ministero, ai sensi dell'articolo
2 comma 4-quinquies, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni;
b) per le province, a decorrere dall'anno 2003, all'atto della devoluzione alle
stesse del gettito d'imposta RC auto da parte dei concessionari e sulla base
degli importi all'uopo comunicati per ciascuna provincia dal Ministero dell'interno.
Le somme recuperate sono annualmente versate all'entrata del bilancio dello
Stato per essere successivamente riassegnate, con decreto del Ministro dell'economia
e delle finanze, al pertinente capitolo 1316 dello stato di previsione del Ministero
dell'interno.
13. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore
della presente legge, sono stabiliti i criteri e le modalità per l'applicazione
delle disposizioni di cui al comma 12.
14. Per il recupero di somme a qualunque titolo dovute dagli enti locali, il
Ministero dell'interno è autorizzato a decurtare i trasferimenti erariali
spettanti nella misura degli importi dovuti o, in caso di insufficienza dei
trasferimenti, a prelevare gli importi dalle somme spettanti a titolo di compartecipazione
al gettito dell'IRPEF. E fatta salva la facoltà, su richiesta dell'ente,
di procedere alla rateizzazione fino a tre anni degli importi dovuti, ai sensi
dell'articolo 8, comma 3, del decreto-legge 1 luglio 1986, n. 318, convertito,
con modificazioni, dalla legge 9 agosto 1986, n. 488, e successive modificazioni,
ovvero, in caso di incapienza dei trasferimenti erariali e delle somme spettanti
a titolo di compartecipazione al gettito dell'IRPEF, di procedere alla rateizzazione
in dieci annualità decorrenti dall'esercizio successivo a quello della
determinazione definitiva dell'importo da recuperare.
15. In attesa che venga data attuazione al titolo V della parte seconda della
Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.
3, e che venga formulata la proposta al Governo dall'Alta Commissione di cui
all'articolo 3, comma 1, lettera b), della presente legge, in ordine ai principi
generali del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario,
sono abrogate le disposizioni del titolo VIII della parte II del testo unico
di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che disciplinano l'assunzione
di mutui per il risanamento dell'ente locale dissestato, nonché la contribuzione
statale sul relativo onere di ammortamento. Resta ferma l'applicazione delle
predette disposizioni per il risanamento degli enti dissestati la cui deliberazione
di dissesto è stata adottata prima della data di entrata in vigore della
legge costituzionale n. 3 del 2001.
16. In deroga alle disposizioni dell'articolo 3, comma 3, della legge 27 luglio
2000. n. 212, concernente l'efficacia temporale delle norme tributarie, i termini
per la liquidazione e l'accertamento dell'imposta comunale sugli immobili, che
scadono il 31 dicembre 2002, sono prorogati al 31 dicembre 2003, limitatamente
alle annualità d'imposta 1998 e successive.
17. All'articolo 8, comma 1, lettera d), de decreto-legge 27 ottobre 1995, n.
444, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 1995, n. 539, come
modificato dall'articolo 53, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, n. 388,
i numeri 4) e 4-bis) sono sostituiti dai seguenti:
"4) anno 2003 per i comuni con popolazione da 3.000 a 4.999 abitanti;
4-bis) anno 2004 per i comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti".
18. L'esenzione degli immobili destinati ai compiti istituzionali posseduti
dai consorzi tra enti territoriali, prevista all'articolo 7, comma 1, lettera
a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, ai fini dell'imposta comunale
sugli immobili, si deve intendere applicabile anche ai consorzi tra enti territoriali
ed altri enti che siano individualmente esenti ai sensi della stessa disposizione.
19. Le comunicazioni relative ai matrimoni e ai decessi di cui all'articolo
34 della legge 21 luglio 1965, n. 903, sono fornite in via telematica entro
quindici giorni dalla data dell'evento, secondo le specifiche tecniche definite
dall'istituto nazionale della previdenza sociale (INPS). L'INPS, sulla scorta
dei dati del Casellario delle pensioni, comunica le informazioni ricevute dai
comuni agli enti erogatori di trattamenti pensionistici per gli adempimenti
di competenza. Il Casellario delle pensioni mette a disposizione dei comuni
le proprie banche dati.
20. I comuni, quando attribuiscono ad un terreno la natura di area fabbricabile,
ne danno comunicazione al proprietario a mezzo del servizio postale con modalità
idonee a garantirne l'effettiva conoscenza da parte del contribuente.
21. All'articolo 11, comma 1, lettera a), del regolamento recante norme per
la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio
di gestione del ciclo dei rifiuti urbani, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, le parole: "tre anni" sono sostituite
dalle seguenti: "quattro anni".
22. Le disposizioni previste dall'articolo 27, comma 2, della legge 29 aprile
1949, n. 264, e successive modificazioni, non si intendono applicabili per le
esigenze dirette a sopperire, per un periodo non superiore a quindici giorni,
alle necessità di erogazione di servizi pubblici essenziali da parte
degli enti territoriali.
Art. 32.
(Flussi di tesoreria e dati di cassa)
1. Per il triennio 2003-2005 conservano validità le disposizioni di cui
all'articolo 66, commi 1 e 2, della legge 23 dicembre 2000, n. 388.
2. In relazione all'esigenza di definire i risultati trimestrali e annuali dei
conti pubblici per la predisposizione del conto economico delle pubbliche amministrazioni,
a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, il termine
di invio dei dati cumulati della gestione di cassa che le regioni e gli enti
del settore pubblico di cui all'articolo 25 della legge 5 agosto 1978, n. 468,
e successive modificazioni, devono trasmettere al Ministero dell'economia e
delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, ai sensi
dell'articolo 30 della citata legge n. 468 del 1978, è fissato al 20
del mese successivo alla scadenza del periodo di riferimento.
3. Ai soli fini di consentire l'elaborazione dei conti consolidati di settore
e definire i risultati annuali e trimestrali dei conti pubblici, gli obblighi
informativi di cui al comma 2 sono estesi agli enti previdenziali trasformati
in associazioni o fondazioni, ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 1994,
n. 509, e successive modificazioni, e agli enti previdenziali di categorie professionali
costituiti ai sensi del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, ferma
restando la loro autonomia patrimoniale e gestionale.
4. Per l'esercizio in corso alla data di entrata in vigore della presente legge,
le imprese individuali con volume di affari annuo fino a 75.000 euro che svolgono
attività nei piccoli comuni di montagna con popolazione fino a 1.000
abitanti, non turistici o che abbiano avuto una riduzione media della popolazione
residente nell'ultimo triennio, possono dedurre dal reddito d'impresa, fino
a concorrenza dello stesso, l'importo di 3.000 euro.
5. Nel primo periodo del comma 2 dell'articolo 14 della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, le parole: "117.797.672,84 euro" sono sostituite dalle seguenti:
"159.114.224,77 euro".
Art. 33.
(Rinnovi contrattuali e disposizioni sul controllo della contrattazione integrativa)
1. Ai fini di quanto disposto dall'articolo 48, comma 1, del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165, le risorse per la contrattazione collettiva nazionale
previste dall'articolo 16, comma 1, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, a
carico del bilancio statale, sono incrementate, a decorrere dall'anno 2003,
di 570 milioni di euro da destinare anche all'incentivazione della produttività.
All'articolo 16, comma 1, primo periodo, della citata legge n. 448 del 2001,
le parole: "per ciascuno degli anni del biennio" sono sostituite dalle
seguenti: "dall'anno 2003".
2. Le risorse previste dall'articolo 16, comma 2, della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, per corrispondere i miglioramenti retributivi al personale statale in
regime di diritto pubblico sono incrementate, a decorrere dall'anno 2003, di
208 milioni di euro, di cui 185 milioni di euro da destinare ai trattamenti
economici, finalizzati anche all'incentivazione della produttività, del
personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia di cui al decreto legislativo
12 maggio 1995, n. 195, e successive modificazioni, mediante l'attivazione delle
apposite procedure previste dallo stesso decreto legislativo n. 195 del 1995.
A decorrere dall'anno 2003 è stanziata una ulteriore somma di 22 milioni
di euro, di cui 15 milioni di euro da destinare ai dirigenti delle Forze armate
e delle Forze di polizia, osservate le procedure di cui all'articolo 19, comma
4, della legge 28 luglio 1999, n. 266, 5 milioni di euro da destinare ai funzionari
della carriera prefettizia e 2 milioni di euro da destinare al personale della
carriera diplomatica. In aggiunta a quanto previsto dall'articolo 16, comma
4, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, per la progressiva attuazione del disposto
di cui all'articolo 7 della legge 29 marzo 2001, n. 86, sono stanziate le ulteriori
somme di 50 milioni di euro per l'anno 2003, di 150 milioni di euro per l'anno
2004 e di 500 milioni di euro a decorrere dall'anno 2005. Fino a quando non
saranno approvate le norme per il riordinamento della dirigenza del personale
delle Forze di polizia ad ordinamento civile e degli ufficiali di grado corrispondente
delle Forze di polizia ad ordinamento militare e delle Forze armate, in armonia
con i trattamenti economici della dirigenza pubblica e tenuto conto delle disposizioni
del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono stanziati 35 milioni di
euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005, al fine di assicurare una graduale
valorizzazione dirigenziale dei trattamenti economici dei funzionari del ruolo
dei commissari e qualifiche o gradi corrispondenti della stessa Polizia di Stato,
delle altre Forze di polizia e delle Forze armate, anche attraverso l'attribuzione
di trattamenti perequativi da disporre con decreto del Ministro per la funzione
pubblica, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro
dell'interno e gli altri Ministri interessati.
3. Le somme di cui ai commi 1 e 2, comprensive degli oneri contributivi ai fini
previdenziali e dell'imposta regionale sulle attività produttive di cui
al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, costituiscono l'importo complessivo
massimo di cui all'articolo 11, comma 3, lettera h), della legge 5 agosto 1978,
n. 468, e successive modificazioni.
4. Ai sensi dell'articolo 48, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165, gli oneri derivanti dai rinnovi contrattuali per il biennio 2002-2003
del personale dei comparti degli enti pubblici non economici, delle regioni
e delle autonomie locali, del Servizio sanitario nazionale, delle istituzioni
e degli enti di ricerca e sperimentazione, delle università, nonché
degli enti di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165, e successive modificazioni, e gli oneri per la corresponsione
dei miglioramenti economici al personale di cui all'articolo 3, comma 2, del
predetto decreto legislativo, sono a carico delle amministrazioni di competenza
nell'ambito delle disponibilità dei rispettivi bilanci. I comitati di
settore, in sede di deliberazione degli atti di indirizzo previsti dall'articolo
47, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si attengono ai
criteri previsti per il personale delle amministrazioni di cui al comma 1 del
presente articolo e provvedono alla quantificazione delle risorse necessarie
per l'attribuzione dei medesimi benefici economici individuando le quote da
destinare all'incentivazione della produttività.
5. Al quarto periodo del comma 3-ter dell'articolo 39 della legge 27 dicembre
1997, n. 449, e successive modificazioni, dopo le parole:
"per gli enti pubblici non economici" sono inserite le seguenti: "e
per gli enti e le istituzioni di ricerca".
6. A decorrere dal 1 gennaio 2003, in relazione alla peculiarità dell'attività
svolta nel soccorso tecnico urgente dal personale del settore aeronavigante
e dal personale specialista del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che richiede
elevati livelli di specializzazione in rapporto alle accresciute esigenze di
sicurezza del Paese, ed anche al fine di garantire il progressivo allineamento
alle indennità corrisposte al personale specialista delle Forze di polizia,
le risorse di cui al comma 2, lettera d), dell'articolo 47 del contratto collettivo
nazionale di lavoro del comparto aziende e amministrazioni autonome dello Stato
del 24 maggio 2000, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale
n. 142 del 20 giugno 2000, sono incrementate di euro 1.640.000 e di euro 290.000
da destinare, con modalità e criteri da definire in sede di contrattazione
integrativa, rispettivamente ai profili del settore aeronavigante del Corpo
nazionale dei vigili del fuoco istituiti dall'articolo 28 dello stesso contratto
collettivo nazionale ed al personale in possesso di specializzazione di sommozzatore
in servizio presso le sedi di nucleo. Per le medesime finalità sono altresì
incrementate le risorse di cui al comma 1 del presente articolo di un importo
pari a euro 1.070.000 da destinare al trattamento accessorio dei padroni di
barca, motoristi navali e dei comandanti di altura in servizio nei distaccamenti
portuali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
7. A decorrere dal 1 gennaio 2003, le risorse da far confluire nel fondo unico
di amministrazione, di cui all'articolo 31 del contratto collettivo nazionale
di lavoro del 16 febbraio 1999, relativo al personale del comparto ministeri,
pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 46 del 25 febbraio
1999, istituito presso il Ministero della giustizia, sono incrementate di 4
milioni di euro per l'anno 2003 e di 6 milioni di euro a decorrere dall'anno
2004, da utilizzare per riconoscere al personale delle aree funzionali dell'amministrazione
penitenziaria preposto alla direzione degli istituti penitenziari, degli ospedali
psichiatrici giudiziari e dei centri di servizio sociale per adulti uno specifico
emolumento inteso a compensare i rischi e le responsabilità connesse
all'espletamento delle attività stesse.
Art. 34
Organici, assunzioni di personale e razionalizzazione di enti e organismi pubblici
1. Le amministrazioni pubbliche di cui agli articoli 1, comma 2, e 70, comma
4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni,
ad esclusione dei comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, provvedono
alla rideterminazione delle dotazioni organiche sulla base dei principi di cui
all'articolo 1, comma 1, del predetto decreto legislativo e, comunque, tenuto
conto:
a) del processo di riforma delle amministrazioni in atto ai sensi della legge
15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, della legge 6 luglio 2002.
n. 137, nonché delle disposizioni relative al riordino e alla razionalizzazione
di specifici settori;
b) dei processi di trasferimento di funzioni alle regioni e agli enti locali
derivanti dall'attuazione della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni,
e dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;
c) di quanto previsto dal capo III del titolo III della legge 28 dicembre 2001,
n. 448.
2. In sede di applicazione delle disposizioni di cui al comma 1 è assicurato
il principio dell'invarianza della spesa e le dotazioni organiche rideterminate
non possono comunque superare il numero dei posti di organico complessivi vigenti
alla data del 29 settembre 2002.
3. Sino al perfezionamento dei provvedimenti di rideterminazione di cui al comma
1, le dotazioni organiche sono provvisoriamente individuate in misura pari ai
posti coperti al 31 dicembre 2002, tenuto anche conto dei posti per i quali
alla stessa data risultino in corso di espletamento procedure di reclutamento,
di mobilità o di riqualificazione del personale. Sono fatti salvi gli
effetti derivanti dall'applicazione dell'articolo 3, comma 7, ultimo periodo,
della legge 15 luglio 2002, n. 145, nonché dai provvedimenti di riorganizzazione
delle amministrazioni pubbliche previsti dalla legge 6 luglio 2002, n. 137,
già formalmente avviati alla data del 31 dicembre 2002, e dai provvedimenti
di indisponibilità emanati in attuazione dell'articolo 52, comma 68,
della legge 28 dicembre 2001, n. 448, e registrati presso l'ufficio centrale
del bilancio entro la predetta data del 31 dicembre 2002.
4. Per l'anno 2003 alle amministrazioni di cui al comma 1, ivi comprese le Forze
armate, i Corpi di polizia e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è
fatto divieto di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato,
fatte salve le assunzioni di personale relative a figure professionali non fungibili
la cui consistenza organica non sia superiore all'unità, nonché
quelle relative alte categorie protette. Per le Forze armate, i Corpi di polizia
e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono fatte salve le assunzioni autorizzate
per l'anno 2002 sulla base dei piani annuali e non ancora effettuate alla data
di entrata in vigore della presente legge nonché quelle connesse con
la professionalizzazione delle Forze armate di cui al decreto legislativo 8
maggio 2001, n. 215, nel limite degli oneri indicati dalla legge 14 novembre
2000, n. 331.
5. In deroga al divieto di cui al comma 4, per effettive, motivate e indilazionabili
esigenze di servizio e previo esperimento delle procedure di mobilità,
le amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo, le agenzie, gli
enti pubblici non economici, le università e gli enti di ricerca possono
procedere ad assunzioni nel limite di un contingente di personale complessivamente
corrispondente ad una spesa annua lorda a regime pari a 220 milioni di euro.
A tale fine è costituito un apposito fondo nello stato di previsione
della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze con uno stanziamento
pari a 80 milioni di euro per l'anno 2003 e a 220 milioni di euro a decorrere
dall'anno 2004.
6. Le deroghe di cui al comma 5 sono autorizzate secondo la procedura di cui
all'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive
modificazioni. Nell'ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni,
è prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti
a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali,
alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza
antincendi, alla ricerca scientifica e tecnologica, al settore della giustizia
e alla tutela dei beni culturali, nonché dei vincitori di concorsi espletati
alla data del 29 settembre 2002 e di quelli in corso di svolgimento alla medesima
data che si concluderanno con l'approvazione della relativa graduatoria di merito
entro e non oltre il 31 dicembre 2002. Per le Forze armate, i Corpi di polizia
e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco le richieste di assunzioni sono corredate
da specifici programmi recanti anche l'indicazione delle esigenze più
immediate e urgenti al fine di individuare, ove necessario, un primo contingente
da autorizzare entro il 31 gennaio 2003 a valere sulle disponibilità
del fondo di cui al comma 5.
7. Allo scopo di conseguire un più elevato livello di efficienza ed efficacia
nello svolgimento dei compiti e delle funzioni istituzionali, la dotazione organica
del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è incrementata di 230 unità.
Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze, si provvede alla distribuzione per profili professionali delle
predette unità e contestualmente alla rideterminazione delle dotazioni
organiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per qualifiche dirigenziali,
per profili professionali, posizioni economiche e sedi di servizio, nel limite
del numero dei posti dell'organico vigente come incrementato dal presente comma
nonché nel limite dei relativi oneri complessivi previsti dal presente
comma. Alla copertura dei posti derivanti dal predetto incremento di organico
disponibili nel profilo di vigile del fuoco si provvede, nella misura del 75
per cento, mediante l'assunzione degli idonei della graduatoria del concorso
pubblico a 184 posti di vigile del fuoco, indetto con decreto del Ministero
dell'interno del 6 marzo 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4° serie
speciale, n. 24 del 27 marzo 1998, che rimane valida fino al 31 dicembre 2005.
Per il rimanente 25 per cento e per i posti eventualmente non coperti con la
predetta graduatoria, si provvede con gli idonei della graduatoria del concorso
per titoli a 173 posti di vigile del fuoco, indetto con decreto del Ministero
dell'interno del 5 novembre 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4°
serie speciale, n. 92 del 20 novembre 2001. Gli oneri derivanti dall'incremento
della dotazione organica sono determinati nel limite della misura massima complessiva
di 4.571.000 euro per l'anno 2003, di 7.044.000 euro per l'anno 2004 e di 7.421.000
euro a decorrere dall'anno 2005. Le assunzioni del personale operativo portato
in aumento vengono effettuate nell'anno 2003 in deroga al divieto di cui al
comma 4 ed alle vigenti procedure di programmazione e di approvazione.
8. In relazione alle esigenze di cui all'articolo 21 della legge 28 dicembre
2001, n. 448, e fermo restando quanto ivi previsto, a decorrere dall'anno 2003
è autorizzata l'ulteriore spesa di 17 milioni di euro per l'arruolamento
di un contingente aggiuntivo di carabinieri in ferma quadriennale comunque non
superiore a 560 unità. In relazione alle esigenze di cui all'articolo
33, comma 2, della legge 1 agosto 2002, n. 166, e fermo restando quanto ivi
previsto, a decorrere dall'anno 2003 è autorizzata l'ulteriore spesa
di 3 milioni di euro per l'arruolamento di un contingente aggiuntivo di volontari
in servizio permanente comunque non superiore a 110 unità e ad incremento
della dotazione organica fissata dall'articolo 2 del decreto legislativo 12
maggio 1995, n. 196. Contestualmente il contingente di militari di truppa chiamati
ad assolvere il servizio militare obbligatorio nel Corpo delle capitanerie di
porto è ridotto nell'anno 2003 a 2.811 unità e nell'anno 2004
a 2.575 unità.
9. All'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 199,
e successive modificazioni, dopo le parole: "in conseguenza delle azioni
criminose di cui all' articolo 82, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n.
388, ed alle leggi ivi richiamate" sono aggiunte le seguenti: "ovvero
per effetto di ferite o lesioni riportate nell'espletamento di servizi di polizia
o di soccorso pubblico".
10. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 non si applicano alle Forze armate,
al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ai Corpi di polizia e al personale
della carriera diplomatica e prefettizia. Le disposizioni di cui ai commi 1,
2, 3, 4, 5 e 6 non si applicano ai magistrati ordinari, amministrativi e contabili,
agli avvocati e procuratori dello Stato e agli ordini e collegi professionali
e alle relative federazioni nonché al compatto scuola, per il quale trovano
applicazione le disposizioni di cui agli articoli 22 della legge 28 dicembre
2001, n. 448, e 35 della presente legge. Per le regioni e le autonomie locali,
nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale si applicano le
disposizioni di cui al comma 11.
11. Ai fini del concorso delle autonomie regionali e locali al rispetto degli
obiettivi di finanza pubblica, con decreti del Presidente del Consiglio dei
ministri da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, previo accordo tra Governo; regioni e autonomie locali da concludere
in sede di Conferenza unificata, sono fissati per le amministrazioni regionali,
per le province e i comuni con popolazione superiore a
5.000 abitanti che abbiano rispettato le regole del patto di stabilità
interno per l'anno 2002, per gli altri enti locali e per gli enti del Servizio
sanitario nazionale, criteri e limiti per le assunzioni a tempo indeterminato
per l'anno 2003. Tali assunzioni, fatto salvo il ricorso alle procedure di mobilità,
devono, comunque, essere contenute, fatta eccezione per il personale infermieristico
del Servizio sanitario nazionale, entro percentuali non superiori al 50 per
cento delle cessazioni dal servizio verificatesi nel corso dell'anno 2002 tenuto
conto, in relazione alla tipologia di enti, della dimensione demografica, dei
profili professionali del personale da assumere, della essenzialità dei
servizi da garantire e dell'incidenza delle spese del personale sulle entrate
correnti. Per gli enti del Servizio sanitario nazionale possono essere disposte
esclusivamente assunzioni, entro i predetti limiti, di personale appartenente
al ruolo sanitario. Non può essere stabilita, in ogni caso, una percentuale
superiore al 20 per cento per i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti
e le province che abbiano un rapporto dipendenti-popolazione superiore a quello
previsto dall'articolo 119, comma 3, del decreto legislativo 25 febbraio 1995,
n. 77, e successive modificazioni, maggiorato del 30 per cento o la cui percentuale
di spesa del personale rispetto alle entrate correnti sia superiore alla media
regionale per fasce demografiche. I singoli enti locali in caso di assunzioni
di personale devono autocertificare il rispetto delle disposizioni relative
al patto di stabilità interno per l'anno 2002. Fino all'emanazione dei
decreti di cui al presente comma trovano applicazione le disposizioni di cui
al comma 4. Nei confronti delle province e dei comuni con popolazione superiore
a 5.000 abitanti che non abbiano rispettato le regole del patto di stabilità
interno per l'anno 2002 rimane confermata la disciplina delle assunzioni a tempo
indeterminato prevista dall'articolo 19 della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
In ogni caso sono consentite, previa autocertificazione degli enti, le assunzioni
connesse al passaggio di funzioni e competenze alle regioni e agli enti locali
il cui onere sia coperto dai trasferimenti erariali compensativi della mancata
assegnazione delle unità di personale.
Con i decreti di cui al presente comma è altresì definito, per
le regioni, per le autonomie locali e per gli enti del Servizio sanitario nazionale,
l'ambito applicativo delle disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 del presente
articolo. Con decreto del Ministero delle attività produttive, sono individuati
per le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e l'Unioncamere
specifici indicatori volti a definire le condizioni di equilibrio economico-finanziario.
12. I termini di validità delle graduatorie per le assunzioni di personale
presso le amministrazioni pubbliche che per l'anno 2003 sono soggette a limitazioni
delle assunzioni di personale sono prorogati di un anno. La durata delle idoneità
conseguite nelle procedure di valutazione comparativa per la copertura di posti
di professore ordinario e associato di cui alla legge 3 luglio 1998, n. 210,
è prorogata per l'anno 2003. All'articolo 16 del decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 503, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
"1-bis. Per le categorie di personale di cui all'articolo 1 della legge
19 febbraio 1981, n. 27, la facoltà di cui al comma 1 è estesa
sino al compimento del settantacinquesimo anno di età".
13. Per l'anno 2003 le amministrazioni di cui al comma 1 possono procedere all'assunzione
di personale a tempo determinato, ad eccezione di quanto previsto all'articolo
108 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, o
con convenzioni ovvero alla stipula di contratti di collaborazione coordinata
e continuativa nel limite del 90 per cento della spesa media annua sostenuta
per le stesse finalità nel triennio 1999-2001. Tale limitazione non trova
applicazione nei confronti delle regioni e delle autonomie locali, fatta eccezione
per le province e i comuni che per l'anno 2002 non abbiano rispettato le regole
del patto di stabilità interno, nonché nei confronti del personale
infermieristico del Servizio sanitario nazionale. Per il comparto scuola trovano
applicazione le specifiche disposizioni di settore.
13-bis. Per l'anno 2003, per gli enti di ricerca, IIstituto superiore di sanità,
l'Istituto superiore per la prevenzione a la sicurezza del lavoro, gli Istituti
di ricovero e cura a carattere scientifico, l'Agenzia spaziale italiana, l'Ente
per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente, nonché per le università
e le scuole superiori ad ordinamento speciale, sono fatti comunque salvi le
assunzioni di personale a tempo determinato ovvero i contratti di collaborazione
coordinata e continuativa, i cui oneri ricadono su fondi derivanti da contratti
con le istituzioni comunitarie e internazionali di cui all'articolo 5, comma
27, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e da contratti con le imprese; per
le medesime istituzioni sono comunque consentite assunzioni di personale a tempo
determinato nonché la stipula di contratti di collaborazione coordinata
a continuativa per l'attuazione di progetti di ricerca ovvero di progetti finalizzati
al miglioramento dei servizi anche didattici per gli studenti, i cui oneri non
risultino a carico dei bilanci di funzionamento degli enti o del fondo di finanziamento
degli enti o del fondo di finanziamento ordinario delle università.
14. È autorizzato lo stanziamento di 4 milioni di euro per l'anno 2003
in favore dell'istituto superiore di sanità per proseguire l'assolvimento
dei compiti di cui all'articolo 92, comma 7, della legge 23 dicembre 2000, n.
388.
15. Per la prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 2 della legge 23
luglio 1991, n. 233, è autorizzato lo stanziamento di 1 milione di euro
per ciascuno degli anni del triennio 2003-2005.
16. È autorizzato lo stanziamento di 5 milioni di euro per l'anno 2003
in favore dell'Istituto nazionale per la fisica della materia (INFM).
17. Sono escluse dalle limitazioni previste dal comma 13 per la pubblica amministrazione,
le assunzioni di personale delle polizie municipali nel rispetto del patto di
stabilità e dei bilanci comunali, ferme restando le piante organiche
stabilite dalle regioni.
18. Le procedure di conversione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato
dei contratti di formazione e lavoro scaduti nell'anno 2002 o che scadranno
nell'anno 2003 sono sospese sino al 31 dicembre 2003. I rapporti in essere instaurati
con il personale interessato alla predetta conversione sono prorogati al 31
dicembre 2003.
19. I Ministeri della salute, della giustizia, per i beni e le attività
culturali e l'Agenzia del territorio sono autorizzati ad avvalersi, sino al
31 dicembre 2003, del personale in servizio con contratti di lavoro a tempo
determinato, prorogati ai sensi dell'articolo 19, comma 1, dell'articolo 34
e dell'articolo 9, comma 24, della legge 28 dicembre 2001. n. 448.
20. I comandi in atto del personale della società per azioni Poste italiane
e dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, di cui all'articolo 19, comma
9, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, sono prorogati sino al 31 dicembre
2003.
21. In relazione a quanto previsto dal presente articolo, con decreto del Presidente
del Consiglio dei ministri, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata
in vigore della presente legge, su proposta del Ministro per la funzione pubblica,
di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabilite, anche
in deroga alla normativa vigente, procedure semplificate per potenziare e accelerare
i processi di mobilità, anche intercompartimentale, del personale delle
pubbliche amministrazioni.
22. Per ciascuno degli anni 2004 e 2005, a seguito del completamento degli adempimenti
previsti dai commi 1 e 2 e previo esperimento delle procedure di mobilità,
le amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli
enti pubblici non economici con organico superiore a 200 unità sono tenuti
a realizzare una riduzione del personale non inferiore all'1 per cento rispetto
a quello in servizio al 31 dicembre 2003 secondo le procedure di cui all'articolo
39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni. Le altre
amministrazioni pubbliche adeguano le proprie politiche di reclutamento di personale
al principio di contenimento della spesa in coerenza con gli obiettivi fissati
dai documenti di finanza pubblica. A tale fine, secondo modalità indicate
dal Ministero dell'economia e delle finanze d'intesa con la Presidenza del Consiglio
dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica, gli organi competenti ad
adottare gli atti di programmazione dei fabbisogni di personale trasmettono
annualmente alle predette amministrazioni i dati previsionali dei fabbisogni.
Per le Forze armate, i Corpi di polizia e il Corpo nazionale dei vigili del
fuoco trovano applicazione, per ciascuno degli anni 2004 e 2005, i piani previsti
dall'articolo 19, comma 4, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
23. All'articolo 28 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) il comma 1 è sostituito dal seguente:
"1. Al fine di conseguire gli obiettivi di stabilità e crescita,
di ridurre il complesso della spesa di funzionamento delle amministrazioni pubbliche,
di incrementare l'efficienza e di migliorare la qualità dei servizi,
con uno o più regolamenti, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma
2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro il 30 giugno 2003, il Governo,
su proposta del Ministro per la funzione pubblica, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze e con il Ministro interessato, sentite le organizzazioni
sindacali per quanto riguarda i riflessi sulla destinazione del personale, individua
gli enti e gli organismi pubblici, incluse le agenzie, vigilati dallo Stato,
ritenuti indispensabili in quanto le rispettive funzioni non possono più
proficuamente essere svolte da altri soggetti sia pubblici che privati, disponendone
se necessario anche la trasformazione in società per azioni o in fondazioni
di diritto privato, ovvero la fusione o l'accorpamento con enti o organismi
che svolgono attività analoghe o complementari. Scaduto il termine di
cui al presente comma senza che si sia provveduto agli adempimenti ivi previsti,
gli enti, gli organismi e le agenzie per i quali non sia stato adottato alcun
provvedimento sono soppressi e posti in liquidazione";
b) al comma 2, dopo la lettera c), è aggiunta la seguente: "c-bis)
svolgono compiti di garanzia di diritti di rilevanza costituzionale".
24. Il termine di cui all'articolo 18, comma 3, della legge 12 marzo 1999, n.
68, già differito di diciotto mesi dall'articolo 19, comma 1, della legge
28 dicembre 2001, n. 448, è prorogato di ulteriori dodici mesi.
25. All'articolo 28 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate
le seguenti modificazioni:
a) al comma 4, il primo periodo è sostituito dal seguente: "Il corso
di cui al comma 3 ha la durata di dodici mesi ed è seguito, previo superamento
di esame, da un semestre di applicazione presso amministrazioni pubbliche o
private.";
b) il comma 7 è sostituito dal seguente:
"7. In coerenza con la programmazione del fabbisogno di personale delle
amministrazioni pubbliche ai sensi dell'articolo 39 della legge 27 dicembre
1997, n. 449, le amministrazioni di cui al comma 1 comunicano, entro il 30 giugno
di ciascun anno, alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della
funzione pubblica, il numero dei posti che si renderanno vacanti nei propri
ruoli dei dirigenti. Il Dipartimento della funzione pubblica, entro il 31 luglio
di ciascun anno, comunica alla Scuola superiore della pubblica amministrazione
i posti da coprire mediante corso-concorso di cui al comma 3. Il corso-concorso
è bandito dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione entro
il 31 dicembre di ciascun anno".
Art. 35.
(Misure di razionalizzazione in materia di organizzazione scolastica)
1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 22 della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, ed in particolare dal comma 4, le cattedre costituite con orario inferiore
all'orario obbligatorio d'insegnamento dei docenti, definito dal contratto collettivo
nazionale di lavoro, sono ricondotte a 18 ore settimanali, anche mediante l'individuazione
di moduli organizzativi diversi da quelli previsti dai decreti costitutivi delle
cattedre, salvaguardando l'unitarietà d'insegnamento di ciascuna disciplina
e con particolare attenzione alle aree delle zone montane e delle isole minori.
In sede di prima attuazione e fino all'entrata in vigore delle norme di riforma
in materia di istruzione e formazione, il disposto di cui al presente comma
trova applicazione ove, nelle singole istituzioni scolastiche, non vengano a
determinarsi situazioni di soprannumerarietà, escluse quelle derivanti
dall'utilizzazione, per il completamento fino a 18 ore settimanali di insegnamento,
di frazioni di orario già comprese in cattedre costituite fra più
scuole.
2. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della
ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono fissati
i criteri e i parametri per la definizione delle dotazioni organiche dei collaboratori
scolastici in modo da conseguire nel triennio 2003-2005 una riduzione complessiva
del 6 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata
per l'anno scolastico 2002-2003. Per ciascuno degli anni considerati, detta
riduzione non deve essere inferiore al 2 per cento.
3. Rientrano tra le funzioni dei collaboratori scolastici l'accoglienza e la
sorveglianza degli alunni e l'ordinaria vigilanza e assistenza agli alunni durante
la consumazione del pasto nelle mense scolastiche.
4. Dall'anno scolastico 2003-2004 il personale amministrativo, tecnico e ausiliario
del comparto scuola utilizzato presso i distretti scolastici di cui alla parte
I, titolo I, capo II, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile
1994, n. 297, e successive modificazioni, è restituito ai compiti d'istituto.
5. Il personale docente dichiarato inidoneo alla propria funzione per motivi
di salute, ma idoneo ad altri compiti, dalla commissione medica operante presso
le aziende sanitarie locali, qualora chieda di essere collocato fuori ruolo
o utilizzato in altri compiti, è sottoposto ad accertamento medico da
effettuare dalla commissione di cui all'articolo 2-bis, comma 2, del decreto
legislativo 30 aprile 1997, n. 157, come modificato dall'articolo 5 del decreto
legislativo 29 giugno 1998, n. 278, competente in relazione alla sede di servizio.
Tale commissione è competente altresì ad effettuare le periodiche
visite di controllo disposte dall'autorità scolastica. Il personale docente
collocato fuori ruolo o utilizzato in altri compiti per inidoneità permanente
ai compiti di istituto può chiedere di transitare nei ruoli dell'amministrazione
scolastica o di altra amministrazione statale o ente pubblico. Il predetto personale,
qualora non transiti in altro ruolo, viene mantenuto in servizio per un periodo
massimo di cinque anni dalla data del provvedimento di collocamento fuori ruolo
o di utilizzazione in altri compiti. Decorso tale termine, si procede alla risoluzione
del rapporto di lavoro sulla base delle disposizioni vigenti. Per il personale
già collocato fuori ruolo o utilizzato in altri compiti, il termine di
cinque anni decorre dalla data di entrata in vigore della presente legge.
6. Per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario dichiarato inidoneo
a svolgere le mansioni previste dal profilo di appartenenza non si procede al
collocamento fuori ruolo. I collocamenti fuori ruolo eventualmente già
disposti per detto personale cessano il 31 agosto 2003.
7. Ai fini dell'integrazione scolastica dei soggetti portatori di handicap si
intendono destinatari delle attività di sostegno ai sensi dell'articolo
3, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, gli alunni che presentano una
minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva. L'attivazione
di posti di sostegno in deroga al rapporto insegnanti/alunni in presenza di
handicap particolarmente gravi, di cui all'articolo 40 della legge 27 dicembre
1997, n. 449, è autorizzata dal dirigente preposto all'ufficio scolastico
regionale assicurando comunque le garanzie per gli alunni in situazione di handicap
di cui al predetto articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104. All'individuazione
dell'alunno come soggetto portatore di handicap provvedono le aziende sanitarie
locali sulla base di accertamenti collegiali, con modalità e criteri
definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da emanare, d'intesa
con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28
agosto 1997, n. 281, e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari,
su proposta dei Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca
e della salute, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge.
8. Fermo restando il disposto di cui all'articolo 16, comma 3, secondo periodo,
della legge 28 dicembre 2001, n. 448, le economie di spesa derivanti dall'applicazione
del comma 5 del presente articolo sono destinate ad incrementare le risorse
annuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione professionale
del personale docente della scuola, subordinatamente al conseguimento delle
economie medesime. Gli importi di 39 milioni di euro per l'anno 2004, di 58
milioni di euro per l'anno 2005 e di 70 milioni di euro a decorrere dall'anno
2006, sono destinati ad incrementare le risorse per il trattamento accessorio
del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, previa verifica dell'effettivo
conseguimento delle economie derivanti dall'applicazione dei commi 2, 4 e 6.
9. Le istituzioni scolastiche possono deliberare l'affidamento in appalto dei
servizi di pulizia, di igiene ambientale e di vigilanza dei locali scolastici
e delle loro pertinenze, come previsto dall'articolo 40, comma 5, della legge
27 dicembre 1997, n. 449, aderendo prioritariamente alle convenzioni stipulate
ai sensi dell'articolo 26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive
modificazioni, e dell'articolo 59 della legge 23 dicembre 2000, n. 388. La terziarizzazione
dei predetti servizi comporta la indisponibilità dei posti di collaboratore
scolastico della dotazione organica dell'istituzione scolastica per la percentuale
stabilita con il decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università
e della ricerca, emanato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,
per la determinazione degli organici del personale amministrativo, tecnico e
ausiliario del comparto scuola per l'anno scolastico 2002-2003 da ridefinire
anche per tenere conto dell'affidamento in appalto del servizio di vigilanza.
La indisponibilità dei posti permane per l'intera durata del contratto
e non deve determinare posizioni di soprannumerarietà. Con decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro dell'istruzione,
dell'università e della ricerca, previo accertamento della riduzione
delle spese di personale derivante dalla predetta indisponibilità di
posti, sono effettuate le occorrenti variazioni di bilancio per consentire l'attivazione
dei contratti.
Art. 36.
(Indennità e compensi rivalutabili in relazione alla variazione del costo
della vita)
1. Le disposizioni dell'articolo 7, comma 5, del decreto-legge 19 settembre
1992, n. 384, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 novembre 1992, n.
438, come confermate e modificate dall'articolo 1, commi 66 e 67, della legge
23 dicembre 1996, n. 662, e da ultimo dall'articolo 22 della legge 23 dicembre
1999, n. 488, per le amministrazioni di cui agli articoli 1, comma 2, e 70,
comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni,
contenenti il divieto di procedere all'aggiornamento delle indennità,
dei compensi, delle gratifiche, degli emolumenti e dei rimborsi spesa soggetti
ad incremento in relazione alla variazione del costo della vita, continuano
ad applicarsi anche nel triennio 2003-2005. Tale divieto si applica anche agli
emolumenti, indennità, compensi e rimborsi spese erogati, anche ad estranei,
per l'espletamento di particolari incarichi e per l'esercizio di specifiche
funzioni per i quali è comunque previsto il periodico aggiornamento dei
relativi importi nonché, fino alla stipula del contratto annuale di formazione
e lavoro previsto dall'articolo 37 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n.
368, alle borse di studio corrisposte ai medici in formazione specialistica
ai sensi del decreto legislativo 8 agosto 1991, n. 257, il cui ammontare a carico
del Fondo sanitario nazionale rimane consolidato nell'importo previsto dall'articolo
32, comma 12, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche alle amministrazioni
di cui ai decreti legislativi 12 febbraio 1993, n. 39, 21 aprile 1993, n. 124,
ed alle leggi 10 ottobre 1990, n. 287, 31 luglio 1997, n. 249, 14 novembre 1995,
n. 481, 11 febbraio 1994, n. 109, 12 giugno 1990, n. 146, 31 dicembre 1996,
n. 675, 4 giugno 1985, n. 281, e 12 agosto 1982, n. 576, e successive modificazioni.
Art. 37.
(Retribuzione dei giudici della Corte costituzionale)
1. Il primo comma dell'articolo 12 della legge 11 marzo 1953, n. 87, è
sostituito dal seguente:
"I giudici della Corte costituzionale hanno tutti egualmente una retribuzione
corrispondente al più elevato livello tabellare che sia stato raggiunto
dal magistrato della giurisdizione ordinaria investito delle più alte
funzioni, aumentato della metà. Al Presidente è inoltre attribuita
una indennità di rappresentanza pari ad un quinto della retribuzione".
CAPO III
INTERVENTI IN MATERIA PREVIDENZIALE E SOCIALE
Art. 38.
(Gestioni previdenziali)
1. L'adeguamento dei trasferimenti dovuti dallo Stato, ai sensi rispettivamente
dell'articolo 37, comma 3, lettera c), della legge 9 marzo 1989, n. 88, e successive
modificazioni, e dell'articolo 59, comma 34, della legge 27 dicembre 1997, n.
449, e successive modificazioni, è stabilito per l'anno 2003:
a) in 426,75 milioni di euro in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti,
delle gestioni dei lavoratori autonomi, della gestione speciale minatori, nonché
in favore dell'Ente nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori
dello spettacolo (ENPALS);
b) in 105,84 milioni di euro in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti,
ad integrazione dei trasferimenti di cui alla lettera a), della gestione esercenti
attività commerciali e della gestione artigiani.
2. Conseguentemente a quanto previsto dal comma 1, gli importi complessivamente
dovuti dallo Stato sono determinati per l'anno 2003 in 14.651,01 milioni di
euro per le gestioni di cui al comma 1, lettera a), e in 3.620,33 milioni di
euro per le gestioni di cui al comma 1, lettera b).
3. I medesimi complessivi importi di cui ai commi 1 e 2 sono ripartiti tra le
gestioni interessate con il procedimento di cui all'articolo 14 della legge
7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, al netto, per quanto attiene
al trasferimento di cui al comma 1, lettera a), della somma di 1.122,44 milioni
di euro attribuita alla gestione per i coltivatori diretti, mezzadri e coloni
a completamento dell'integrale assunzione a carico dello Stato dell'onere relativo
ai trattamenti pensionistici liquidati anteriormente al 1 gennaio 1989, nonché
al netto delle somme di 2,20 milioni di euro e di 50,99 milioni di euro di pertinenza,
rispettivamente, della gestione speciale minatori e dell' ENPALS.
4. All'articolo 11, comma 4, del decreto legislativo 16 febbraio 1996, n. 104,
recante attuazione della delega conferita dall'articolo 3, comma 27, della legge
8 agosto 1995, n. 335, in materia di dismissioni del patrimonio immobiliare
degli enti previdenziali pubblici e di investimenti degli stessi in campo immobiliare,
dopo il primo periodo è inserito il seguente:
"Nell'ambito della percentuale di cui al primo periodo, l'INAIL destina
specificamente il 5 per cento dei fondi ad asili per l'infanzia e ad altre strutture
a tutela della famiglia" 5. I lavoratori iscritti al Fondo integrativo
dell'assicurazione generale obbligatoria per la invalidità, la vecchiaia
e i superstiti, a favore del personale dipendente dalle aziende private del
gas di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1084, e successive modificazioni,
che, per effetto delle operazioni di separazione societaria in conseguenza degli
obblighi derivanti dal decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, ovvero per
la messa in mobilità a seguito di ristrutturazione aziendale, all'atto
della cessazione del rapporto di lavoro con le predette aziende non abbiano
maturato il diritto alle prestazioni pensionistiche del Fondo stesso, hanno
facoltà, in presenza di contestuale contribuzione figurativa, volontaria
od obbligatoria, nell'assicurazione generale obbligatoria, di proseguire volontariamente
il versamento dei contributi previdenziali nel Fondo, fino al conseguimento
dei requisiti per le predette prestazioni, secondo modalità stabilite
con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, emanato di concerto
con il Ministro dell'economia e delle finanze, e comunque senza oneri aggiuntivi
a carico del bilancio dello Stato.
6. Gli enti erogatori di trattamenti pensionistici possono presentare all'Anagrafe
tributaria la domanda di attribuzione del numero di codice fiscale per i beneficiari
di prestazioni che risiedono all'estero.
7. Nell'ipotesi di periodi non coperti da contribuzione risultanti dall'estratto
conto di cui all'articolo 1, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e successive
modificazioni, relativi all'anno 1998, il termine di prescrizione di cui all'articolo
3, comma 9, lettera a), secondo periodo, della citata legge n. 335 del 1995
è sospeso per un periodo di 18 mesi a decorrere dal 1 gennaio 2003.
8. Il comma 6 dell'articolo 36 del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n.
46, come modificato dal comma 24 dell'articolo 78 della legge 23 dicembre 2000,
n. 388, è sostituito dal seguente:
"6. Le disposizioni contenute nell'articolo 25 si applicano ai contributi
e premi non versati e agli accertamenti notificati successivamente alla data
del 1 gennaio 2003".
9. A decorrere dal 1 gennaio 2003, previa verifica della condizione reddituale
prevista dall'articolo 49, comma 1, della presente legge, ai cittadini italiani
residenti all'estero in possesso dei requisiti di cui all'articolo 38 della
legge 28 dicembre 2001, n. 448, l'incremento della maggiorazione sociale di
cui all'articolo 1 della legge 29 dicembre 1988, n. 544, e successive modificazioni,
deve garantire, nel rispetto delle condizioni di cui al predetto articolo 38,
un reddito proprio, comprensivo della predetta maggiorazione sociale nonché
di trattamenti previdenziali e assistenziali anche corrisposti all'estero, tale
da raggiungere un potere di acquisto equivalente a quello conseguibile in Italia
con 516,46 euro mensili per tredici mensilità, tenendo conto del costo
della vita nei rispettivi Paesi di residenza. Il Ministro del lavoro e delle
politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze
e con il Ministro per gli italiani nel mondo, stabilisce, con proprio decreto,
da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, il livello di reddito equivalente, per ciascun Paese, al reddito di cui
all'articolo 38, comma 1, della legge 28 dicembre 2001, n. 448. Con la medesima
procedura può essere annualmente modificato l'importo della maggiorazione
sociale di cui al primo periodo del presente comma, che non può, in ogni
caso, concorrere a determinare un reddito proprio superiore a 516,46 euro mensili
per tredici mensilità e, nella parametrazione tra i 516,46 euro mensili
con il costo della vita nel Paese di residenza, non può comunque essere
di importo inferiore a 123,77 euro mensili per tredici mensilità. Il
predetto incremento può essere superiore a 123,77 euro mensili per tredici
mensilità a condizione che il titolare di pensione sia in possesso del
requisito di cui all' articolo 8, secondo comma, della legge 30 aprile 1969,
n. 153, e successive modificazioni. Per le finalità di cui al presente
comma è autorizzata la spesa di 60 milioni di euro a decorrere dall'anno
2003. Qualora dalla verifica reddituale prevista dall'articolo 49, comma 1,
della presente legge si accerti un numero di beneficiari che comporti un onere
inferiore a quello della predetta autorizzazione di spesa, con decreto del Ministro
del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze e con il Ministro per gli italiani nel mondo, sono modificati
i requisiti di accesso previsti dal quarto periodo del presente comma. Qualora,
viceversa, si accerti un maggiore onere, con lo stesso decreto sono conseguentemente
rideterminati i requisiti di accesso al beneficio.
10. È autorizzata la spesa di 1,5 milioni di euro per gli anni 2003-2005
destinati alla corresponsione di un ulteriore indennizzo ai cittadini italiani
ed enti o società di nazionalità italiana rimpatriati dalla Tunisia.
11. È autorizzata la spesa di 7,5 milioni di euro per gli anni 2003-2005
destinati alla corresponsione di un ulteriore indennizzo ai cittadini italiani
ed enti o società di nazionalità italiana rimpatriati dalla Libia,
per i quali la legge 6 dicembre 1971, n. 1066, ha previsto la concessione per
beni, diritti e interessi perduti a seguito dei provvedimenti emanati dalle
autorità libiche a partire dal 1 gennaio 1969, e che hanno altresì
beneficiato delle disposizioni di cui alle leggi 26 gennaio 1980, n. 16, 5 aprile
1985, n. 135, e 29 gennaio 1994, n. 98.
Art. 39.
(Spesa assistenziale e benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto)
1. Al fine di garantire l'integrale finanziamento degli interventi assistenziali
a carico del bilancio dello Stato, il complesso dei trasferimenti agli enti
previdenziali gestori dei medesimi, determinato rivalutando sulla base della
sola dinamica dei prezzi l'importo per l'anno 2002, è integrato tenendo
conto di tutti i fattori di determinazione della spesa in applicazione della
normativa vigente. Il predetto importo per l'anno 2002 ingloba anche la somma
dei trasferimenti all'INPS a titolo di regolazioni contabili relative ad esercizi
pregressi. L'integrazione è pari a 353 milioni di euro per l'anno 2003,
799 milioni di euro per l'anno 2004 e 1.323 milioni di euro a decorrere dall'anno
2005.
2. Le risorse derivanti dai minori oneri accertati nell'attuazione dell' articolo
38 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, pari a 516 milioni di euro annui a
decorrere dal 2003, concorrono al finanziamento degli oneri di cui al comma
3 del presente articolo, nonché al rifinanziamento del Fondo nazionale
per le politiche sociali e del Fondo per l'occupazione.
3. È autorizzato il trasferimento all'INPS della somma di 640 milioni
di euro per l'anno 2003, di 650 milioni di euro per l'anno 2004 e di 658 milioni
di euro a decorrere dall'anno 2005, per i maggiori oneri derivanti dall'articolo
18, comma 8, della legge 31 luglio 2002, n. 179, recante la regolarizzazione
degli atti di indirizzo emanati, nel corso dell'anno 2000, dal Ministro del
lavoro e della previdenza sociale in materia di benefici previdenziali per i
lavoratori esposti all'amianto.
4. Il comma 1 dell'articolo 38 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, si interpreta
nel senso che l'incremento delle pensioni in favore dei soggetti disagiati,
comprensivo della eventuale maggiorazione sociale, non può superare l'importo
mensile determinato dalla differenza fra l'importo di 516,46 euro e l'importo
del trattamento minimo, ovvero della pensione sociale, ovvero dell'assegno sociale.
5. Il comma 2 dell'articolo 38 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, si interpreta
nel senso che l'incremento spetta ai ciechi civili titolari della relativa pensione.
6. A decorrere dal 1 gennaio 2004 l'indennità speciale istituita dall'articolo
3, comma 1, della legge 21 novembre 1988, n. 508, a favore dei cittadini riconosciuti
ciechi con residuo visivo non superiore ad un ventesimo in entrambi gli occhi
con eventuale correzione, è aumentata dell'importo di 41 euro mensili.
7. Per la prosecuzione degli interventi di carattere sociale ed assistenziale
svolti dall'Associazione nazionale famiglie di disabili intellettivi e relazionali
(ANFFAS), è assegnato un contributo di 5 milioni di euro per l'anno 2003.
8. La lettera d) del comma 5 dell'articolo 38 della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, si interpreta nel senso che, per gli anni successivi al 2002, sono aumentati
in misura pari all'incremento dell'importo del trattamento minimo delle pensioni
a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, rispetto all'anno precedente,
il limite di reddito annuo di 6.713,98 euro e l'importo di 516,46 euro di cui
al comma 1 del predetto articolo.
9. L'abbandono dell'azione di recupero degli importi oggetto di ripetizione
di indebito pensionistico disposto dall'articolo 80, comma 25, della legge 23
dicembre 2000, n. 388, è esteso ai casi di indebito pensionistico derivante
da sentenze favorevoli agli interessati, riformate nei successivi gradi di giudizio
in favore dell'ente previdenziale, con sentenze definitive. La disposizione
non si applica ai recuperi già effettuati alla data di entrata in vigore
della presente legge.
Art. 40.
(Utilizzo degli obiettori di coscienza e dei volontari del servizio civile nazionale
come accompagnatori dei ciechi civili)
1. Gli obiettori di coscienza di cui alla legge 8 luglio 1998, n. 230, e i volontari
del servizio civile nazionale di cui alla legge 6 marzo 2001, n. 64, possono
essere impiegati per lo svolgimento del servizio di accompagnamento ai ciechi
civili, di cui alla legge 27 maggio 1970, n. 382, che ne facciano richiesta.
2. Possono presentare a richiesta di cui al comma 1 i ciechi civili che svolgono
un'attività lavorativa o sociale o abbiano la necessità dell'accompagnamento
per motivi sanitari.
3. La sussistenza delle condizioni previste dal comma 2 è certificata
dal datore di lavoro per i lavoratori dipendenti, dagli ordini e dagli albi
professionali per i lavoratori autonomi, dagli enti o dalle associazioni per
coloro che svolgono attività sociale, dal medico di famiglia quando l'accompagnamento
è necessario per motivi sanitari e per periodi determinati.
4. L'indennità di accompagnamento ai ciechi assoluti prevista dagli articoli
4 e 7 della citata legge n. 382 del 1970 e l'indennità speciale dei ciechi
civili ventesimisti istituita dall'articolo 3 della legge 21 novembre 1988,
n. 508, sono ridotte di 93 euro mensili nel periodo nel quale i beneficiari
delle suddette indennità usufruiscono del servizio di accompagnamento
di cui al presente articolo.
5. Le economie derivanti dall'applicazione delle disposizioni di cui al comma
4 sono utilizzate per incrementare in misura equivalente il Fondo nazionale
per le politiche sociali di cui all'articolo 59, comma 44, della legge 27 dicembre
1997, n. 449, e successive modificazioni.
Art. 41.
(Disposizioni in materia di cassa integrazione guadagni, mobilità e contratti
di solidarieta)
1. In attesa della riforma degli ammortizzatori sociali e nel limite della complessiva
spesa di 376.433.539 euro, per l'anno 2003, a carico del Fondo per l'occupazione
di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito,
con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, nel caso di programmi
finalizzati alla gestione di crisi occupazionali ovvero miranti al reimpiego
di lavoratori coinvolti in detti programmi, il Ministro del lavoro e delle politiche
sociali di concerto con il Ministero dell'economia e finanze può disporre,
entro il 31 dicembre 2003, proroghe di trattamenti di cassa integrazione guadagni
straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale, già previsti
da disposizioni di legge, anche in deroga alla normativa vigente in materia,
nonché concessioni, anche senza soluzione di continuità, dei predetti
trattamenti, che devono essere stati definiti in specifici accordi in sede governativa
intervenuti entro il 30 giugno 2003. La misura dei trattamenti è ridotta
del 20 per cento. La riduzione non si applica nei casi di prima proroga o di
nuova concessione. Nel limite complessivo di 80 milioni di euro a valere sul
predetto importo di 376.433.539 euro, il Ministro del lavoro e delle politiche
sociali è autorizzato a prorogare, limitatamente all'esercizio 2003,
le convenzioni stipulate, anche in deroga alla normativa vigente relativa ai
lavori socialmente utili, direttamente con i comuni, per lo svolgimento, durante
l'esercizio in corso, di attività straordinarie riferite a lavoratori
socialmente utili nella disponibilità degli stessi comuni da almeno un
triennio.
Italia Lavoro Spa assiste i comuni perché predispongano piani di reinserimento
dei lavoratori socialmente utili nel mercato del lavoro con azioni di politica
attiva del lavoro.
2. All'articolo 1, comma 1, primo periodo, del decreto-legge 20 gennaio 1998,
n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1998, n. 52, come
da ultimo modificato dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 11 giugno 2002,
n. 108, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2002, n. 172, le
parole: "31 dicembre 2002" sono sostituite dalle seguenti: "31
dicembre 2003" e dopo le parole: "nonché di 60,4 milioni di
euro per Panno 2002" sono aggiunte le seguenti: "e di 45 milioni di
euro per l'anno 2003".
3. All'articolo 1, comma 2, primo periodo, del decreto-legge 20 gennaio 1998,
n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1998, n. 52, come
da ultimo modificato dall' articolo 52, comma 70, della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, le parole: "31 dicembre 2002" sono sostituite dalle seguenti:
"31 dicembre 2003". All'onere derivante dall' attuazione del presente
comma si provvede nei limiti delle risorse preordinate per la medesima finalità
nell'ambito del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del
decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge
19 luglio 1993, n. 236, e non utilizzate alla data del 31 dicembre 2002, neI
limite di 20 milioni di euro.
4. All'articolo 3, comma 8, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, come da ultimo
modificato dall'articolo 52, comma 47, della legge 28 dicembre 2001, n. 448,
il secondo periodo è sostituito dal seguente:
"Tale finalizzazione è limitata a lire 10 miliardi per gli anni
2000 e 2001 e ad euro 5.164.569 per ciascuno degli anni dal 2002 al 2008".
5. Per le finalità di cui all'articolo 117, comma 5, della legge 23 dicembre
2000, n. 388, è stanziata la somma di euro 51.645.690 nell'esercizio
finanziario 2003 a carico del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1,
comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni,
dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.
6. L'intervento di cui all'articolo 15 del decreto-legge 16 maggio 1994, n.
299, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, può
proseguire per l'anno 2003 nei limiti delle risorse finanziarie preordinate
per la medesima finalità entro il 31 dicembre 2001 e non utilizzate,
nel limite di 91 milioni di euro.
7. Le disposizioni di cui all'articolo 1, commi 5, 6, 7 e 8, del decreto-legge
11 giugno 2002, n. 108, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio
2002, n. 172, si applicano anche ai lavoratori licenziati da enti non commerciali
operanti nelle aree individuate ai sensi degli obiettivi 1 e 2 del regolamento
(CE) n. 1260/1999 del Consiglio, del 21 giugno 1999, con un organico superiore
alle 2.000 unità lavorative, nel settore della sanità privata
ed in situazione di crisi aziendale in seguito a processi di riconversione e
ristrutturazione aziendale, nel limite massimo di 700 unità.
8. All'onere derivante dal comma 7, determinato nella misura massima di 6.667.000
euro per l'anno 2003, di 10.467,000 euro per l'anno 2004 e di 3.800.000 euro
per l'anno 2005, si provvede a carico del Fondo di cui all'articolo I, comma
7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni,
dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.
9. Fino al 31 dicembre 2003, alle imprese industriali che svolgono attività
produttiva di fornitura o sub-fornitura di componenti, di supporto o di servizio,
a favore di imprese operanti nel settore automobilistico, il trattamento ordinario
di integrazione salariale, di cui alla legge 20 maggio 1975, n. 164, può
essere concesso per un periodo non superiore a ventiquattro mesi consecutivi,
ovvero per più periodi non consecutivi la durata complessiva dei quali
non superi i ventiquattro mesi in un triennio.
10. Per le imprese indicate nel comma 9, ai fini del computo dei periodi massimi
di godimento del trattamento ordinario di integrazione salariale, una settimana
si considera trascorsa quando la riduzione di orario sia stata almeno pari al
10 per cento dell'orario settimanale relativo ai lavoratori occupati nell'unità
produttiva. Le riduzioni di ammontare inferiore si cumulano ai fini del computo
dei predetti periodi massimi.
11. Fino al 10 agosto 2005, i periodi di integrazione salariale ordinaria concessi
ai sensi dei commi 9 e 10, in deroga all'articolo 6 della legge 20 maggio 1975,
n. 164, non si computano ai fini dell'articolo 1, comma 9, della legge 23 luglio
1991, n. 223.
12. Per gli interventi di cui ai commi da 9 a 11 è autorizzata la spesa
di 64 milioni di euro per l'anno 2003 e 106,5 milioni di euro per l'anno 2004.
All'onere per l'anno 2004 si provvede a carico del Fondo per l'occupazione di
cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito,
con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.
Art. 42.
(Confluenza dell'INPDAI nell'INPS)
1. Con effetto dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'Istituto
nazionale di previdenza per i dirigenti di aziende industriali (INPDAI), costituito
con legge 27 dicembre 1953, n. 967, è soppresso e tutte le strutture
e le funzioni sono trasferite all'INPS, che succede nei relativi rapporti attivi
e passivi. Con effetto dalla medesima data sono iscritti all'assicurazione generale
obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori
dipendenti i titolari di posizioni assicurative e i titolari di trattamenti
pensionistici diretti e ai superstiti presso il predetto soppresso Istituto.
La suddetta iscrizione è effettuata con evidenza contabile separata nell'ambito
del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
2. Il bilancio consuntivo per l'esercizio 2002 dell'ente soppresso di cui al
comma 1 è deliberato dal Comitato di cui al comma 4. Tutte le attività
e le passività, quali risultano dal predetto bilancio consuntivo, affluiscono
all'evidenza contabile di cui al comma 1, per quanto riguarda le prestazioni
pensionistiche, e alle gestioni individuate dal predetto Comitato per quanto
riguarda le prestazioni non pensionistiche.
3. Il regime pensionistico dei dirigenti di aziende industriali è uniformato,
nel rispetto del principio del pro-rata, a quello degli iscritti al Fondo pensioni
lavoratori dipendenti con effetto dal 1 gennaio 2003. In particolare, per i
lavoratori assicurati presso il soppresso INPDAI, l'importo della pensione è
determinato dalla somma: a) delle quote di pensione corrispondenti alle anzianità
contributive acquisite fino al 31 dicembre 2002, applicando, nel calcolo della
retribuzione pensionabile, il massimale annuo di cui all'articolo 3, comma 7,
del decreto legislativo 24 aprile 1997, n. 181; b) della quota di pensione corrispondente
alle anzianità contributive acquisite a decorrere dal 1 gennaio 2003,
applicando, per il calcolo della retribuzione pensionabile, le norme vigenti
nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti. Con la medesima decorrenza si applicano,
per il calcolo della pensione, le aliquote di rendimento e le fasce di retribuzione
secondo le norme in vigore nell'assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori
dipendenti.
Per quanto riguarda le prestazioni non pensionistiche, continuano ad applicarsi
le regole previste dalla normativa vigente presso il soppresso Istituto.
4. Al fine di favorire una rapida ed efficace integrazione tra le strutture
e le funzioni, è costituito, per un triennio, un Comitato di integrazione
composto da quattro dirigenti incaricati di funzioni di livello dirigenziale
generale dell'INPDAI, in carica alla data del 31 dicembre 2002, nonché
da quattro dirigenti incaricati di funzioni di livello dirigenziale generale
dell'INPS, coordinati dal direttore generale di tale ultimo Istituto, che dovrà
pervenire atta unificazione delle procedure operative e correnti entro il 31
dicembre 2003. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare oneri
aggiuntivi per la finanza pubblica.
5. Il personale in servizio presso l'INPDAI alla data di soppressione dello
stesso è trasferito all'INPS e conserva il regime previdenziale vigente
presso l'ente di provenienza, nonché il trattamento giuridico ed economico
fruito, sino alla data di approvazione del nuovo contratto collettivo.
6. Il comitato di cui all'articolo 22 della legge 9 marzo 1989, n. 88, è
integrato, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da
un rappresentante dell'organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa
della categoria, limitatamente alle adunanze e alle problematiche concernenti
i dirigenti di aziende industriali.
7. È autorizzato il trasferimento all'evidenza contabile di cui al comma
1 della somma di 1.041 milioni di euro per l'anno 2003, di
1.055 milioni di euro per l'anno 2004 e di 1.067 milioni di euro a decorrere
dall'anno 2005, per l'attuazione dell'articolo 3, comma 12, del decreto-legge
25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre
2001, n. 410. Ai fini della determinazione dell'effettivo trasferimento si tiene
conto dell'ammontare complessivo di tutte le disponibilità finanziarie
della predetta evidenza contabile.
Art. 43.
(Norme in materia di ENPALS)
1. Nell'ambito del processo di armonizzazione dell'Ente nazionale di previdenza
e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo (ENPALS) al regime generale,
con effetto dal 1 gennaio 2003:
a) l'aliquota di finanziamento in vigore per tutti gli assicurati di cui all'articolo
1 del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 182, è quella in vigore
nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell'INPS;
b) l'ENPALS non è tenuto al contributo di cui all'articolo 25 della legge
28 febbraio 1986, n. 41;
c) la disciplina prevista all'articolo 3 del decreto legislativo 30 giugno 1994,
n. 479, e successive modificazioni, è estesa all'ENPALS, con applicazione,
relativamente agli organi, dei criteri di composizione e di nomina previsti
per l'Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA), salvo che per
il collegio dei revisori dei conti, per il quale continua ad applicarsi la vigente
disciplina, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
2. L'articolo 3, secondo comma, de] decreto legislativo del Capo provvisorio
dello Stato 16 luglio 1947, n. 708, è sostituito dal seguente:
"Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto
con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le organizzazioni sindacali
dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello
nazionale, su eventuale proposta dell'ENPALS, che provvede periodicamente ai
monitoraggio delle figure professionali operanti nel campo dello spettacolo
e dello sport, sono adeguate le categorie dei soggetti assicurati di cui al
primo comma. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali,
di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, può essere,
altresì, integrata o ridefinita, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del
decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 181, la distinzione in tre gruppi dei
lavoratori dello spettacolo iscritti all'ENPALS. Dalle disposizioni del presente
comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".
3. Al fine di perseguire l'obiettivo di ridurre il contenzioso contributivo,
i compensi corrisposti ai lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo
3, primo comma, numeri da 1 a 14, del decreto legislativo del Capo provvisorio
dello Stato 16 luglio 1947, n. 708, e successive modificazioni, a titolo di
cessione dello sfruttamento economico del diritto d'autore, d'immagine e di
replica, non possono eccedere il 40 per cento dell'importo complessivo percepito
per prestazioni riconducibili alla medesima attività. Tale quota rimane
esclusa dalla base contributiva e pensionabile. La disposizione si applica anche
per le posizioni contributive per le quali il relativo contenzioso in essere
non è definito alla data di entrata in vigore della presente legge.
4. All'articolo 1, comma 15, del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 182,
i periodi terzo, quarto e quinto sono soppressi.
Art. 44.
(Abolizione del divieto di cumulo tra pensioni di anzianità e redditi
da lavoro)
1. A decorrere dal 1 gennaio 2003, il regime di totale cumulabilità tra
redditi da lavoro autonomo e dipendente e pensioni di anzianità a carico
dell'assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive
ed esonerative della medesima, previsto dall'articolo 72, comma 1, della legge
23 dicembre 2000, n. 388, è esteso ai casi di anzianità contributiva
pari o superiore ai 37 anni a condizione che il lavoratore abbia compiuto 58
anni di età. I predetti requisiti debbono sussistere all'atto del pensionamento.
2. Gli iscritti alle forme di previdenza di cui al comma 1, già pensionati
di anzianità alla data del 1 dicembre 2002 e nei cui confronti trovino
applicazione i regimi di divieto parziale o totale di cumulo, possono accedere
al regime di totale cumulabilità di cui al comma 1 a decorrere dal 1
gennaio 2003 versando un importo pari al 30 per cento della pensione lorda relativa
al mese di gennaio 2003, ridotta di un ammontare pari al trattamento minimo
mensile del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, moltiplicato per il numero
risultante come differenza fra la somma dei requisiti di anzianità contributiva
e di età anagrafica di cui al comma 1, pari a 95, e la somma dei predetti
requisiti in possesso alla data del pensionamento di anzianità. Le annualità
di anzianità contributiva e di età sono arrotondate al primo decimale
e la loro somma è arrotondata all'intero più vicino. Se l'importo
da versare è inferiore al 20 per cento della pensione di gennaio 2003
o se il predetto numero è nullo o negativo, ma alla data del pensionamento
non erano stati raggiunti entrambi i requisiti di cui al comma 1, viene comunque
versato il 20 per cento della pensione di gennaio 2003. Il versamento massimo
è stabilito in misura pari a tre volte la predetta pensione.
La disposizione si applica anche agli iscritti che hanno maturato i requisiti
per il pensionamento di anzianità, hanno interrotto il rapporto di lavoro
e presentato domanda di pensionamento entro il 30 novembre 2002; qualora essi
non percepiscano nel gennaio 2003 la pensione di anzianità, è
considerata come base di calcolo la prima rata di pensione effettivamente percepita.
Se la pensione di gennaio 2003 è provvisoria, si effettua un versamento
provvisorio, procedendo al ricalcolo entro due mesi dall'erogazione della pensione
definitiva.
3. Per gli iscritti alle gestioni di cui al comma 1 titolari di reddito da pensione,
che hanno prodotto redditi sottoposti al divieto parziale o totale di cumulo
e che non hanno ottemperato agli adempimenti previsti dalla normativa di volta
in volta vigente, le penalità e le trattenute previste, con i relativi
interessi e sanzioni, non trovano applicazione, per il periodo fino al 31 marzo
2003, qualora l'interessato versi un importo pari al 70 per cento della pensione
relativa al mese di gennaio 2003, moltiplicato per ciascuno degli anni relativamente
ai quali si è verificato l'inadempimento. A tal fine le frazioni di anno
sono arrotondate all'unità superiore. Il versamento non può eccedere
la misura pari a quattro volte la pensione di gennaio 2003. La quota di versamento
relativa ai mesi di gennaio, febbraio e marzo 2003 viene restituita all'iscritto
che abbia proceduto anche al versamento di cui al comma 2. Se la pensione di
gennaio 2003 è provvisoria, si effettua un versamento provvisorio, e
si procede al ricalcolo entro due mesi dall'erogazione della pensione definitiva.
4. Gli importi di cui ai commi 2 e 3 sono versati entro il 16 marzo 2003, secondo
modalità definite dall'ente previdenziale di appartenenza. L'interessato
può comunque optare per il versamento entro tale data del 30 per cento
di quanto dovuto, con rateizzazione in cinque rate trimestrali della differenza,
applicando l'interesse legale. Per i pensionati non in attività lavorativa
alla data del 30 novembre 2002, il versamento può avvenire successivamente
al 16 marzo 2003, purché entro tre mesi dall'inizio del rapporto lavorativo,
su una base di calcolo costituita dall'ultima mensilità di pensione lorda
erogata prima dell'inizio della attività lavorativa, con la maggiorazione
del 20 per cento rispetto agli importi determinati applicando la procedura di
cui al comma 2. Per i soggetti di cui al penultimo periodo del comma 2, il versamento
viene effettuato entro sessanta giorni dalla corresponsione della prima rata
di pensione. Per i soggetti di cui all'ultimo periodo del comma 2 e all'ultimo
periodo del comma 3, il versamento di conguaglio avviene entro due mesi dall'erogazione
della pensione definitiva.
5. Dalla data del 1 aprile 2003 i comparti interessati dell'amministrazione
pubblica, ed in particolare l'anagrafe tributaria e gli enti previdenziali erogatori
di trattamenti pensionistici, procedono all'incrocio dei dati fiscali e previdenziali
da essi posseduti, per l'applicazione delle trattenute dovute e delle relative
sanzioni nei confronti di quanti non hanno regolarizzato la propria posizione
ai sensi del comma 3.
6. In attesa di un complessivo intervento di armonizzazione dei regimi contributivi
delle diverse tipologie di attività di lavoro, anche in relazione alla
riforma delle relative discipline, l'aliquota di finanziamento e l'aliquota
di computo della pensione, per gli iscritti alla gestione previdenziale di cui
all'articolo 2, commi 26 e seguenti, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e successive
modificazioni, che percepiscono redditi da pensione previdenziale diretta, sono
incrementate di 2,5 punti a partire dal 1 gennaio 2003 e di ulteriori 2,5 punti
a partire dal 1 gennaio 2004, ripartiti tra committente e lavoratore secondo
le proporzioni vigenti nel caso di lavoro parasubordinato. Alla predetta gestione
affluisce il 10 per cento delle entrate di cui al comma 4, vincolato al finanziamento
di iniziative di formazione degli iscritti non pensionati; con decreto del Ministro
del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze, da emanare entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge, sono determinati criteri e modalità di finanziamento
e di gestione delle relative risorse.
7. Gli enti previdenziali privatizzati possono applicare le disposizioni di
cui al presente articolo nel rispetto dei principi di autonomia previsti dal
decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e dall'articolo 3, comma 12, della
legge 8 agosto n. 335.
Art. 45.
(Interventi per agevolare l'artigianato e i coltivatori diretti)
1. In sede di sperimentazione, per l'anno 2003, gli imprenditori artigiani iscritti
nei relativi albi provinciali, qualora impossibilitati per causa di forza maggiore
all'espletamento dell'attività lavorativa, nonché i coltivatori
diretti iscritti negli elenchi provinciali, ai fini della raccolta di prodotti
agricoli, possono avvalersi, in deroga alla normativa previdenziale vigente,
di collaborazioni occasionali di parenti entro il secondo grado aventi anche
il titolo di studente per un periodo complessivo nel corso dell'anno non superiore
a novanta giorni. È fatto comunque obbligo dell'iscrizione all'assicurazione
obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
2. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto
con il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro delle politiche
agricole e forestali, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge
23 agosto 1988, n. 400, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore
della presente legge, sono definite le modalità di attuazione del presente
articolo, con indicazione delle cause di forza maggiore in relazione alle quali
è possibile avvalersi delle collaborazioni di cui al comma 1, nonché
le modalità di comunicazione agli enti previdenziali interessati. Le
suddette modalità di attuazione e cause di forza maggiore devono essere
definite in modo che l'onere conseguente a carico della finanza pubblica non
sia superiore a 10 milioni di euro per l'anno 2003.
Art. 46.
(Fondo nazionale per le politiche sociali. Finanziamento della federazione maestri
del lavoro)
1. Il Fondo nazionale per le politiche sociali di cui all'articolo 59, comma
44, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è
determinato dagli stanziamenti previsti per gli interventi disciplinati dalle
disposizioni legislative indicate all'articolo 80, comma 17, della legge 23
dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, e dagli stanziamenti previsti
per gli interventi, comunque finanziati a carico del Fondo medesimo, disciplinati
da altre disposizioni. Gli stanziamenti affluiscono al Fondo senza vincolo di
destinazione.
2. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo
8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, provvede annualmente, con
propri decreti, alla ripartizione delle risorse del Fondo di cui al comma 1
per le finalità legislativamente poste a carico del Fondo medesimo, assicurando
prioritariamente l'integrale finanziamento degli interventi che costituiscono
diritti soggettivi e destinando almeno il 10 per cento di tali risorse a sostegno
delle politiche in favore delle famiglie di nuova costituzione, in particolare
per l'acquisto della prima casa di abitazione e per il sostegno alla natalità.
3. Nei limiti delle risorse ripartibili del Fondo nazionale per le politiche
sociali, tenendo conto delle risorse ordinarie destinate alla spesa sociale
dalle regioni e dagli enti locali e nel rispetto delle compatibilità
finanziarie definite per l'intero sistema di finanza pubblica dal Documento
di programmazione economico-finanziaria, con decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali,
di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza
unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,
sono determinati i livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto
il territorio nazionale.
4. Le modalità di esercizio del monitoraggio, della verifica e della
valutazione dei Costi, dei rendimenti e dei risultati dei livelli essenziali
delle prestazioni di cui al comma 3 sono definite, secondo criteri di semplificazione
ed efficacia, con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2,
della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo
8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
5. In caso di mancato utilizzo delle risorse da parte degli enti destinatari
entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello in cui sono state assegnate,
il Ministro del lavoro e delle politiche sociali provvede alla revoca dei finanziamenti,
i quali sono versati all' entrata del bilancio delloStato per la successiva
assegnazione al Fondo di cui al comma 1.
6. Per far fronte alle spese derivanti dalle attività statutarie della
federazione dei maestri del lavoro d'Italia, consistenti nell'assistenza ai
giovani al fine di facilitarne l'inserimento nel mondo del lavoro e nella collaborazione
volontaristica con gli enti preposti alla difesa civile, alla protezione delle
opere d'arte, all'azione ecologica, all'assistenza ai portatori di handicap
ed agli anziani non autosufficienti, è conferito alla federazione medesima,
per il triennio 2003-2005, un contributo annuo di 260.000 euro.
All'onere derivante dall'attuazione del presente comma si provvede a carico
del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decrto-legge
20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio
1993, n. 236.
Art. 47.
(Finanziamento di interventi per la formazione professionale)
1. Nell'ambito delle risorse preordinate sul Fondo per l'occupazione di cui
all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito,
con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, con decreto del Ministro
del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze, sono determinati i criteri e le modalità per la destinazione
dell'importo aggiuntivo di 1 milione di euro, per il finanziamento degli interventi
di cui all'articolo 80, comma 4, della legge 23 dicembre 1998, n. 448.
2. All'articolo 118, comma 16, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, dopo le
parole: "per l'anno 2001" sono aggiunte le seguenti: "e di 100
milioni di euro per l'anno 2003".
Art. 48.
(Fondi interprofessionali per la formazione continua)
1. All'articolo 118 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) i commi 1, 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:
"1. Al fine di promuovere, in coerenza con la programmazione regionale
e con le funzioni di indirizzo attribuite in materia al Ministero del lavoro
e delle politiche sociali, lo sviluppo della formazione professionale continua,
in un'ottica di competitività delle imprese e di garanzia di occupabilità
dei lavoratori, possono essere istituiti, per ciascuno dei settori economici
dell'industria, dell'agricoltura, del terziario e dell'artigianato, nelle forme
di cui al comma 6, fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione
continua, nel presente articolo denominati "fondi". Gli accordi interconfederali
stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori
maggiormente rappresentative sul piano nazionale possono prevedere l'istituzione
di fondi anche per settori diversi, nonché, all'interno degli stessi,
la costituzione di un'apposita sezione relativa ai dirigenti. I fondi relativi
ai dirigenti possono essere costituiti mediante accordi stipulati dalle organizzazioni
sindacali dei datori di lavoro e dei dirigenti comparativamente più rappresentative,
oppure come apposita sezione all'interno dei fondi interprofessionali nazionali.
I fondi, previo accordo tra le parti, si possono articolare regionalmente o
territorialmente. I fondi possono finanziare in tutto o in parte piani formativi
aziendali, territoriali, settoriali o individuali concordati tra le parti sociali,
nonché eventuali ulteriori iniziative propedeutiche e comunque direttamente
connesse a detti piani concordate tra le parti. I progetti relativi a tali piani
ed iniziative sono trasmessi alle regioni ed alle province autonome territorialmente
interessate affinché ne possano tenere conto nell'ambito delle rispettive
programmazioni. Ai fondi afferiscono, progressivamente e secondo le disposizioni
di cui al presente articolo, le risorse derivanti dal gettito del contributo
integrativo stabilito dall'articolo 25, quarto comma, della legge 21 dicembre
1978, n. 845, e successive modificazioni, relative ai datori di lavoro che aderiscono
a ciascun fondo.
2. L'attivazione dei fondi è subordinata al rilascio di autorizzazione
da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, previa verifica
della conformità alle finalità di cui al comma 1 dei criteri di
gestione, degli organi e delle strutture di funzionamento dei fondi medesimi
e della professionalità dei gestori, il Ministero del lavoro e delle
politiche sociali esercita altresì la vigilanza ed il monitoraggio sulla
gestione dei fondi; in caso di irregolarità o di inadempimenti, il Ministero
del lavoro e delle politiche sociali può disporne la sospensione dell'operatività
o il commissariamento. Entro tre anni dall'entrata a regime dei fondi, il Ministero
del lavoro e delle politiche sociali effettuerà una valutazione dei risultati
conseguiti dagli stessi. Il presidente del collegio dei sindaci è nominato
dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Presso lo stesso Ministero
è istituito, con decreto ministeriale, senza oneri aggiuntivi a carico
del bilancio dello Stato, l'"Osservatorio per la formazione continua"
con il compito di elaborare proposte di indirizzo attraverso la predisposizione
di linee-guida e di esprimere pareri e valutazioni in ordine alle attività
svolte dai fondi, anche in relazione all'applicazione delle suddette linee-guida.
Tale Osservatorio è composto da due rappresentanti del Ministero del
lavoro e delle politiche sociali, dal consigliere di parità componente
la Commissione centrale per l'impiego, da due rappresentanti delle regioni designati
dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano, nonché da un rappresentante di ciascuna
delle confederazioni delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e delle
organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano
nazionale. Tale Osservatorio si avvale dell'assistenza tecnica dell'Istituto
per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL). Ai componenti
dell'Osservatorio non compete alcun compenso né rimborso spese per l'attività
espletata.
3. I datori di lavoro che aderiscono ai fondi effettuano il versamento del contributo
integrativo di cui all'articolo 25 della legge n. 845 del 1978 all'INPS, che
provvede a trasferirlo al fondo indicato dal datore di lavoro, fermo restando
quanto disposto dall'articolo 66, comma 2, della legge 17 maggio 1999, n. 144.
L'adesione ai fondi è fissata entro il 30 giugno 2003; le successive
adesioni o disdette avranno effetto dal 30 giugno di ogni anno. Lo stesso Istituto
provvede a disciplinare le modalità di adesione ai fondi e di trasferimento
delle risorse agli stessi, mediante acconti bimestrali,";
b) il comma 6 è sostituito dal seguente:
"6. Ciascun fondo è istituito, sulla base di accordi interconfederali
stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori
maggiormente rappresentative sul piano nazionale, alternativamente:
a) come soggetto giuridico di natura associativa ai sensi dell'articolo 36 del
codice civile;
b) come soggetto dotato di personalità giuridica ai sensi degli articoli
1 e 9 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio
2000, n. 361, concessa con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche
sociali";
c) il comma 7 è abrogato;
d) il comma 8 è sostituito dal seguente: "8. In caso di omissione,
anche parziale, del contributo integrativo di cui all'articolo 25 della legge
n. 845 del 1978, il datore di lavoro è tenuto a corrispondere il contributo
omesso e le relative sanzioni, che vengono versate dall'INPS al fondo prescelto.";
e) il comma 10 è sostituito dal seguente: "10. A decorrere dall'anno
2001 è stabilita al 20 per cento la quota del gettito complessivo da
destinare ai fondi a valere sul terzo delle risorse derivanti dal contributo
integrativo di cui all'articolo 25 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, destinato
al Fondo di cui all'articolo medesimo. Tale quota è stabilita al 30 per
cento per il 2002 e al 50 per cento per il 2003.";
f) il comma 12 è sostituito dal seguente: "12. Gli importi previsti
per gli anni 1999 e 2000 dall'articolo 66, comma 2, della legge 17 maggio 1999,
n. 144, sono:
a) per il 75 per cento assegnati al Fondo di cui ai citato articolo 25 della
legge n. 845 del 1978, per finanziare, in via prioritaria, i piani formativi
aziendali, territoriali o settoriali concordati tra le parti sociali;
b) per il restante 25 per cento accantonati per essere destinati ai fondi, a
seguito della loro istituzione. Con decreto del Ministro del lavoro e delle
politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,
sono determinati i termini ed i criteri di attribuzione delle risorse di cui
al presente comma ed al comma 10".
2. I fondi costituiti secondo le disposizioni previgenti adeguano i propri atti
costitutivi alle disposizioni dell'articolo 118 della legge n. 388 del 2000,
come modificato dal presente articolo.
Art. 49.
(Accertamenti sui redditi prodotti all'estero e finanziamento indennizzi ex
Jugoslavia)
1. I redditi prodotti all'estero che, se prodotti in Italia, sarebbero considerati
rilevanti per l'accertamento dei requisiti reddituali, da valutare ai fini dell'accesso
alle prestazioni pensionistiche, devono essere accertati sulla base di certificazioni
rilasciate dalla competente autorità estera. Con decreto del Ministro
del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze e con il Ministro per gli italiani nel mondo, sono definite
le equivalenze dei redditi, le certificazioni e i casi in cui la certificazione
può essere sostituita da autocertificazione. Per le prestazioni il cui
diritto è maturato entro il 31 dicembre 2002 la certificazione dell'autorità
estera sarà acquisita in occasione di apposita verifica reddituale da
effettuare entro il 31 dicembre 2003. 2. Le economie derivanti dall'applicazione
del comma 1 affluiscono ad uno specifico fondo presso l'INPS, per essere successivamente
versate all'entrata del bilancio dello Stato e quindi destinate all'incremento
dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5 della legge 29 marzo 2001,
n. 137, concernente disposizioni in materia di indennizzi a cittadini e imprese
operanti in territori della ex Jugoslavia, già soggetti alla sovranità
italiana.
Art. 50.
(Disposizioni in materia di lavori socialmente utili)
1. Il comma 1 dell'articolo 10 del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n.
81, è sostituito dal seguente:
"1. Ai soggetti aventi titolo all'assegno di utilizzo per prestazioni in
attività socialmente utili e relative prestazioni accessorie, con oneri
a carico del fondo di cui all'articolo 1, comma 1, in possesso alla data del
31 dicembre 2003 dei requisiti di ammissione alla contribuzione volontaria di
cui all'articolo 12, comma 5, lettera a), del citato decreto legislativo n.
468 del 1997, e successive modificazioni, determinati con riferimento ai requisiti
pensionistici vigenti alla data del 1 gennaio 2003, è riconosciuta una
indennità commisurata al trattamento pensionistico spettante in relazione
all'anzianità contributiva posseduta alla data della domanda di ammissione
alla contribuzione volontaria, nel limite delle risorse preordinate allo scopo
dal decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 21 maggio 1998,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 141 del 19 giugno 1998. Tale indennità
non potrà comunque essere inferiore all'ammontare dell'assegno di cui
all'articolo 4, comma 1, spettante alla data della suddetta domanda.
Dalla data di decorrenza del predetto trattamento provvisorio ai beneficiari
non spettano i benefici previsti dall'articolo 12 del citato decreto legislativo
n. 468 del 1997, e successive modificazioni, con esclusione di quelli di cui
al comma 5-bis del medesimo articolo. Al raggiungimento dei requisiti pensionistici
richiesti dalla disciplina vigente alla data del 1 gennaio 2003, il trattamento
provvisorio viene rideterminato sulla base delle disposizioni recate dalla disciplina
medesima. Ai lavoratori destinatari delle disposizioni di cui al presente comma
si applicano anche le disposizioni di cui all'articolo 2, commi 1 e 2, del citato
decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 21 maggio 1998".
2. Dopo il comma 1 dell'articolo 10 del decreto legislativo 28 febbraio 2000,
n. 81, 'e inserito il seguente:
"1-bis. I lavoratori rientranti nelle fattispecie di cui al comma 1, per
potersi avvalere delle disposizioni di cui al medesimo comma, devono presentare
apposita domanda, a pena di decadenza, entro l'ultimo giorno del mese successivo
a quello nel corso del quale maturano i requisiti di ammissione alla contribuzione
volontaria di cui all'articolo 12, comma 5, lettera a), del decreto legislativo
1 dicembre 1997 n. 468, determinati come indicato nel medesimo comma 1, ovvero,
qualora abbiano già maturato detti requisiti anteriormente al 1 gennaio
2003, entro il termine di decadenza del 28 febbraio 2003. Nei loro confronti
cessano di trovare applicazione le disposizioni in materia di attività
socialmente utili a decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello
entro il quale possono presentare la relativa domanda".
3. Per facilitare la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili di cui
all' articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81, con
onere a carico del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del
decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge
19 luglio 1993, n. 236, la Cassa depositi e prestiti concede ai comuni, per
l'anno 2003, mutui a tasso agevolato stabilito con decreto del Ministro dell'economia
e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Il differenziale tra tasso ordinario e tasso agevolato non può comportare
un onere finanziario complessivo a carico del predetto Fondo per l'occupazione,
superiore alla somma di 5,16 milioni di euro, che a tale fine è preordinata
nell' ambito del Fondo.
4. I lavoratori aventi titolo, alla data di entrata in vigore della presente
legge, all'assegno di utilizzo per prestazioni in attività socialmente
utili e relative prestazioni accessorie con oneri a carico del predetto Fondo
per l'occupazione, che ne facciano richiesta per intraprendere un'attività
lavorativa autonoma, dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa,
ovvero per associarsi in cooperativa, possono ottenere la corresponsione anticipata
del predetto assegno che sarebbe loro spettato fino a tutto il 31 dicembre 2003,
detratte le mensilità già riscosse alla data della domanda, con
la conseguente cancellazione dal bacino dei lavoratori socialmente utili. La
domanda dovrà essere corredata da una apposita dichiarazione di responsabilità
con la quale l'interessato dovrà fornire le indicazioni sull'attività
che intende intraprendere, precisando la data di inizio della nuova attività.
L'assegno anticipato è cumulabile con l'incentivo di cui all'articolo
3, comma 5, del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 21
maggio 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 141 del 19 giugno 1998,
che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, è concesso con le modalità
previste per l'assegno anticipato.
5. All'articolo 78, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, come modificato
dall'articolo 2-bis, comma 1, del decreto-legge 11 giugno 2002, n. 108, convertito,
con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2002, n. 172, le parole: "e limitatamente
agli anni 2001 e 2002" sono sostituite dalle seguenti: "e limitatamente
agli anni 2001, 2002 e 2003". Gli interventi di cui al presente comma sono
attivabili nei limiti di 2.789.000 euro per l'anno 2003 e subordinatamente al
rispetto delle disposizioni del patto di stabilità interno per l'anno
2002.
6. Agli oneri derivanti dall'attuazione dei commi 1, 2, 3 e 5, pari ad euro
51,949 milioni per l'anno 2003, ad euro 53 milioni per l'anno 2004, ad euro
44 milioni per l'anno 2005, ad euro 36 milioni per l'anno 2006, ad euro 23 milioni
per l'anno 2007 e ad euro 10 milioni per l'anno 2008, si provvede a carico del
Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20
maggio 1993, n. 148. convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993,
n. 236.
7. Le istituzioni scolastiche proseguono nell'affidamento delle attività
in base alle convenzioni stipulate ai sensi dell'articolo 78, comma 31, della
legge 23 dicembre 2000, n. 388, con oneri per l'anno 2003 pari a 297 milioni
di euro.
Art. 51.
(Disposizioni in materia di assicurazione degli sportivi)
1. A decorrere dal 1 luglio 2003, sono soggetti all'obbligo assicurativo gli
sportivi dilettanti tesserati in qualità di atleti, dirigenti e tecnici
alle Federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate e agli
enti di promozione sportiva.
2. L'obbligatorietà dell'assicurazione comprende i casi di infortunio
avvenuti in occasione e a causa dello svolgimento delle attività sportive,
dai quali sia derivata la morte o una inabilità permanente.
CAPO IV
INTERVENTI NEL SETTORE SANITARIO
Art. 52.
(Razionalizzazione della spesa sanitaria)
1. A decorrere dal 1 gennaio 2003, i cittadini che usufruiscono delle cure termali,
con esclusione dei soggetti individuati dall'articolo 8, comma 16, della legge
24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni, dei soggetti individuati
dal regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità 28 maggio
1999, n. 329, degli invalidi di guerra titolari di pensione diretta vitalizia,
dei grandi invalidi per servizio, degli invalidi civili al 100 per cento e dei
grandi invalidi del lavoro, sono tenuti a partecipare alla spesa per un importo
di 50 euro.
2. A decorrere dal 10 gennaio 2004, nell'ambito degli accordi di cui all'articolo
4, comma 4, della legge 24 ottobre 2000, n. 323, sarà fissata la misura
dell'importo massimo di partecipazione alla spesa per cure termali di cui all'articolo
8, comma 15, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni,
qualora le previsioni di spesa definite nell'ambito degli stessi accordi rendano
necessaria l'adozione di misure di contenimento della spesa predetta.
3. Al fine di consentire il pieno ed effettivo rilancio del settore termale,
il Governo, anche nell'ambito della Conferenza permanente per i rapporti tra
lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, assicura
la compiuta attuazione delle disposizioni contenute nella legge 24 ottobre 2000,
n. 323.
4. Tra gli adempimenti cui sono tenute le regioni, ai sensi dell'articolo 4
del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla
legge 15 giugno 2002, n. 112, ai fini dell'accesso all'adeguamento del finanziamento
del Servizio sanitario nazionale per gli anni 2003, 2004 e 2005, sono ricompresi
anche i seguenti:
a) l'attivazione nel proprio territorio del monitoraggio delle prescrizioni
mediche, farmaceutiche, specialistiche e ospedaliere, di cui ai commi 5-bis,
5-ter e 5-quater dell'articolo 87 della legge 23 dicembre 2000, n. 388; la relativa
verifica avviene secondo modalità definite in sede di Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano;
b) l'adozione dei criteri e delle modalità per l'erogazione delle prestazioni
che non soddisfano il principio di appropriatezza organizzativa e di economicità
nella utilizzazione delle risorse, in attuazione del punto 4.3 dell'Accordo
tra Governo, regioni e province autonome del 22 novembre 2001, pubblicato nel
supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 19 del 23 gennaio 2002; la
relativa verifica avviene secondo modalità definite in sede di Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano;
c) l'attuazione nel proprio territorio, nella prospettiva dell'eliminazione
o del significativo contenimento delle liste di attesa, di adeguate iniziative,
senza maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, dirette a favorire lo
svolgimento, presso gli ospedali pubblici, degli accertamenti diagnostici in
maniera continuativa, con l'obiettivo finale della copertura del servizio nei
sette giorni della settimana, in armonia con quanto previsto dall'accordo tra
il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
del 14 febbraio 2002, sulle modalità di accesso alle prestazioni diagnostiche
e terapeutiche e indirizzi applicativi sulle liste di attesa. A tale fine, la
flessibilità organizzativa e gli istituti contrattuali della turnazione
del lavoro straordinario e della pronta disponibilità, potranno essere
utilizzati, unitamente al recupero di risorse attualmente utilizzate per finalità
non prioritarie, per ampliare notevolmente l'offerta dei servizi, con diminuzione
delle giornate complessive di degenza. Annualmente le regioni predispongono
una relazione, da inviare al Parlamento, circa l'attuazione dei presenti adempimenti
e i risultati raggiunti;
d) l'adozione di provvedimenti diretti a prevedere, ai sensi dell'articolo 3,
comma 2, lettera c), del decreto-legge 2001, n. 347, convertito, con modificazioni,
dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, la decadenza automatica dei direttori
generali nell'ipotesi di mancato raggiungimento dell'equilibrio economico delle
aziende sanitarie e ospedaliere, nonché delle aziende ospedaliere autonome.
5. Il comma 3 dell'articolo 85 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive
modificazioni, è abrogato.
6. Al secondo periodo del comma 40 dell'articolo i della legge 23 dicembre 1996,
n. 662, le parole: "e al 12,5 per cento" sono sostituite dalle seguenti:
", al 12,5 per cento" e le parole: "pari o superiore a lire 200.000"
sono sostituite dalle seguenti: "compreso tra euro 103,29 e euro 154,94
e al 19 per cento per le specialità medicinali il cui prezzo di vendita
al pubblico è superiore a euro 154,94. Il Ministero della salute, sentite
le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative delle farmacie pubbliche
e private, sottopone a revisione annuale gli intervalli di prezzo e i limiti
di fatturato, di cui al presente comma".
7. Il secondo periodo del comma 41 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 1996,
n. 662, è soppresso. Conseguentemente, sono rideterminati i prezzi dei
medicinali stabiliti in base alla deliberazione del CIPE 1 febbraio 2001, n.
3/2001, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 73 del 28 marzo 2001.
8. La riduzione del prezzo delle specialità medicinali di cui al decreto
del Ministro della salute 27 settembre 2002, pubblicato nel supplemento ordinario
alla Gazzetta Ufficiale n. 249 del 23 ottobre 2002, è rideterminata nella
misura massima del 20 per cento.
9. Anche al fine di potenziare il processo di attivazione del monitoraggio delle
prescrizioni mediche, farmaceutiche, specialistiche e ospedaliere, di cui al
comma 4, lettera a), di contenere la spesa sanitaria, nonché di accelerare
l'informatizzazione del sistema sanitario e dei relativi rapporti con i cittadini
e le pubbliche amministrazioni e gli incaricati dei pubblici servizi, il Ministro
per l'innovazione e le tecnologie, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze, il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, e sentita
la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano, con propri decreti di natura non regolamentare
stabilisce le modalità per l'assorbimento, in via sperimentale e senza
oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, della tessera recante il
codice fiscale nella carta nazionale dei servizi e per la progressiva utilizzazione
della carta medesima ai fini sopra descritti.
10. All'articolo 3 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112, al comma 3, le parole: "l'anno
2002" sono sostituite dalle seguenti:
"gli anni 2002 e 2003"; al comma 4, le parole: "l'esercizio 2002"
sono sostituite dalle seguenti: "gli esercizi 2002 e 2003".
11. Dalla data di entrata in vigore del decreto di riclassificazione dei medicinali
adottato ai sensi dell'articolo 9, commi 2 e 3, del decreto-legge 8 luglio 2002,
n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, e
comunque entro e non oltre il 16 gennaio 2003 la riduzione di cui al comma 1
dell'articolo 3 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla legge 15 giugno 2002, n. 112, è rideterminata nella misura del
7 per cento.
12. Il termine del 31 dicembre 2003 previsto dall'articolo 7, comma 1, del decreto
legislativo 17 marzo 1995, n. 185, come modificato dall'articolo 2, comma 2,
della legge 8 ottobre 1997, n. 347, dall'articolo 5, comma 2, della legge 14
ottobre 1999, n. 362, e dall'articolo 85, comma 32, della legge 23 dicembre
2000, n. 388, è prorogato al 31 dicembre 2008.
13. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge,
le imprese produttrici devono versare, a favore del Ministero della salute,
per ogni medicinale omeopatico per il quale sia stato già corrisposto
il contributo di lire 40.000 previsto dall'articolo 85, comma 34, della legge
23 dicembre 2000, n. 388, la somma di euro 25 a titolo di acconto sulle tariffe
dovute in sede di primo rinnovo delle autorizzazioni ai sensi dell'allegato
2, lettera A), annesso al decreto del Ministro della sanità 22 dicembre
1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 33 del 10 febbraio 1998.
14. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge,
a ciascuno dei medicinali omeopatici di cui al comma 13 sarà attribuito,
da parte del Ministero della salute, un numero provvisorio di registrazione.
15. A tutti i medicinali omeopatici per i quali le aziende produttrici hanno
versato la somma di lire 40.000, ai sensi dell'articolo 85, comma 34, della
legge 23 dicembre 2000, n. 388, è consentita la notifica di variazioni
limitatamente ai seguenti casi:
a) variazioni del confezionamento primario;
b) quantità del contenuto;
c) variazione di una o più diluizioni del o dei materiali di partenza
purché la nuova diluizione sia più alta della precedente;
d) sostituzione di un componente con uno analogo;
e) eliminazione di uno o più componenti;
f) variazione del titolare dell'autorizzazione alla commercializzazione;
g) variazione del nome commerciale;
h) variazione del sito di produzione;
i) variazione del produttore.
16. Il richiedente deve allegare, per ogni variazione notificata, la ricevuta
dell'avvenuto pagamento della tariffa prevista dal citato decreto del Ministro
della sanità 22 dicembre 1997. La variazione si intende accordata trascorsi
novanta giorni dalla data di notifica.
17. Ai medicinali omeopatici non si applicano le disposizioni previste dall'articolo
5-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 540, introdotto dal comma
1 dell'articolo 40 della legge 1 marzo 2002, n. 39.
18. Per il solo anno 2002 sono posti a carico dello Stato, in via aggiuntiva
rispetto a quanto stabilito dall'Accordo tra Governo, regioni e province autonome
di Trento e di Bolzano dell'8 agosto 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
n. 207 del 6 settembre 2001, l'importo di 165 milioni di euro a compensazione
della minore somma definita a titolo di entrate proprie e l'importo di 50 milioni
di euro per il finanziamento dell'ospedale "Bambino Gesù" di
Roma.
19. Alle imprese farmaceutiche titolari dell'autorizzazione all'immissione in
commercio di medicinali, è consentito organizzare o contribuire a realizzare
mediante finanziamenti anche indiretti in Italia o all'estero per gli anni 2004,
2005 e 2006 congressi, convegni o riunioni ai sensi dell'articolo 12 del decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 541, e successive modificazioni, nella misura
massima del 50 per cento di quelli notificati al Ministro della salute nell'anno
2003 o autorizzati ai sensi del comma 7 del citato articolo. Non concorrono
al raggiungimento della percentuale di cui al periodo precedente gli eventi
espressamente autorizzati dalla Commissione nazionale per la formazione continua
di cui all'articolo 16-ter del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502,
e successive modificazioni.
20. A decorrere dal 1 gennaio 2003 l'importo del reddito annuo netto indicato
all'articolo 1, comma 1, lettera d), della legge 27 ottobre 1993, n. 433, è
elevato a 10.717 euro. L'importo suddetto può essere elevato ogni due
anni con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze, sulla base della variazione dell'indice dei prezzi al consumo
per le famiglie di operai ed impiegati calcolato dall'ISTAT.
21. Al fine di potenziare le attività di ricerca, assistenza e cura dei
malati oncologici, è assegnato al Centro nazionale di adroterapia oncologica
(CNAO) l'importo di 5 milioni di euro per l'anno 2003 e di 10 milioni di euro
per ciascuno degli anni 2004 e 2005 per la realizzazione di un centro nazionale
di adroterapia oncologica integrato con strutture di ricerca e sviluppo di tecnologie
utilizzanti fasci di particelle ad alta energia.
22. Al comma 37 dell'articolo 52 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) nel primo periodo, dopo le parole: "di alta formazione", sono inserite
le seguenti: "di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 287";
b) nel secondo periodo, dopo le parole: "credito di imposta", sono
inserite le seguenti: ", riconosciuto automaticamente secondo l'ordine
cronologico dei relativi atti di convenzionamento, e subordinatamente di quelli
di presentazione delle relative domande da presentare entro il 31 marzo di ciascun
anno al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento per le politiche
fiscali, è assegnato nel limite massimo di 1 milione di euro per ciascun
istituto richiedente";
c) nel terzo periodo, le parole: "sono individuati annualmente gli istituti"
sono sostituite dalle seguenti: "sono individuate annualmente le categorie
degli istituti" e le parole: "e la misura massima dello stesso"
sono soppresse.
23. La lettera e) dell'articolo 2 della legge 7 luglio 1901, n. 306, e successive
modificazioni, è sostituita dalla seguente:
"e) il contributo obbligatorio di tutti i sanitari iscritti agli ordini
professionali italiani dei farmacisti, medici chirurghi, odontoiatri e veterinari,
nella misura stabilita dal consiglio di amministrazione della fondazione, che
ne fissa misura e modalità di versamento con regolamenti soggetti ad
approvazione dei ministeri vigilanti ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del
decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509".
24. All'articolo 29 della legge 18 febbraio 1999, n. 28, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) il comma 3 è abrogato;
b) al comma 4, primo periodo, le parole da: "é autorizzato"
fino a:
"per l'anno 1999 e" sono sostituite dalle seguenti: "può
assumere, secondo un piano approvato dal Ministro dell'economia e delle finanze,
impegni pluriennali corrispondenti alle rate di ammortamento dei mutui contratti
dai fornitori, nei limiti di impegno ventennali";
c) al comma 4, dopo il primo periodo, einserito il seguente: "Le rate di
ammortamento dei mutui contratti dai fornitori sono corrisposte dal Corpo della
Guardia di finanza direttamente agli istituti bancari mutuanti, salvo il caso
di autofinanziamento".
25. Gli ulteriori adeguamenti al prezzo medio europeo da effettuarsi secondo
criteri e modalità stabilite dal CIPE, sulla base dei dati di vendita
e dei prezzi nell'anno 2001 nei paesi dell'Unione europea, avranno effetto a
partire dal 10 luglio 2003.
Fino a tale data è comunque sospeso il processo di riallineamento al
prezzo medio europeo calcolato secondo i criteri di cui alla deliberazione del
CIPE n. 10 del 26 febbraio 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 89 del
17 aprile 1998.
26. Il termine di cui al comma 25 è ulteriormente prorogato nel caso
in cui l'incidenza della spesa per l'assistenza farmaceutica risulti eccedere
il tetto programmato previsto dall'articolo 5 del decreto-legge 18 settembre
2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n.
405.
27. L'articolo 4, comma 9, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, è sostituito
dal seguente:
"9. È istituita la struttura tecnica interregionale per la disciplina
dei rapporti con il personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale.
Tale struttura, che rappresenta la delegazione di parte pubblica per il rinnovo
degli accordi riguardanti il personale sanitario a rapporto convenzionale, è
costituita da rappresentanti regionali nominati dalla Conferenza dei presidenti
delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Della predetta
delegazione fanno parte, limitatamente alle materie di rispettiva competenza,
i rappresentanti dei Ministeri dell'economia e delle finanze, del lavoro e delle
politiche sociali, e della salute, designati dai rispettivi Ministri. Con accordo
in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano, è disciplinato il procedimento
di contrattazione collettiva relativo ai predetti accordi tenendo conto di quanto
previsto dagli articoli 40, 41, 42, 46, 47, 48 e 49 del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165. A tale fine è autorizzata la spesa annua nel limite
massimo di 2 milioni di euro a decorrere dall'anno 2003".
Art. 53.
(Medici con titolo di specializzazione)
1. Ai medici che conseguono il titolo di specializzazione è riconosciuto,
ai fini dei concorsi, l'identico punteggio attribuito per il lavoro dipendente.
Art. 54.
(Livelli essenziali di assistenza)
1. Dal 1 gennaio 2001 sono confermati i livelli essenziali di assistenza previsti
dall'articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502,
e successive modificazioni.
2. Le prestazioni riconducibili ai suddetti livelli di assistenza e garantite
dal Servizio sanitario nazionale sono quelle individuate all'allegato 1 del
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, pubblicato
nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 33 dell'8 febbraio 2002,
con le esclusioni e i limiti di cui agli allegati 2 e 3 del citato decreto,
con decorrenza dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto.
3. La individuazione di prestazioni che non soddisfano i principi e le condizioni
stabiliti dall'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992,
n. 502, e successive modificazioni, nonché le modifiche agli allegati
richiamati al comma 2 del presente articolo sono definite con decreto del Presidente
del Consiglio dei ministri, di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti
tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Art. 55.
(Interventi di ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico del patrimonio
sanitario pubblico)
1. All'articolo 5-bis, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.
502, e successive modificazioni, dopo le parole:
"nei limiti delle disponibilità finanziarie, iscritte nel bilancio
dello Stato" sono inserite le seguenti: "e nei bilanci regionali".
Art. 56.
(Fondo per progetti di ricerca)
1. È istituito un fondo finalizzato al finanziamento di progetti di ricerca,
di rilevante valore scientifico, anche con riguardo alla tutela della salute
e all'innovazione tecnologica, con una dotazione finanziaria di 225 milioni
di euro per l'anno 2003 e di 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2004.
Alla ripartizione del fondo, istituito nello stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze, tra le diverse finalità provvede il Presidente
del Consiglio dei ministri, con proprio decreto, su proposta del Ministro dell'istruzione,
dell'università e della ricerca, sentiti i Ministri dell'economia e delle
finanze, della salute e per l'innovazione tecnologica. Con lo stesso decreto
sono stabiliti procedure, modalità e strumenti per l'utilizzo delle risorse,
assicurando in via prioritaria il finanziamento dei progetti presentati da soggetti
che abbiano ottenuto, negli anni prece denti, un eccellente risultato nell'utilizzo
e nella capacità di spesa delle risorse comunitarie assegnate e delle
risorse finanziarie provenienti dai programmi quadro di ricerca dell'Unione
europea o dai fondi strutturali.
Art. 57.
(Commissione unica sui dispositivi medici)
1. Presso il Ministero della salute è istituita, senza oneri aggiuntivi
a carico del bilancio dello Stato, la Commissione unica sui dispositivi medici,
organo consultivo tecnico del Ministero della salute, con il compito di definire
e aggiornare il repertorio dei dispositivi medici, di classificare tutti i prodotti
in classi e sottoclassi specifiche con l'indicazione del prezzo di riferimento.
2. La Commissione unica sui dispositivi medici è nominata con decreto
del Ministro della salute, sentite le competenti Commissioni parlamentari, e
presieduta dal Ministro stesso o dal vice presidente da lui designato ed è
composta da cinque membri nominati dal Ministro della salute, da uno nominato
dal Ministro dell'economia e delle finanze e da sette membri nominati dalla
Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento
e di Bolzano. Sono, inoltre, componenti di diritto il Direttore generale della
Direzione generale della valutazione dei medicinali e della farmacovigilanza
del Ministero della salute e il presidente dell'istituto superiore di sanità
o un suo direttore di laboratorio.
3. La Commissione dura in carica due anni e i componenti possono essere confermati
una sola volta.
4. La Commissione può invitare a partecipare alle sue riunioni esperti
nazionali e stranieri.
5. Le aziende sanitarie devono espone on line via Internet i costi unitari dei
dispositivi medici acquistati semestralmente, specificando aziende produttrici
e modelli. Tali informazioni devono essere disponibili entro il 31 marzo 2003
e devono essere aggiornate almeno ogni sei mesi.
Art. 58.
(Incentivi per la ricerca farmaceutica)
1. Nell'ambito della procedura negoziale del prezzo dei farmaci innovativi registrati
con procedura centralizzata o di mutuo riconoscimento è riconosciuto
un sistema di "premio di prezzo" (premium price) alle aziende farmaceutiche
che effettuano investimenti sul territorio nazionale finalizzati alla ricerca
e allo sviluppo del settore farmaceutico. Tale procedura negoziale si applica
anche ai farmaci innovativi registrati con procedura nazionale ove l'Italia
sia designata Paese di riferimento per la procedura di mutuo riconoscimento
in Europa.
2. Il "premio di prezzo" previsto dal comma 1, la cui entità
è sottoposta a verifica annuale, è determinato sulla base dei
seguenti criteri nell'ambito delle disponibilità finanziarie prefissate
per la spesa farmaceutica:
a) volume annuale assoluto di investimenti produttivi ed in ricerca;
b) rapporto investimenti in officine di produzione dell'anno considerato rispetto
alla media degli investimenti del triennio precedente;
c) livelli annuali delle esportazioni;
d) rapporto incrementale delle esportazioni (prodotti finiti e semilavorati)
rispetto all'anno precedente;
e) numero degli occupati in ricerca e numero addetti per la ricerca, al netto
del personale per il marketing, rapportato alla media degli addetti dei tre
anni precedenti;
f) incremento del rapporto tra la spesa per la ricerca effettuata sul territorio
nazionale ed il fatturato relativo agli anni precedenti. I coefficienti dei
criteri di cui al presente comma e l'entità massima del "premio
di prezzo" in rapporto al prezzo negoziato sono definiti con decreto del
Ministro della salute, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze,
delle attività produttive e dell'istruzione, dell'università e
della ricerca, su proposta del Comitato interministeriale per la programmazione
economica (CIPE), nei limiti di un importo finanziario pari allo 0,1 per cento
del finanziamento complessivo per la spesa farmaceutica.
3. I criteri di cui al comma 2 si applicano anche ai prodotti in licenza.
Art. 59.
(Deducibilità delle erogazioni liberali a favore della ricerca sulle
malattie neoplastiche)
1. Le erogazioni liberali in denaro, per un importo non superiore a 500 euro,
effettuate nei primi quattro mesi dell'anno 2003 da persone fisiche a favore
di enti, istituti, anche universitari, pubblici e privati, e associazioni senza
scopo di lucro che alla data di entrata in vigore della presente legge svolgono
direttamente o indirettamente attività di studio e di ricerca scientifica
sulle malattie neoplastiche, presso laboratori universitari, ospedali e istituti,
sono deducibili dal reddito complessivo determinato per l'anno 2003 ai sensi
del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
CAPO V
FINANZIAMENTI DEGLI INVESTIMENTI
Art. 60.
(Finanziamento degli investimenti per lo sviluppo)
1. Gli stanziamenti del Fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo
61 della presente legge nonché le risorse del Fondo unico per gli incentivi
alle imprese di cui all'articolo 52 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, limitatamente
agli interventi territorializzati rivolti alle aree sottoutilizzate e segnatamente
alle autorizzazioni di spesa di cui al decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415,
convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488, e alle
disponibilità assegnate agli strumenti di programmazione negoziata, in
fase di regionalizzazione, possono essere diversamente allocati dal CIPE, presieduto
dal Presidente del Consiglio dei ministri in maniera non delegabile. La diversa
allocazione, limitata esclusivamente agli interventi finanziati con le risorse
di cui sopra e ricadenti nelle aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61 della
presente legge, eeffettuata in relazione rispettivamente allo stato di attuazione
degli interventi finanziati o alle esigenze espresse dal mercato in merito alle
singole misure di incentivazione.
2. Il CIPE informa ogni quattro mesi il Parlamento delle operazioni effettuate
in base al comma
1. A tal fine i soggetti gestori delle diverse forme di intervento, con la medesima
cadenza, comunicano al CIPE i dati sugli interventi effettuati, includenti quelli
sulla relativa localizzazione.
3. Presso il Ministero delle attività produttive è istituito un
apposito Fondo in cui confluiscono le risorse del Fondo unico per gli incentivi
alle imprese di cui all'articolo 52 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, con
riferimento alle autorizzazioni di spesa di cui al decreto-legge 22 ottobre
1992, n. 415, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n.
488, le disponibilità assegnate alla programmazione negoziata per patti
territoriali, contratti d'area e contratti di programma, nonché le risorse
che gli siano allocate in attuazione del comma
1. Allo stesso Fondo confluiscono le economie derivanti da provvedimenti di
revoca totale o parziale degli interventi citati, nonché quelle di cui
al comma 6 dell'articolo 8 della legge 7 agosto 1997, n. 266. Gli oneri relativi
al funzionamento dell'istituto per la promozione industriale, di cui all'articolo
14, comma 3, della legge 5 marzo 2001, n. 57, riguardanti le iniziative e le
attività di assistenza tecnica afferenti le autorizzazioni di spesa di
cui al Fondo istituito dal presente comma, gravano su detto Fondo. A tal fine
provvede, con proprio decreto, il Ministro delle attività produttive.
4. Il 3 per cento degli stanziamenti previsti per le infrastrutture è
destinato alla spesa per la tutela e gli interventi a favore dei beni e delle
attività culturali. Con regolamento del Ministro per i beni e le attività
culturali, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto
1988, n. 400, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti,
sono definiti i criteri e le modalità per l'utilizzo e la destinazione
della quota percentuale di cui al precedente periodo.
5. Ai fini del riequilibrio socio-economico e del completamento delle dotazioni
infrastrutturali del Paese, nell'ambito del programma di infrastrutture strategiche
di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, può essere previsto il rifinanziamento
degli interventi di cui all'articolo 145, comma 21, della legge 23 dicembre
2000, n. 388.
6. Per le attività iniziate entro il 31 dicembre 2002 relative alle istruttorie
dei patti territoriali e dei contratti d'area, nonché per quelle di assistenza
tecnico-amministrativa dei patti territoriali, il Ministero delle attività
produttive è autorizzato a corrispondere i compensi previsti dalle convenzioni
a suo tempo stipulate dal Ministero dell'economia e delle finanze a valere sulle
somme disponibili in relazione a quanto previsto dalle delibere CIPE 17 marzo
2000, n. 31, e 21 dicembre 2001, n. 123, pubblicate rispettivamente nella Gazzetta
Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2000 e n. 88 del 15 aprile 2002. Il Ministero
delle attività produttive è altresì autorizzato, aggiornando
le condizioni operative per gli importi previsti dalle convenzioni, a stipulare
con gli stessi soggetti contratti a trattativa privata per il completamento
delle attività previste dalle stesse convenzioni.
Art. 61.
(Fondo per le aree sottoutilizzate ed interventi nelle medesime aree)
1. A decorrere dall'anno 2003 è istituito il Fondo per le aree sottoutilizzate,
coincidenti con l'ambito territoriale delle aree depresse di cui alla legge
30 giugno 1998, n. 208, al quale confluiscono le risorse disponibili autorizzate
dalle disposizioni legislative, comunque evidenziate contabilmente in modo autonomo,
con finalità di riequilibrio economico e sociale di cui all'allegato
1, nonché la dotazione aggiuntiva di 400 milioni di euro per l'anno 2003,
di 650 milioni di euro per l'anno 2004 e di 7.000 milioni di euro per l'anno
2005.
2. A decorrere dall'anno 2004 si provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 3,
lettera f), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
3. Il Fondo è ripartito esclusivamente tra gli interventi previsti dalle
disposizioni legislative di cui al comma 1, con apposite delibere del CIPE adottate
sulla base del criterio generale di destinazione territoriale delle risorse
disponibili e per finalità di riequilibrio economico e sociale, nonché:
a) per gli investimenti pubblici, ai quali sono finalizzate le risorse stanziate
a titolo di rifinanziamento degli interventi di cui all'articolo 1 della citata
legge n. 208 del 1998, e comunque realizzabili anche attraverso le altre disposizioni
legislative di cui all'allegato 1, sulla base, ove applicabili, dei criteri
e dei metodi indicati all'articolo 73 della legge 28 dicembre 2001, n. 448;
b) per gli incentivi, secondo criteri e metodi volti a massimizzare l'efficacia
complessiva dell'intervento e la sua rapidità e semplicità, sulla
base dei risultati ottenuti e degli indirizzi annuali del Documento di programmazione
economico-finanziaria, e a rispondere alle esigenze del mercato.
4. Le risorse finanziarie assegnate dal CIPE costituiscono limiti massimi di
spesa ai sensi del comma 6-bis dell'articolo 11-ter della legge 5 agosto 1978,
n. 468.
5. Il CIPE, con proprie delibere da sottoporre al controllo preventivo della
Corte dei conti, stabilisce i criteri e le modalità di attuazione degli
interventi previsti dalle disposizioni legislative di cui al comma 1, anche
al fine di dare immediata applicazione ai principi contenuti nel comma 2 dell'articolo
72. Sino all'adozione delle delibere di cui al presente comma, ciascun intervento
resta disciplinato dalle disposizioni di attuazione vigenti alla data di entrata
in vigore della presente legge.
6. Al fine di dare attuazione al comma 3, il CIPE effettua un monitoraggio periodico
della domanda rivolta ai diversi strumenti e del loro stato di attuazione; a
tale fine si avvale, oltre che delle azioni di monitoraggio già in atto,
di specifici contributi dell'ISTAT e delle Camere di commercio, industria, artigianato
e agricoltura. Entro il 30 giugno di ogni anno il CIPE approva una relazione
sugli interventi effettuati nell'anno precedente, contenente altresì
elementi di valutazione sull'attività svolta nell'anno in corso e su
quella da svolgere nell'anno successivo. Il Ministro dell'economia e delle finanze
trasmette tale relazione al Parlamento.
7. Partecipano in via ordinaria alle riunioni del CIPE, con diritto di voto,
il Ministro per gli affari regionali in qualità di presidente della Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, e il presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni
e delle province autonome di Trento e di Bolzano, o un suo delegato, in rappresentanza
della Conferenza stessa. Copia delle deliberazioni del CIPE relative all'utilizzo
del Fondo di cui al presente articolo sono trasmesse al Parlamento e di esse
viene data formale comunicazione alle competenti Commissioni.
8. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare,
anche con riferimento all'articolo 60, con propri decreti, le occorrenti variazioni
di bilancio in termini di residui, competenza e cassa tra le pertinenti unità
previsionali di base degli stati di previsione delle amministrazioni interessate.
9. Le economie derivanti da provvedimenti di revoca totale o parziale delle
agevolazioni di cui all'articolo 1 del decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244,
convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1995, n. 341, nonché
quelle di cui all'articolo 8, comma 2, della legge 7 agosto 1997, n. 266, sono
utilizzate dal Ministero delle attività produttive per la copertura degli
oneri statali relativi alle iniziative imprenditoriali comprese nei patti territoriali
e per il finanziamento di nuovi contratti di programma.
Per il finanziamento di nuovi contratti di programma, una quota pari al 70 per
cento delle economie è riservata alle aree sottoutilizzate del Centro-Nord,
ricomprese nelle aree ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 87, paragrafo
3, lettera c), del Trattato che istituisce la Comunità europea, nonché
alle aree ricomprese nell'obiettivo 2, di cui al regolamento (CE) n. 1260/1999
del Consiglio, del 21 giugno 1999.
10. Le economie derivanti da provvedimenti di revoca totale o parziale delle
agevolazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 22 ottobre 1992,
n. 415, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488,
sono utilizzate dal Ministero delle attività produttive, oltre che per
gli interventi previsti dal citato decreto-legge n. 415 del 1992, anche, nel
limite del 30 per cento delle economie stesse, per il finanziamento di nuovi
contratti di programma. Per il finanziamento di nuovi contratti di programma
una quota pari all'85 per cento delle economie è riservata alle aree
depresse del Mezzogiorno ricomprese nell'obiettivo 1, di cui al citato regolamento
(CE) n. 1260/1999, e una quota pari al 15 per cento alle aree sottoutilizzate
del Centro-Nord, ricomprese nelle aree ammissibili alle deroghe previste dal
citato articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del Trattato che istituisce la
Comunità europea, nonché alle aree ricomprese nell'obiettivo 2,
di cui al predetto regolamento.
11. All'articolo 18 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, dopo il
comma 1, einserito il seguente:
"1-bis. Sono esclusi dal finanziamento i progetti che si riferiscono a
settori esclusi o sospesi dal CIPE, con propria delibera, sentita la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, o da disposizioni comunitarie " 12. All'articolo 23
del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, dopo il comma 3, einserito il
seguente:
"3-bis. La società di cui al comma 1 può essere autorizzata
dal Ministero dell'economia e delle finanze ad effettuare, con le modalità
da esso stabilite ed a valere sulle risorse del fondo di cui all'articolo 27,
comma 11, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, una o più operazioni
di cartolarizzazione dei crediti maturati con i mutui di cui al presente decreto.
Alle predette operazioni di cartolarizzazione si applicano le disposizioni di
cui all'articolo 15 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni.
I ricavi rinvenienti dalle predette operazioni affluiscono al medesimo fondo
per essere riutilizzati per gli interventi di cui al presente decreto. Dell'entità
e della destinazione dei ricavi suddetti la società informa quadrimestralmente
il CIPE".
13. Nei limiti delle risorse di cui al comma 3 possono essere concesse agevolazioni
in favore delle imprese operanti in settori ammissibili alle agevolazioni ai
sensi del decreto-legge del 22 ottobre 1992, n. 415, convertito, con modificazioni,
dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488, ed aventi sede nelle aree ammissibili
alle deroghe previste dall'articolo 87, paragrafo 3, lettere a) e c) del Trattato
che istituisce la Comunità europea, nonché nelle aree ricadenti
nell'obiettivo 2 di cui al regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio, del
21 giugno 1999, che investono, nell'ambito di programmi di penetrazione commerciale,
in campagne pubblicitarie localizzate in specifiche aree territoriali del Paese.
L'agevolazione è riconosciuta sulle spese documentate dell'esercizio
di riferimento che eccedono il totale delle spese pubblicitarie dell'esercizio
precedente e nelle misure massime previste per gli aiuti a finalità regionale,
nel rispetto dei limiti della regola "de minimis" di cui al regolamento
(CE) n. 69/2001 della Commissione, del 12 gennaio 2001. Il CIPE, con propria
delibera da sottoporre al controllo preventivo della Corte dei conti, stabilisce
le risorse da riassegnare all'unità previsionale di base 6.1.2.7 "Devoluzione
di proventi" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle
finanze, ed indica la data da cui decorre la facoltà di presentazione
e le modalità delle relative istanze. I soggetti che intendano avvalersi
dei contributi di cui al presente comma devono produrre istanza all'Agenzia
delle entrate che provvede entro trenta giorni a comunicare il suo eventuale
accoglimento secondo l'ordine cronologico delle domande pervenute. Qualora l'utilizzazione
del contributo esposta nell'istanza non risulti effettuata, nell'esercizio di
imposta cui si riferisce la domanda, il soggetto interessato decade dal diritto
al contributo e non può presentare una nuova istanza nei dodici mesi
successivi alla conclusione dell'esercizio fiscale.
Art. 62.
(Incentivi agli investimenti)
1. Al fine di assicurare una corretta applicazione delle disposizioni in materia
di agevolazioni per gli investimenti nelle aree svantaggiate di cui all'articolo
8 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, nonché
di favorire la prevenzione di comportamenti elusivi, di acquisire all'amministrazione
i dati necessari per adeguati monitoraggi e pianificazioni dei flussi di spesa,
occorrenti per assicurare pieni utilizzi dei contributi, attribuiti nella forma
di crediti di imposta:
a) i soggetti che hanno conseguito il diritto al contributo anteriormente alla
data dell'8 luglio 2002 comunicano all'Agenzia delle entrate, a pena di decadenza
dal contributo conseguito automaticamente, i dati occorrenti per la ricognizione
degli investimenti realizzati e, in particolare, quelli concernenti le tipologie
degli investimenti, gli identificativi dei contraenti con i quali i soggetti
interessati intrattengono i rapporti necessari per la realizzazione degli investimenti,
le modalità di regolazione finanziaria delle spese relative agli investimenti,
l'ammontare degli investimenti, dei contributi fruiti e di quelli ancora da
utilizzare, nonché ogni altro dato utile ai predetti fini. Tali dati
sono stabiliti con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, emanato
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con
il quale sono altresì approvati il modello di comunicazione e il termine
per la sua effettuazione, comunque non successivo al 28 febbraio 2003. I soggetti
di cui al primo periodo sospendono l'effettuazione degli ulteriori utilizzi
del contributo a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge
e la riprendono a decorrere dal 10 aprile 2003. La ripresa della utilizzazione
dei contributi è consentita nella misura non superiore al rapporto tra
lo stanziamento in bilancio, pari a 450 milioni di euro per l'anno 2003 e a
250 milioni di euro a decorrere dall'anno 2004, e l'ammontare complessivo dei
crediti d'imposta conseguenti ai contributi maturati e non utilizzati, risultante
dalla analisi delle comunicazioni di cui al primo periodo. L'entità massima
della predetta misura è determinata con provvedimento del Ministero dell'economia
e delle finanze pubblicato nella Gazzetta Ufficiale entro il termine stabilito
per la ripresa della utilizzazione dei contributi;
b) i soggetti che, a decorrere dall'8 luglio 2002, hanno conseguito l'assenso
dell'Agenzia delle entrate relativamente alla istanza presentata ai sensi del
citato articolo 8 della legge n. 388 del 2000 effettuano la comunicazione di
cui alla lettera a), sospendono l'effettuazione degli ulteriori utilizzi del
contributo a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge
e la riprendono a decorrere dal 10 aprile 2003. La ripresa della utilizzazione
dei contributi è consentita fino a concorrenza del 35 per cento del suo
ammontare complessivo nell'anno 2003 e, rispettivamente, del 70 per cento e
del 100 per cento nei due anni successivi;
c) a decorrere dal 1 gennaio 2003 il contributo di cui al citato articolo 8
della legge n. 388 del 2000 è attribuito, nella forma di credito di imposta,
esclusivamente per gli investimenti da effettuare nelle aree ammissibili alle
deroghe previste dall'articolo 87, paragrafo 3, lettera a), del Trattato che
istituisce la Comunità europea, nonché nelle aree delle regioni
Abruzzo e Molise ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 87, paragrafo
3, lettera c), dello stesso Trattato, individuate dalla Carta italiana degli
aiuti a finalità regionale per il periodo 2000-2006. Nelle aree ammissibili
alla deroga ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera a), del predetto
Trattato, il contributo spetta nel limite dell'85 per cento dell'intensità
fissata per tali aree dalla Carta italiana degli aiuti a finalità regionale
per il periodo 2000-2006; nelle aree dell'Abruzzo e del Molise ammesse alla
deroga, ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del Trattato, il
contributo spetta nella misura della intensità fissata per tali aree
dalla predetta Carta. Per gli investimenti da effettuare nelle aree ammissibili
alle deroghe previste dall'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), dello stesso
Trattato, diverse da quelle di cui al primo e al secondo periodo della presente
lettera, eattribuito un contributo nelle forme di credito d'imposta secondo
le stesse modalità di cui al primo periodo, nei limiti di 30 milioni
di euro annui fino al 2006.
L'efficacia delle disposizioni del periodo precedente è subordinata,
ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità
europea, alla preventiva approvazione da parte della Commissione europea;
d) i soggetti che, presentata l'istanza ai sensi delle disposizioni di cui alla
lettera 1,), non ne hanno ottenuto l'accoglimento per esaurimento delle risorse
finanziarie disponibili per l'anno 2002, e che comunque intendono conseguire
il contributo di cui alla lettera c), a decorrere dalla data prevista nella
medesima lettera, rinnovano l'istanza, esponendo un importo relativo all'investimento
non superiore a quello indicato nell'istanza non accolta, nonché gli
altri dati di cui alla medesima istanza, integrati con gli ulteriori elementi
stabiliti con il provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate previsto
dalla lettera a). Rispettate tali condizioni, i soggetti di cui al periodo precedente
conservano l'ordine di priorità conseguito con la precedente istanza
non accolta, ai sensi del comma 1-ter del citato articolo 8 della legge n. 388
del 2000;
e) le istanze presentate per la prima volta dai soggetti che intendono effettuare
investimenti a decorrere dal 1 gennaio 2003 contengono le indicazioni di cui
al comma 1-bis del citato articolo 8 della legge n. 388 del 2000, come modificato
dall'articolo 10 del citato decreto-legge n. 138 del 2002, integrate con gli
ulteriori elementi stabiliti con il provvedimento del direttore dell'Agenzia
delle entrate previsto dalla lettera a);
f) le istanze rinnovate ovvero presentate per la prima volta ai sensi delle
lettere d) ed e) espongono gli investimenti e gli utilizzi del contributo suddivisi,
secondo la pianificazione scelta dai soggetti interessati, con riferimento all'anno
nel quale l'istanza viene presentata e ai due immediatamente successivi. In
ogni caso, l'utilizzo del contributo, in relazione al singolo investimento,
è consentito esclusivamente entro il secondo anno successivo a quello
nel quale è presentata l'istanza e, in ogni caso, nel rispetto di limiti
di utilizzazione minimi e massimi pari, in progressione, al 20 e al 30 per cento,
nell'anno di presentazione dell'istanza, e al 60 e al 70 per cento, nell'anno
successivo;
g) qualora le utilizzazioni del contributo pianificate ed esposte nella istanza,
ai sensi della lettera f), non risultino effettuate nei limiti previsti, per
ciascun anno, dalla medesima lettera, il soggetto interessato decade dal diritto
al contributo e non può presentare una nuova istanza prima dei dodici
mesi successivi a quello nel quale la decadenza si è verificata;
h) l'Agenzia delle entrate, con riferimento alle istanze rinnovate ovvero presentate
per la prima volta ai sensi delle lettere d) ed e), provvede a dare attuazione
al comma 1-ter del citato articolo 8 della legge n. 388 del 2000, come modificato
dall'articolo 10 del citato decreto-legge n. 138 del 2002, nei limiti dello
stanziamento di bilancio pari a 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni
dal 2003 al 2006;
i) i soggetti comunque ammessi ai benefici di cui al citato articolo 8 della
legge n. 388 del 2000, indicano nella dichiarazione annuale dei redditi relativa
all'esercizio in cui sono effettuati gli investimenti il settore di appartenenza,
l'ammontare dei nuovi investimenti effettuati suddivisi per area regionale interessata,
l'ammontare del contributo utilizzato in compensazione, il limite di intensità
di aiuto utilizzabile, nonché ogni altro elemento ritenuto utile indicato
nelle istruzioni dei modelli della predetta dichiarazione.
2. È abrogato il comma 1-quater dell'articolo 8 della legge 23 dicembre
2000, n. 388.
3. Al comma 1 dell'articolo 8 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, come modificato
dall'articolo 10, comma 1, lettera b), del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138,
convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, le parole:
"pari a 1.740 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2003 al 2006"
sono sostituite dalle seguenti: "pari a 1.725 milioni di euro per l'anno
2003, 1.740 milioni di euro per l'anno 2004, 1.511 milioni di euro per l'anno
2005, 1.250 milioni di euro per l'anno 2006, 700 milioni di euro per l'anno
2007 e 300 milioni di euro per l'anno 2008".
4. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7, comma 1, della legge 23
dicembre 2000, n. 388, è ridotta di 335 milioni di euro per l'anno 2004
e 250 milioni di euro per l'anno 2005.
5. I contribuenti titolari di reddito d'impresa o di lavoro autonomo che hanno
dichiarato ricavi o compensi di ammontare non superiore a 5.164.569 euro sospendono,
a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino al 30
settembre 2003, l'effettuazione della compensazione di cui all'articolo 17 del
decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, limitatamente ai crediti d'imposta
derivanti dalla rettifica del reddito d'impresa o di lavoro autonomo risultante
da dichiarazioni integrative, presentate successivamente al 30 settembre 2002.
6. In caso di effettuazione della compensazione del credito in violazione di
quanto stabilito dal comma 5 non si applicano le riduzioni delle sanzioni previste
dalle disposizioni dell'articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997,
n. 472, e dall'articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 18 dicembre 1997,
n. 462.
7. Sono abrogati gli articoli 1 e 2 del decreto-legge 12 novembre 2002, n. 253;
restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e sono fatti salvi gli effetti
prodottosi e i rapporti giuridici sorti sulla base delle predette disposizioni.
Art. 63.
(Incentivi alle assunzioni)
1. L'incentivo per l'incremento dell'occupazione, costituito da un contributo
attribuito nella forma di credito di imposta, è prorogato fino al 31
dicembre 2006 nel rispetto delle seguenti disposizioni:
a) gli incrementi occupazionali che rientrano nella misura massima prevista
dall'articolo 2 del decreto-legge 24 settembre 2002, n. 209, determinano anche
per l'anno 2003 il diritto al contributo negli importi stabiliti dall'articolo
7 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, relativamente ai datori di lavoro nei
cui riguardi trova applicazione il citato articolo 2 del decreto-legge n. 209
del 2002. Per lo stesso anno 2003, ogni assunzione che dà luogo ad un
incremento della base occupazionale ulteriore rispetto alla misura di cui al
primo periodo attribuisce ai datori di lavoro indicati nello stesso periodo,
per l'intero territorio nazionale, un contributo di 100 euro ovvero di 150 euro,
se l'assunto è di età superiore ai quarantacinque anni, nel limite
finanziario complessivo di 125 milioni di euro. Nei casi di cui al secondo periodo,
se l'assunzione è effettuata negli ambiti territoriali di cui al comma
10 dell'articolo 7 della citata legge n. 388 del 2000, è attribuito un
ulteriore contributo di 300 euro nel limite finanziario complessivo fissato
con deliberazione del CIPE in attuazione degli articoli 60 e 61 della presente
legge, a valere sui fondi previsti dagli stessi articoli;
b) dal 1 gennaio 2003 al 31 dicembre 2006, relativamente ai datori di lavoro
diversi da quelli di cui alla lettera a), e dal 1 gennaio 2004 al 31 dicembre
2006, relativamente ai datori di lavoro di cui alla lettera a) per ogni assunzione
che dà luogo ad un incremento della base occupazionale, rispetto alla
base occupazionale media riferita al periodo tra il 1 agosto 2001 e il 31 luglio
2002, è attribuito il contributo di 100 euro ovvero di 150 euro nonché
quello ulteriore di 300 euro, ai sensi del secondo e terzo periodo della lettera
a), a valere, per l'anno 2003, sulle stesse dotazioni finanziarie di cui alla
medesima lettera a) e, per gli anni dal 2004 al 2006, relativamente ai contributi
di cui al secondo periodo della lettera a), nei limiti finanziari complessivi
di 125 milioni di euro annui, e, relativamente al contributo di cui al terzo
periodo della lettera a), nel limite finanziario complessivo annuo fissato con
deliberazione del CIPE in attuazione degli articoli 60 e 61 della presente legge,
a valere sui fondi previsti dagli stessi articoli;
c) per le assunzioni di cui alle lettere a) e b) rimangono ferme, nel resto,
le disposizioni di cui al citato articolo 7 della legge n. 388 del 2000, in
particolare quelle relative alle modalità e ai tempi di rilevazione delle
assunzioni che determinano incremento della base occupazionale.
2. Il contributo di cui al comma 1, lettera a), primo periodo, può essere
attribuito comunque non oltre il 31 dicembre 2003; quelli di cui al comma 1,
lettera a), secondo e terzo periodo, e lettera b), possono essere attribuiti
comunque non oltre il 31 dicembre 2006. In entrambi i casi previsti dal primo
periodo, i contributi possono essere fruiti, solo mediante compensazione ai
sensi del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, anche successivamente a
tali date, in caso di incapienza.
3. Per maturare il diritto ai contributi di cui al comma 1, lettera a), secondo
e terzo periodo, e lettera b), i datori di lavoro devono, in ogni caso, inoltrare
al centro operativo di Pescara dell'Agenzia delle entrate una istanza preventiva
contenente i dati stabiliti con provvedimento del direttore della medesima Agenzia,
emanato entro il 31 gennaio 2003, occorrenti per stabilire la base occupazionale
di riferimento, il numero, la tipologia, la decorrenza e la durata dell'assunzione,
l'entità dell'incremento occupazionale nonché gli identificativi
del datore di lavoro e dell'assunto. I contributi di cui al periodo precedente
possono essere fruiti ai sensi del comma 2 solo dopo l'atto di assenso adottate
espressamente dall'Agenzia delle entrate entro trenta giorni dal ricevimento
dell'istanza. Nel rendere l'atto di assenso, l'Agenzia delle entrate, d'intesa
con il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia
e delle finanze, tiene conto altresì, in funzione dei dati raccolti ai
sensi del primo periodo, della proiezione degli effetti finanziari sugli anni
successivi, in considerazione dei limiti di spesa progressivamente impegnati
nel corso dell'anno in ragione dei contributi assentiti. Per la gestione delle
istanze trovano applicazione, in quanto compatibili, le disposizioni dell'articolo
6 del regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 3 agosto 1998,
n. 311.
4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non incidono sui diritti di utilizzazione
dei crediti di imposta previsti dall'articolo 2, comma 1, terzo periodo, del
decreto-legge 24 settembre 2002, n. 209, relativamente ai quali non operano
i limiti finanziari di cui al comma 1, lettere a) e b), del presente articolo.
5. Al maggiore onere derivante dall'attuazione del presente articolo, pari a
725 milioni di euro per l'anno 2003, si provvede mediante corrispondente utilizzo
dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 8 della legge 23 dicembre 2000,
n. 388, come modificata dall'articolo 10, comma 1, lettera b), del decreto-legge
8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002,
n. 178.
Art. 64.
(Misure compensative per le regioni e gli enti locali)
1. A valere e nei limiti delle risorse complessivamente previste all'articolo
62, comma 1, lettera h), è garantita alle regioni o agli enti locali
cui sono attribuiti tributi erariali o quote di compartecipazione agli stessi
l'invarianza del gettito tributario attraverso misure compensative determinate
con successivo provvedimento ministeriale da emanare d'intesa con gli enti interessati
anche sulla base delle risultanze prodotte dall'Agenzia delle entrate - struttura
di gestione.
2. Allo scopo di quantificare le minori entrate di tributi di spettanza delle
regioni e degli enti locali conseguenti ai crediti d'imposta concessi per gli
esercizi pregressi è istituito, con decreto del Ministro dell'economia
e delle finanze, un apposito Comitato tecnico, senza oneri a carico del bilancio
dello Stato.
Art. 65.
(Operazioni sui titoli di Stato)
1. Ai fini dell'articolo 8, ventinovesimo comma, della legge 22 dicembre 1984,
n. 887, e successive modificazioni, i titoli di Stato di cui all'articolo 2,
comma 1, della legge 26 novembre 1993, n. 483, possono essere concambiati con
effetto dal 30 dicembre 2002 con altri titoli di Stato per un ammontare di pari
valore di mercato, previa intesa fra il Ministero dell'economia e delle finanze
e la Banca d'Italia. Modalità e termini dell'operazione sono disciplinati
con apposita convenzione.
2. A decorrere dal periodo di imposta in corso alla data del concambio, la perdita
conseguente alla minusvalenza patrimoniale di cui al predetto concambio è
integralmente deducibile anche in deroga al limite temporale previsto dal comma
1 dell'articolo 102 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto
del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni,
e comunque non oltre il ventesimo periodo d'imposta successivo.
3. A copertura della minusvalenza di cui al comma 2, la Banca d'Italia può
utilizzare, in esenzione d'imposta, i fondi costituiti con la rivalutazione
dell'oro, per le quote accertate al 1 gennaio 1999 e ancora esistenti alla data
del concambio. Il costo fiscalmente riconosciuto dell'oro è pari al valore
iscritto in bilancio, al netto del relativo conto rivalutazione che residua
dopo il concambio.
4. È abrogata la lettera b) del comma 1 dell'articolo 104 del citato
testo unico.
Art. 66.
(Sostegno della filiera agroalimentare)
1. Al fine di favorire l'integrazione di filiera del sistema agricolo e agroalimentare
e il rafforzamento dei distretti agroalimentari nelle aree sottoutilizzate,
il Ministero delle politiche agricole e forestali, nel rispetto della programmazione
regionale, promuove, nel limite finanziario complessivo fissato con deliberazione
del CIPE in attuazione degli articoli 60 e 61 della presente legge, contratti
di filiera a rilevanza nazionale con gli operatori delle filiere, ivi comprese
le forme associate, finalizzati alla realizzazione di programmi di investimenti
aventi carattere interprofessionale, in coerenza con gli orientamenti comunitari
in materia di aiuti di Stato in agricoltura.
2. I criteri, le modalità e le procedure per l'attuazione delle iniziative
di cui al comma 1 sono definiti con decreto del Ministro delle politiche agricole
e forestali, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro sessanta giorni
dalla data di entrata in vigore della presente legge.
3. Al fine di facilitare l'accesso al mercato dei capitali da parte delle imprese
agricole e agroalimentari, con decreto del Ministro delle politiche agricole
e forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è
istituito un regime di aiuti conformemente a quanto disposto dagli orientamenti
comunitari in materia di aiuti di Stato in agricoltura nonché dalla comunicazione
della Commissione delle Comunità europee 2001/C 235 03 del 23 maggio
2001, recante aiuti di Stato e capitale di rischio, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale delle Comunità europee C/235 del 21 agosto 2001. Per le finalità
di cui al presente comma è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro
per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005.
Art. 67.
(Disposizioni per l'insediamento nelle zone di montagna)
1. La normativa di cui al decreto-legge 30 dicembre 1985, n. 786, convertito,
con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1986, n. 44, e successive modificazioni,
concernente misure straordinarie per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditorialità
giovanile nel Mezzogiorno, è estesa, fino all'ammontare massimo di 10
milioni di euro annui, anche ai comuni montani con meno di 5.000 abitanti non
ricadenti nelle delimitazioni di cui all'articolo 1 del testo unico delle leggi
sugli interventi nel Mezzogiorno, di cui al decreto del Presidente della Repubblica
6 marzo 1978, n. 218.
2. I criteri e le procedure applicative per l'estensione di cui al comma 1,
ivi compresa la definizione della quota dei fondi in essere di cui al decreto-legge
30 dicembre 1985, n. 786, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio
1986, n. 44, e successive modificazioni, a tale fine riservata, sono determinati
dal CIPE, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano.
Art. 68.
(Interventi per fronteggiare la malattia vescicolare dei suini)
1. Al fine di assicurare la realizzazione di interventi urgenti diretti a fronteggiare
l'emergenza nel settore zootecnico e in particolare nel comparto suinicolo,
causata dalla malattia vescicolare dei suini, nell'ambito delle disponibilità
di cui all'autorizzazione di spesa prevista dall'articolo 15, comma 1, della
legge 27 marzo 2001, n. 122, è destinato, per l'anno 2003, un importo
di 5 milioni di euro, in conformità all'articolo 87, paragrafo 2, lettera
b), del Trattato istitutivo della Comunità europea, e successive modificazioni,
a sostegno delle imprese costrette a misure di profilassi per l'eradicazione
e la prevenzione delle infezioni da virus della malattia vescicolare dei suini.
2. Il Ministero delle politiche agricole e forestali trasferisce alle regioni
colpite dalla malattia vescicolare dei suini, entro il limite di cui al comma
1, gli importi per l'attivazione degli interventi di cui al comma 3, sulla base
dei programmi di intervento presentati dalle regioni entro trenta giorni dalla
data di entrata in vigore della presente legge.
3. Il programma regionale deve contenere:
a) per quanto concerne l'area di intervento: i territori regionali in cui sono
state riscontrate le infezioni, individuati quali aree di protezione, in cui
sono stati effettuati gli abbattimenti obbligatori, e i territori limitrofi
individuati quali aree di sorveglianza;
b) per quanto concerne gli interventi finanziabili:
1) le spese per controlli sanitari, test e altre indagini;
2) i costi imputabili all'abbattimento del bestiame e al relativo smaltimento;
3) gli oneri relativi al fermo aziendale derivanti dalla difficoltà di
sostituzione del bestiame, dalla quarantena o da altri periodi di attesa imposti
o raccomandaci dalle autorità competenti, con priorità per le
imprese ricadenti in zona di protezione;
c) per quanto concerne i beneficiari: le imprese i cui allevamenti ricadono
nelle zone indicate alla lettera a) e per le quali l'autorità sanitaria
abbia previsto un idoneo programma di prevenzione, controllo ed eradicazione
della malattia, predisposto sulla base della normativa sanitaria in materia;
d) l'entità del contributo, fino al cento per cento delle spese sostenute
per gli interventi indicati alla lettera b) entro i limiti, comunque, dell'importo
trasferito ai sensi del comma 2.
4. All'articolo 129, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, dopo la
lettera a), è inserita la seguente:
"a-bis) interventi strutturali e di sostegno per fronteggiare le conseguenze
della malattia scrapie negli allevamenti ovini: 2,5 milioni di euro;".
Art. 69
(Misure in materia agricola)
1. Al comma 1 dell'articolo 11 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito,
con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, dopo le parole: "del
17 maggio 1999," sono inserite le seguenti:
"ovvero ai sensi di regimi di aiuto nazionali approvati con decisione della
Commissione delle Comunità europee".
2. Al comma 3 dell'articolo 11 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito,
con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, dopo le parole: "di
Trento e di Bolzano" sono inserite le seguenti: "nonché ai
sensi di regimi di aiuto nazionali approvati con decisione della Commissione
delle Comunità europee".
3. Dopo il comma 3 dell'articolo 11 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138,
convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, è inserito
il seguente:
"3-bis. Per le domande di cui al comma 3 relative a regimi di aiuto nazionali,
nel caso in cui esse siano state presentate all'ente incaricato, ma non ancora
istruite, la verifica della compatibilità dei requisiti dei richiedenti
il credito d'imposta con la normativa comunitaria può essere richiesta
dai richiedenti stessi al Ministero delle politiche agricole e forestali, che
si esprime entro il termine di quarantacinque giorni dalla data di ricevimento
delle domande".
4. Al comma 5 dell'articolo 11 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 1 38, convertito,
con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, dopo le parole: "85
milioni di euro per l'anno 2002 e 175 milioni di euro per ciascuno degli anni
2003 e 2004" è inserito il seguente periodo: "A decorrere dal
10 gennaio 2003, con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali
è determinato l'ammontare delle risorse destinate agli investimenti realizzati
nelle aree ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 87, paragrafo 3,
lettere a) e c), del Trattato che istituisce la Comunità europea, e successive
modificazioni".
5. Dopo il comma 5 dell'articolo 11 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138,
convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, è inserito
il seguente:
"5-bis. La richiesta del contributo di cui al comma 1 ha validità
annuale. L'Agenzia delle entrate, con riferimento alle richieste rinnovate ovvero
presentate per la prima volta, provvede a dare attuazione al comma 1-ter dell'articolo
8 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, introdotto dall'articolo 10 del presente
decreto, in base all'ordine cronologico di presentazione delle domande a decorrere
dal 1 gennaio di ogni anno".
6. Al fine di dare attuazione all'articolo 47, comma 6, della legge 28 dicembre
2001, n. 448, e nell'ambito dell'autorizzazione di spesa di 2 milioni di euro
prevista al comma 7 del medesimo articolo, la Cassa depositi e prestiti è
autorizzata a concedere all'istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare
(ISMEA) mutui ventennali per gli incentivi relativi allo sviluppo della proprietà
coltivatrice di cui alla legge 14 agosto 1971, n. 817, e successive modificazioni.
7. All'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 22 ottobre 2001, n. 381, convertito,
con modificazioni, dalla legge 21 dicembre 2001, n. 441, le parole: "é
prorogato di un anno" sono sostituite dalle seguenti: "é prorogato
di due anni".
8. Nell'ambito delle risorse finanziarie di cui ai decreti legislativi 18 maggio
2001 n. 227 e n. 228, un importo pari a 30 milioni di euro per l'anno 2003 è
destinato all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura per le esigenze connesse
agli adempimenti di cui al regolamento (CEE) n. 729/70 del Consiglio, del 21
aprile 1970, ed al regolamento (CE) n. 1663/95 della Commissione, del 7 luglio
1995.
9. Per l'attuazione degli interventi autorizzati dall'Unione europea nel settore
bieticolo-saccarifero è destinata per l'anno 2003 la somma di 10 milioni
di euro. Al predetto onere si provvede, quanto a 5,165 milioni di euro, mediante
corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 145,
comma 36, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e, quanto a 4,835 milioni di
euro, nell'ambito delle risorse finanziarie di cui ai decreti legislativi 18
maggio 2001, n. 227 e n. 228.
10. Alla legge 14 febbraio 1992, n. 185, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 2, comma 1, sono soppresse le parole: "con esclusione di
quella zootecnica";
b) all'articolo 3, comma 1, primo periodo, sono soppresse le parole:
"esclusa quella zootecnica".
11. All'articolo 3, comma 2, lettera a), della legge 14 febbraio 1992, n. 185,
dopo le parole "primo comma, numero 5),", sono inserite le seguenti:
"lettere a) e b)".
12. Le disponibilità finanziarie accertate al 31 dicembre 2002 sul fondo
per lo sviluppo della meccanizzazione in agricoltura, di cui all'articolo 12
della legge 27 ottobre 1966, n. 910, sono versate all'entrata del bilancio dello
Stato per essere successivamente riassegnate alla pertinente unità previsionale
di base dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole e forestali
ai fini di trasferimento al fondo di cui all'articolo 127, comma 3, della legge
23 dicembre 2000, n. 388.
13. Al comma 1 dell'articolo 11 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito
con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, dopo le parole: "é
esteso" è inserita la seguente:
"esclusivamente".
14. Per armonizzare e coordinare le misure nazionali in favore del settore ittico
con le misure comunitarie e consentire il consolidamento della riforma della
politica comune della pesca, il periodo di vigenza del VI Piano nazionale della
pesca e dell'acquacoltura 2000-2002, di cui alla legge 17 febbraio 1982, n.
41, e successive modificazioni, è prorogato sino al 31 dicembre 2003.
15. In conseguenza di quanto previsto dal comma 14, le relative dotazioni finanziarie
per l'anno 2003 sono fmalizzate agli interventi di cui alla proroga del medesimo
comma 14.
16. Con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali, su proposta
del Comitato nazionale per la conservazione e la gestione delle risorse biologiche
del mare di cui all'articolo 3 della legge 17 febbraio 1982, n. 41, e successive
modificazioni, si provvede all'aggiornamento del Piano di cui al comma 14.
17. All'articolo 67 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, è aggiunto
il seguente comma:
"2-bis. Agli investimenti finanziati ai sensi del comma 2 si applicano
i limiti previsti dalle decisioni comunitarie relative ai regimi di aiuti di
cui all'articolo 11 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, e successive modificazioni".
18. All'articolo 129, comma 1, lettera c), della legge 23 dicembre 2000, n.
388, dopo le parole: "interventi strutturali e di prevenzione" sono
inserite le seguenti: "e di indennizzo".
Art. 70.
(Fondo rotativo per la progettualita)
1. I commi 54, 56 e 57 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 1995, n. 549,
come sostituiti dall'articolo 8 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito,
con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, sono sostituiti dai seguenti:
a) "54. Al fine di razionalizzare e accelerare la spesa per investimenti
pubblici, con particolare riguardo alla realizzazione degli interventi ammessi
al cofinanziamento comunitario, di competenza dello Stato, delle regioni, degli
enti locali e degli altri enti pubblici, è istituito presso la Cassa
depositi e prestiti il Fondo rotativo per la progettualità. Il Fondo
anticipa le spese necessarie per la redazione degli studi per l'individuazione
del quadro dei bisogni e delle esigenze, degli studi di fattibilità,
delle valutazioni di impatto ambientale, dei documenti componenti i progetti
preliminari, definitivi ed esecutivi previsti dalla normativa vigente. La dotazione
del Fondo è stabilita periodicamente dalla Cassa depositi e prestiti,
che provvede alla sua alimentazione, in relazione alle dinamiche di erogazione
e di rimborso delle somme concesse in anticipazione, e comunque nel rispetto
dei limiti annuali di spesa sul bilancio dello Stato fissati dal comma 58. La
dotazione del Fondo è riservata, per un biennio ed entro il limite del
30 per cento, alle esigenze progettuali degli interventi inseriti nel piano
straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici, con particolare
riguardo a quelli che insistono sul territorio delle zone soggette a rischio
sismico. La quota residua del Fondo è riservata, per almeno il 60 per
cento, in favore delle aree depresse del territorio nazionale nonché
per l'attuazione di progetti comunitari da parte di strutture specialistiche
universitarie e di alta formazione europea localizzati in tali aree, ed entro
il limite del 10 per cento per le opere comprese nel programma di infrastrutture
strategiche di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, e successive modificazioni,
non localizzate nelle predette aree depresse";
b) "56. I criteri di valutazione, i documenti istruttori, la procedura,
i limiti e le condizioni per l'accesso, l'erogazione e il rimborso dei finanziamenti
del Fondo sono stabiliti con deliberazione del consiglio di amministrazione
della Cassa depositi e prestiti. Le anticipazioni, concesse con determinazione
del direttore generale, non possono superare l'importo determinato sulla base
delle tariffe professionali stabilite dalla vigente normativa e comunque il
dieci per cento del costo presunto dell'opera.
56-bis. Nello stabilire le modalità di cui al comma 56, relativamente
alle opere di importo previsto superiore a 4 milioni di euro, il consiglio di
amministrazione della Cassa depositi e prestiti è tenuto ad introdurre,
tra i presupposti istruttori, i seguenti requisiti:
a) studio di fattibilità valutato positivamente, con parere motivato,
dal nucleo di valutazione e verifica regionale di cui all'articolo 1 della legge
17 maggio 1999, n. 144. Tale parere deve essere emesso entro il termine massimo
di quarantacinque giorni dalla data di ricevimento dello studio, anche in caso
di valutazione negativa. Scaduto il termine, in mancanza di parere espresso,
si dà per acquisita la valutazione positiva:
b) provvedimento del presidente della regione che certifichi la compatibilità
dell'opera con gli indirizzi della programmazione regionale.";
c) "57. La Cassa depositi e prestiti stabilisce con deliberazione del consiglio
di amministrazione, anche per le anticipazioni già concesse, le cause,
le modalità e i tempi di revoca e riduzione, nel rispetto della natura
rotativa del Fondo, per assicurarne il più efficace utilizzo".
2. Sono abrogati il comma 8 dell'articolo 4 della legge 17 maggio 1999, n. 144,
e l'articolo 68 della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
3. Il primo periodo del comma 5 dell'articolo 54 della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, è sostituito dai seguenti: "Le disponibilità del
Fondo sono ripartite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze.
Entro il 31 gennaio di ciascun anno, lo schema di decreto è trasmesso
al Parlamento per l'acquisizione del parere da parte delle competenti Commissioni,
da esprimere entro quindici giorni dalla data di trasmissione, decorsi i quali
il decreto può essere emanato".
4. Il primo periodo del comma 3 dell'articolo 55 della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, è sostituito dai seguenti: "Le disponibilità del
Fondo sono ripartite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze.
Entro il 31 gennaio di ciascun anno, lo schema di decreto è trasmesso
al Parlamento per l'acquisizione del parere da parte delle competenti Commissioni,
da esprimere entro quindici giorni dalla data di trasmissione, decorsi i quali
il decreto può essere emanato".
Art. 71.
(Fondo rotativo per le opere pubbliche)
1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 47 della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, e dall'articolo 8 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito,
con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112, con il quale è
istituita Infrastrutture Spa, presso la Cassa depositi e prestiti è istituito
il Fondo rotativo per le opere pubbliche (FROP).
2. Il Fondo ha una dotazione iniziale di un miliardo di euro ed è alimentato
dalla Cassa depositi e prestiti. Il Ministro dell'economia e delle finanze,
d'intesa con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, su proposta del
direttore generale della Cassa depositi e prestiti, può apportare con
proprio decreto variazioni alla consistenza del Fondo.
3. Il Fondo è finalizzato al sostegno finanziario delle opere, di competenza
dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), del decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 284, da realizzare mediante:
a) contratto di concessione di cui all'articolo 19 della legge 11 febbraio 1994,
n. 109, e successive modificazioni;
b) concessione di costruzione e gestione o affidamento unitario a contraente
generale di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190.
4. Il Fondo, al fine di ridurre le contribuzioni pubbliche a fondo perduto,
presta garanzie, in favore dei soggetti pubblici o privati coinvolti nella realizzazione
o nella gestione delle opere, volte ad assicurare il mantenimento del relativo
equilibrio economico-finanziario.
5. Il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del direttore generale
della Cassa depositi e prestiti, fissa con proprio decreto limiti, condizioni,
modalità, caratteristiche della prestazione delle garanzie e dei relativi
rimborsi, tenendo conto della redditività potenziale dell'opera e della
decorrenza e durata della concessione o della gestione. Con decreto del Ministro
dell'economia e delle finanze può essere disposta la garanzia dello Stato
per le operazioni di cui al comma 4. Tale garanzia è elencata nell'allegato
allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze di cui
all'articolo 13 della legge 5 agosto 1978, n. 468.
6. Il Governo procede annualmente ad una verifica, e riferisce alle competenti
Commissioni parlamentari, sullo stato di attuazione degli interventi di cui
alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, e successive modificazioni, con l'obiettivo
di consentire al Parlamento di valutare l'efficacia della strumentazione adottata,
in funzione della realizzazione tempestiva, a perfetta regola d'arte e nel rispetto
delle vigenti disposizioni nazionali e comunitarie, degli interventi di infrastrutturazione
strategica di preminente interesse nazionale.
Art. 72.
(Fondi rotativi per le imprese)
1. Fatte salve le risorse destinate all'attuazione degli interventi e dei programmi
cofinanziati dall'Unione europea, le somme iscritte nei capitoli del bilancio
dello Stato aventi natura di trasferimenti alle imprese per contributi alla
produzione e agli investimenti affluiscono ad appositi fondi rotativi in ciascuno
stato di previsione della spesa.
2. I contributi a carico dei fondi di cui al comma 1, concessi a decorrere dal
10 gennaio 2003, sono attribuiti secondo criteri e modalità stabiliti
dal Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministro competente,
sulla base dei seguenti principi:
a) l'ammontare della quota di contributo soggetta a rimborso non può
essere inferiore al 50 per cento dell'importo contributivo;
b) la decorrenza del rimborso inizia dal primo quinquennio dalla concessione
contributiva, secondo un piano pluriennale di rientro da ultimare comunque nel
secondo quinquennio;
c) il tasso d'interesse da applicare alle somme rimborsate viene determinato
in misura non inferiore allo 0,50 per cento annuo.
3. Al fine di assicurare la continuità delle concessioni, i decreti interministeriali
di natura non regolamentare dovranno essere emanati entro sessanta giorni dalla
data di entrata in vigore della presente legge. In caso di inadempienza provvede
con proprio decreto il Presidente del Consiglio dei ministri.
4. Ai fini del concorso delle autonomie territoriali al rispetto degli obblighi
comunitari per la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, le disposizioni
di cui al presente articolo costituiscono norme di principio e di coordinamento.
Conseguentemente gli enti interessati provvedono ad adeguare i propri interventi
alle disposizioni di cui al presente articolo.
5. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano ai contributi
in conto interessi nonché alla concessione di incentivi per attività
produttive disposti con le procedure di cui al decreto-legge 22 ottobre 1992,
n. 415, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488,
inclusi i patti territoriali, i contratti d'area e i contratti di programma,
e alla concessione di incentivi per la ricerca industriale di cui al decreto
legislativo 27 luglio 1999, n. 297. Al fine di assicurare l'invarianza degli
effetti finanziari, di cui al presente articolo, con decreto del Ministro delle
attività produttive, sentito il Ministro dell'economia e delle finanze,
per quanto riguarda gli aspetti finanziari, è definita la programmazione
temporale, per il triennio 2003-2005, degli adempimenti amministrativi di cui
alla citata legge n. 488 del 1992.
Art. 73.
(Estensione di interventi di promozione industriale)
1. Con delibera del CIPE, da emanare su proposta del Ministro delle attività
produttive, può essere disposto che gli interventi di promozione industriale
di cui all'articolo 5 del decreto-legge 1 aprile 1989, n. 120, convertito, con
modificazioni, dalla legge 15 maggio 1989, n. 181, siano effettuati anche in
aree interessate da crisi di settore nel comparto industriale, diverse da quelle
individuate ai sensi del citato articolo 5 del decreto-legge n. 120 del 1989,
nonché nelle aree industriali ricomprese nei territori per i quali con
decreti del Presidente del Consiglio dei ministri è stato dichiarato
o prorogato lo stato di emergenza. Le aree sono individuate dal CIPE su proposta
del Ministro delle attività produttive tenuto conto dello stato di crisi
settoriale con notevoli ripercussioni sull'economia locale.
2. Il programma di promozione imprenditoriale ed attrazione degli investimenti
nel settore delle industrie e dei servizi nelle aree individuati dal CIPE ai
sensi del comma 1, predisposto da Sviluppo Italia Spa, su direttive del Ministero
delle attività produttive, approvato dallo stesso Ministero, è
finalizzato in primo luogo alla salvaguardia dei livelli occupazionali esistenti,
nonché allo sviluppo del tessuto economico locale, attraverso il ricorso
ad attività sostitutive, nel rispetto della normativa comunitaria in
materia di aiuti di Stato.
3. Al fine di effettuare il monitoraggio dell'efficienza e dell'efficacia degli
interventi agevolativi, Sviluppo Italia Spa trasmette annualmente al Ministero
delle attività produttive, che riferisce al CIPE, un rapporto sullo stato
di attuazione degli interventi di cui al comma 1 redatto sulla base dei criteri
stabiliti dal Ministero delle attività produttive.
4. L'applicazione dell'estensione di cui al comma 1 è subordinata all'approvazione
da parte della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3,
del Trattato istitutivo della Comunità europea.
Art. 74.
(Incentivi per la riqualificazione e il potenziamento degli apparati di sicurezza
nelle piccole e medie imprese commerciali)
1. Per l'anno 2003 è attribuito un contributo di 10 milioni di euro per
il cofinanziamento di programmi regionali di investimento per la riqualificazione
e il potenziamento dei sistemi e degli apparati di sicurezza nelle piccole e
medie imprese commerciali.
2. Il Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle
finanze e con il Ministro delle attività produttive, sentita la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, provvede con apposito decreto alla ripartizione delle risorse
di cui al comma 1, nonché all'individuazione delle aree del territorio
nazionale a maggiore incidenza di fenomeni di criminalità e microcriminalità
urbana a danno delle piccole e medie imprese commerciali sulla base dei seguenti
criteri:
a) la sussistenza e l'eventuale natura ed entità degli incentivi disposti
da leggi regionali o da provvedimenti adottati da province, comuni e città
metropolitane, per il sostegno agli investimenti in sicurezza delle piccole
e medie imprese commerciali;
b) la densità di popolazione delle aree interessate dagli incentivi;
c) gli indici di criminalità locali.
Art. 75.
(Interventi ferroviari)
1. Infrastrutture Spa finanzia prioritariamente, anche attraverso la costituzione
di uno o più patrimoni separati, gli investimenti per la realizzazione
della infrastruttura ferroviaria per il "Sistema alta velocita/alta capacità",
anche al fine di ridurre la quota a carico dello Stato. Le risorse necessarie
per i finanziamenti sono reperite sul mercato bancario e su quello dei capitali
secondo criteri di trasparenza ed economicità. Al fine di preservare
l'equilibrio economico e finanziario di Infrastrutture Spa è a carico
dello Stato l'integrazione dell'onere per il servizio della parte del debito
nei confronti di Infrastrutture Spa che non è adeguatamente remunerabile
utilizzando i soli flussi di cassa previsionali per il periodo di sfruttamento
economico del "Sistema alta velocita/alta capacità".
2. Nei casi di decadenza e revoca della concessione relativa alla gestione dell'infrastruttura
ferroviaria nazionale, nella sua interezza o anche solo per la parte relativa
alla realizzazione e gestione del "Sistema alta velocita/alta capacità",
il nuovo concessionario assume, senza liberazione del debitore originario, il
debito residuo nei confronti di Infrastrutture Spa e subentra nei relativi rapporti
contrattuali. Le somme eventualmente dovute dal concedente al precedente concessionario
per l'utilizzo dei beni necessari per lo svolgimento del servizio, per il riscatto
degli stessi o a qualsiasi altro titolo sono destinate prioritariamente al rimborso
del debito residuo nei confronti di Infrastrutture Spa. Lo Stato garantisce
il debito residuo nei confronti di Infrastrutture Spa fino al rilascio della
nuova concessione.
3. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti esercita anche nell'interesse
di Infrastrutture Spa la funzione di vigilanza e di controllo sull'attuazione
della concessione di cui al comma 2 per la parte relativa alla realizzazione
e gestione del "Sistema alta velocita/alta capacità".
4. I crediti e i proventi derivanti dall'utilizzo del "Sistema alta velocita/alta
capacità" sono destinati prioritariamente al rimborso dei finanziamenti
concessi da Infrastrutture Spa; su di essi non sono ammesse azioni da parte
di creditori diversi da Infrastrutture Spa fino all'estinzione del relativo
debito.
5. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria eautorizzato a compensare l'onere
relativo alla manutenzione dell' infrastruttura medesima anche attraverso l'utilizzo
del Fondo di ristrutturazione di cui all'articolo 43, comma 5, della legge 23
dicembre 1998, n. 448.
6. All'articolo 48, comma 4, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui
al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo la
lettera c) è aggiunta la seguente:
"c-bis) per i servizi di trasporto ferroviario di persone prestati gratuitamente,
si assume, al netto degli ammontari eventualmente trattenuti, l'importo corrispondente
all'introito medio per passeggero/chilometro, desunto dal Conto nazionale dei
trasporti e stabilito con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti,
per una percorrenza media convenzionale, riferita complessivamente ai soggetti
di cui al comma 3, di 2.600 chilometri.
Il decreto dei Ministro delle infrastrutture e dei trasporti è emanato
entro il 31 dicembre di ogni anno ed ha effetto dal periodo di imposta successivo
a quello in corso alla data della sua emanazione".
Art. 76.
(Interventi stradali)
1. All'articolo 7 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni,
dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, recante tra l'altro la trasformazione dell'ANAS
in società per azioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti:
"1-bis. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto
con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, è trasferita all'ANAS
società per azioni, di seguito denominata "ANAS Spa", in conto
aumento del capitale sociale la rete autostradale e stradale nazionale, individuata
con decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 461, e successive modificazioni.
La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiate del decreto di cui al primo periodo
produce gli effetti previsti dall'articolo 2644 del codice civile in favore
dell'ANAS Spa, nonché effetti sostitutivi dell'iscrizione dei beni in
catasto. Gli uffici competenti provvedono, se necessario, alle conseguenti attività
di trascrizione, intavolazione e voltura. Il trasferimento non modifica il regime
giuridico, previsto dagli articoli 823 e 829, primo comma, del codice civile,
dei beni demaniali trasferiti. Modalità e valori di trasferimento e di
iscrizione dei beni nel bilancio della società sono definiti con decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti, anche in deroga agli articoli 2254 e da 2342
a 2345 del codice civile.
1-ter. Il Ministro dell'economia e delle finanze conferisce all'ANAS Spa, con
proprio decreto, in conto aumento del capitale sociale, in tutto o in parte,
l'ammontare dei residui passivi dovuto all'ANAS Spa medesima e in essere al
31 dicembre 2002. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze è
quantificato l'importo da conferire e sono definite le modalità di erogazione
dello stesso.
1-quater. L'ANAS Spa è autorizzata a costituire, a valere sul proprio
netto patrimoniale, un fondo speciale di importo pari alla somma del valore
netto della rete autostradale e stradale nazionale di cui al comma 1-bis e del
valore dei residui passivi dovuto all'ANAS Spa di cui al comma 1-ter. È
escluso dal fondo il valore delle relative pertinenze ed accessori, strumentali
alle attività della stessa società e già trasferite in
proprietà all'Ente dall'articolo 3, commi da 1 a 119, della legge 23
dicembre 1996, n. 662, della rete autostradale e stradale nazionale. Detto fondo
è finalizzato principalmente alla copertura degli oneri di ammortamento,
anche relativamente ai nuovi investimenti, e al mantenimento della rete stradale
e autostradale nazionale, nonché alla copertura degli oneri inerenti
l'eventuale ristrutturazione societaria";
b) al comma 2, il primo periodo è sostituito dal seguente:
"All'ANAS Spa sono attribuiti con concessione ai sensi dell'articolo 14
del decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333, convertito, con modificazioni, dalla
legge 8 agosto 1992, n. 359, di seguito denominata "concessione",
i compiti di cui all'articolo 2, comma 1, lettere da a) a g), nonché
l), del decreto legislativo 26 febbraio 1994, n. 143";
c) al comma 2, l'ultimo periodo è soppresso;
d) al comma 6, il primo periodo è sostituito dal seguente:
"Le azioni sono inalienabili e attribuite al Ministro dell'economia e delle
finanze, il quale esercita i diritti dell'azionista d'intesa con il Ministro
delle infrastrutture e dei trasporti, secondo le direttive del Presidente del
Consiglio dei ministri";
e) il comma 10 è sostituito dal seguente:
"10. Agli atti ed operazioni connesse alla trasformazione dell'ANAS in
società per azioni si applica la disciplina tributaria di cui all'articolo
19 del decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333, convertito, con modificazioni,
dalla legge 8 agosto 1992, n. 359, nell'interpretazione autentica di cui all'articolo
4, comma 4, del decreto-legge 23 gennaio 1993, n. 16, convertito, con modificazioni,
dalla legge 24 marzo 1993, n. 75";
f) è aggiunto, in fine, il seguente comma: "12-bis. I mutui e i
prestiti in capo all'Ente nazionale per le strade in essere alla data di entrata
in vigore della presente disposizione sono da intendere a tutti gli effetti
debiti dello Stato. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono
stabilite le modalità per l'ammortamento del debito".
2. Per il completamento degli interventi di adeguamento infrastrutturale previsti
dall'articolo 19, comma 1, lettera i), della legge 1 agosto 2002, n. 166, è
autorizzata la spesa di 5,5 milioni di euro per l'anno 2003 e di 6 milioni di
euro per l'anno 2004.
Art. 77.
(Interventi ambientali)
1. Ai fini dell'accelerazione dell'attività istruttoria della commissione
per le valutazioni dell'impatto ambientale di cui all'articolo 18, comma 5,
della legge 1988, n. 67, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio
è autorizzato ad avvalersi del supporto dell'Agenzia per la protezione
dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), dell'Ente per le nuove tecnologie,
l'energia e l'ambiente (ENEA), del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR)
e di altri enti o istituti pubblici o privati a prevalente capitale pubblico,
mediante la stipula di apposite convenzioni.
2. Per fare fronte al maggiore onere derivante dal comma 1 del presente articolo,
il limite di valore dei progetti di opere di competenza statale sottoposti al
versamento dello 0,5 per mille di cui all'articolo 27 della legge 30 aprile
1999, n. 136, è portato a 5 milioni di euro.
3. Sono soggetti ad autorizzazione integrata ambientale statale tutti gli impianti
esistenti, nonché quelli di nuova realizzazione, relativi alle attività
industriali di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri 10 agosto 1988, n. 377, rientranti nelle categorie elencate nell'allegato
I della direttiva 96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996.
4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle
attività produttive, sono disciplinate le modalità di autorizzazione
nel caso in cui più impianti o parti di essi siano localizzati sullo
stesso sito, gestiti dal medesimo gestore, e soggetti ad autorizzazione integrata
ambientale da rilasciare da più di una autorità competente.
L'autorizzazione di cui al comma 3 è rilasciata con decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio, sentite le regioni interessate.
5. Gli oneri per l'istruttoria e per i controlli di cui ai commi 3 e 4 sono
determinati con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio,
di concerto con il Ministro delle attività produttive e con il Ministro
dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti
tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e sono
quantificati in relazione alla complessità delle attività svolte
dall'autorità competente, sulla base del numero dei punti di emissione,
della tipologia delle emissioni e delle componenti ambientali interessate.
Tali oneri sono posti a carico del gestore e versati all'entrata del bilancio
dello Stato, per essere riassegnati, con decreto del Ministro dell'economia
e delle finanze, ad apposita unità previsionale di base dello stato di
previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, per essere
riutilizzati esclusivamente per le predette spese.
6. Al fine della bonifica e del risanamento ambientale dell'area individuata
alla lettera p-quater) del comma 4 dell'articolo 1 della legge 9 dicembre 1998.
n. 426, è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2003,
di 1 milione di euro per l'anno 2004 e di 1 milione di euro per l'anno 2005.
7. All'articolo 15 della legge 5 gennaio 1994, n. 36, dopo il comma 2, sono
inseriti i seguenti:
"2-bis. Il pagamento del corrispettivo dei servizi di depurazione e fognatura
deve essere effettuato dal diverso gestore entro sessanta giorni dal ricevimento
delle fatture per effetto del riparto.
2-ter. Previa richiesta del gestore del servizio di acquedotto e contestuale
versamento degli interessi, calcolati con l'applicazione del tasso legale aumentato
di due punti, il termine di pagamento, di cui al comma 2-bis, è differito
di un anno dal ricevimento delle fatture.
2-quater. Per omesso o ritardato pagamento oltre l'anno dall'emissione delle
fatture è dovuta una penalità pari al 10 per cento dell'importo
dovuto, oltre agli interessi.
2-quinquies. Per le fatture o per i corrispettivi dovuti per il servizio di
depurazione e fognatura maturati prima del 1 gennaio 2003 il termine di pagamento
è fissato al 31 dicembre 2003".
Art. 78.
(Fondo per lo sviluppo sostenibile)
1. La dotazione del fondo per lo sviluppo sostenibile di cui all'articolo 109
della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è riservata, fino ad una percentuale
pari al 25 per cento della dotazione complessiva, alle aree ad elevato rischio
di crisi ambientale di cui all'articolo 74 del decreto legislativo 31 marzo
1998, n. 112, istituite a decorrere dal 1 gennaio 2000.
Art. 79.
(Limiti di impegno)
1. Al fine di agevolare lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione, sono autorizzati
nel triennio 2003-2005 i limiti di impegno di cui alla tabella 1 allegata alla
presente legge con la decorrenza e l'anno terminale ivi indicati.
Art. 80
Misure di razionalizzazione diverse
1. Alla legge 25 luglio 2000, n. 209, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 2, comma 1, lettera a), le parole: ", per un importo non
inferiore al controvalore di 3.000 miliardi di lire italiane e non superiore
al controvalore di 4.000 miliardi di lire italiane" sono soppresse;
b) all'articolo 2, comma 1, lettera b), le parole: ", per un importo non
inferiore al controvalore di 5.000 miliardi di lire italiane e non superiore
al controvalore di 8.000 miliardi di lire italiane" sono soppresse;
c) all'articolo 2, il comma 3 è sostituito dal seguente: "3. I crediti
di cui al presente articolo sono annullati progressivamente".
2. Le disponibilità finanziarie esistenti sul conto corrente presso la
Tesoreria centrale dello Stato intestato al Fondo rotativo di cui all'articolo
26 della legge 24 maggio 1977, n. 227, e all'articolo 6 della legge 26 febbraio
1987, n. 49, sono destinate fino ad un massimo del 20 per cento, nel corso del
triennio 2003-2005, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze,
di concerto con il Ministro degli affari esteri e con il Ministro delle attività
produttive, a fondi rotativi per l'internazionalizzazione finalizzati all'erogazione
di prestiti per attività di investimento delle imprese italiane nei Paesi
in via di sviluppo e nei Paesi in via di transizione.
3. Il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento del tesoro, ai
fini della valorizzazione dei beni trasferiti alla società costituita
ai sensi dell'articolo 7 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito,
con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112, convoca una o più
conferenze di servizi o promuove accordi di programma fissandone i termini per
sottoporre all'approvazione iniziative per la valorizzazione degli stessi. Con
decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono stabiliti i criteri
per l'assegnazione agli enti territoriali interessati dal procedimento di una
quota del ricavato attribuibile alla rivendita degli immobili valorizzati ovvero,
in luogo della quota del ricavato, di uno o più beni immobili la cui
valutazione, per tale finalità, è effettuata in conformità
ai criteri fissati nel citato decreto.
4. Al fine della valorizzazione del patrimonio dello Stato, del recupero, della
riqualificazione e della eventuale ridestinazione d'uso, entro il 30 aprile
di ogni anno, gli enti locali interessati ad acquisire beni immobili del patrimonio
dello Stato ubicati nel loro territorio possono fare richiesta di detti beni
all'Agenzia del demanio.
5. Entro il 31 agosto di ogni anno, l'Agenzia del demanio, su conforme parere
del Ministero dell'economia e delle finanze anche sulle modalità e sulle
condizioni della cessione, comunica agli enti locali la propria disponibilità
all'eventuale cessione.
6. Al fine di favorire l'autonoma iniziativa per lo svolgimento di attività,
di interesse generale, in attuazione dell'articolo 118, quarto comma, della
Costituzione, le istituzioni di assistenza e beneficenza e gli enti religiosi
che perseguono rilevanti finalità umanitarie o culturali possono ottenere
la concessione o locazione di beni immobili demaniali o patrimoniali dello Stato,
non trasferiti alla "Patrimonio dello Stato Spa", costituita ai sensi
dell'articolo 7 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla legge 15 giugno 2002, n. 112, né suscettibili di utilizzazione
per usi governativi, a un canone ricognitorio determinato ai sensi degli articoli
1 e 4 della legge 11 luglio 1986, n. 390, e successive modificazioni.
7. Le operazioni di alienazione delle partecipazioni di cui al comma 1 dell'articolo
1 del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla
legge 30 luglio 1994, n. 474, qualora i relativi titoli siano già negoziati
in mercati finanziari regolamentati, sono effettuate ad un prezzo determinato
facendo riferimento al valore dei titoli riscontrato su tali mercati nel periodo
dell'alienazione stessa e tenendo conto dell'esigenza di incentivare la domanda
di titoli al fine di assicurare il buon esito dell'operazione, anche qualora
tale valore risulti inferiore al prezzo al quale si sono completate offerte
precedenti dei medesimi titoli. La congruità del prezzo di cui al primo
periodo è attestata da un consulente finanziario terzo, non coinvolto
nella strutturazione dell'operazione di alienazione.
8. Per la piena efficacia degli interventi in materia di immigrazione e di asilo,
riguardanti tra l'altro le collaborazioni internazionali, l'apertura e la gestione
di centri, la rapida attuazione del Programma asilo, l'ammodernamento tecnologico,
è autorizzato l'incremento della spesa per il Ministero dell'interno
di 100 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005. Con decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro dell'interno
viene definito il riparto tra le singole unità previsionali di base.
Con lo stesso stanziamento di 100 milioni di euro, ai medesimi fini e nell'arco
degli anni 2003, 2004 e 2005, è incrementato l'organico del personale
dei ruoli della Polizia di Stato di 1.000 agenti ed è altresì
autorizzata l'assunzione di personale dei ruoli dell'Amministrazione civile
dell'interno nel limite di 1.000 unità delle aree funzionali B e C nell'ambito
delle vacanze di organico esistenti. Alla copertura dei relativi posti di organico
si provvede nei seguenti limiti massimi di spesa: per il personale della Polizia
di Stato 9,2 milioni di euro nell'anno 2003.
32,7 milioni di euro per l'anno 2004 e 34,2 milioni di euro per l'anno 2005;
per il personale dell'amministrazione civile dell'interno 6,3 milioni di euro
per l'anno 2003, 19,3 milioni di euro per l'anno 2004, 25,3 milioni di euro
per l'anno 2005. Le assunzioni per il personale della Polizia di Stato e dell'amministrazione
civile dell'interno, di cui ai periodi precedenti, sono disposte in deroga all'articolo
34, comma 4, della presente legge.
9. Per il potenziamento dei mezzi aeroportuali, ai fini dell'adeguamento del
servizio antincendi negli aeroporti alle norme ICAO (International Civil Aviation
Organization) è autorizzata per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco
la spesa di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005.
10. All'articolo 5, comma 3-quinquies, del testo unico di cui al decreto legislativo
25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'articolo
5. comma 1, lettera e), della legge 30 luglio 2002, n. 189, dopo le parole:
"ne dà comunicazione anche in via telematica al Ministero dell'interno
e all'INPS" sono inserite le seguenti: "nonché all'INAIL".
11. All'articolo 22, comma 9, del testo unico di cui al decreto legislativo
25 luglio 1998, n. 286, come sostituito dall'articolo 18, comma 1, della legge
30 luglio 2002, n. 189, dopo le parole:
"Le questure forniscono all'INPS" sono inserite le seguenti: "e
all'INAIL".
12. All'articolo 33, comma 4, della legge 30 luglio 2002, n. 189, è aggiunto,
in fine, il seguente periodo: "É data facoltà all'INAIL di
accedere al registro informatizzato".
13. All'articolo 145, comma 40, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, come modificato
dall'articolo 22, comma 14, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, sono apportate
le seguenti modificazioni:
a) le parole: "al 70 per cento" sono sostituite dalle seguenti:
"all'80 per cento";
b) le parole da: "incentivazione per" fino a: "istruzione universitaria"
sono sostituite dalle seguenti: "incentivazione per l'alta formazione professionale
tramite l'istituzione di un forum permanente realizzato da una o più
ONLUS per la professionalità nautica partecipate da istituti di istruzione
universitaria o convenzionate con gli stessi. Tali misure, in una percentuale
non superiore al 50 per cento, possono essere destinate dai citati enti alla
realizzazione, tramite il recupero di beni pubblici, di idonee infrastrutture".
14. Limitatamente alle misure adottate con riferimento ai disavanzi dell'esercizio
2001, ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo del Servizio sanitario
nazionale a carico dello Stato, sono considerate idonee le misure che danno
luogo a maggiori entrate, ancorché le stesse, pur non manifestando i
relativi effetti finanziari interamente nell'anno 2002, siano indicate, per
le finalità di cui sopra, alla realizzazione di tali effetti complessivamente
in un periodo pluriennale.
15. Per l'organizzazione e la promozione degli eventi culturali del programma
"Genova capitale europea della cultura 2004" sono assegnati al comune
di Genova 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004.
16. Gli stanziamenti aggiuntivi per aiuto pubblico a favore dei Paesi in via
di sviluppo di cui alla legge 26 febbraio 1987, n. 49, sono aumentati, per l'anno
2003, di 10 milioni di euro per programmi di cooperazione internazionale nei
Paesi in via di sviluppo, a favore della promozione dell'attuazione delle Convenzioni
fondamentali dell'OIL e delle linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali.
Quota parte degli stanziamenti aggiuntivi, per un importo pari a 5 milioni di
euro, è destinata al finanziamento di iniziative di sostegno delle istituzioni
rappresentative nel quadro della cooperazione interparlamentare.
17. A decorrere dal 1 gennaio 2003, l'indennità di comunicazione di cui
all'articolo 4 della legge 21 novembre 1988, n. 508, concessa ai sordomuti come
definiti al secondo comma dell'articolo 1 della legge 26 maggio 1970, n. 381,
è aumentata dell'importo di 41 euro per dodici mensilità.
18. Al fine di assicurare l'integrale utilizzo delle risorse comunitarie relative
al Programma operativo assistenza tecnica e azioni di sistema 2000-2006, a supporto
dei programmi operativi delle regioni dell'obiettivo 1, il fondo di rotazione
di cui all'articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183, è autorizzato
ad anticipare, nei limiti delle risorse disponibili, su richiesta del Ministero
dell'economia e delle finanze - Dipartimento per le politiche di sviluppo e
di coesione - Servizio per le politiche dei fondi strutturali comunitari, le
quote dei contributi comunitari e statali previste per il periodo 2000-2004.
Per le annualità successive il fondo procede alle relative anticipazioni
sulla base dello stato di avanzamento del Programma.
19. Per il reintegro delle somme anticipate dal fondo ai sensi del comma 18,
si provvede, per la parte comunitaria, con imputazione agli accrediti disposti
dall'Unione europea a titolo di rimborso delle spese sostenute nell'ambito del
Programma operativo assistenza tecnica e azioni di sistema 2000-2006 e, per
la parte statale, con imputazione agli stanziamenti autorizzati in favore del
medesimo Programma nell'ambito delle procedure di cui alla legge 16 aprile 1987,
n. 183.
20. Al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) all'articolo 4, il comma 3 è sostituito dal seguente: "3. I soggetti
che svolgono funzioni di indirizzo, amministrazione, direzione o controllo presso
le fondazioni non possono ricoprire funzioni di amministrazione, direzione o
controllo presso la società bancaria conferitaria o altre società
operanti nel settore bancario, finanziario o assicurativo in rapporto di partecipazione
azionaria o di controllo ai sensi dell'articolo 6 con tale società bancaria
conferitaria, ad eccezione di quelle, non operanti nei confronti del pubblico,
di limitato rilievo economico o patrimoniale";
b) all'articolo 25, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente: "3-bis.
Per le fondazioni con patrimonio netto contabile risultante dall'ultimo bilancio
approvato non superiore a 200 milioni di euro, e per quelle con sedi operative
prevalentemente in regioni a statuto speciale, le parole "quarto",
"quattro" e "quadriennio", contenute negli articoli 12,
13 e nel comma 1 del presente articolo sono sostituite, rispettivamente, dalle
seguenti:
"settimo", "sette" e "settennio".
21. Nell'ambito del programma di infrastrutture strategiche di cui alla legge
21 dicembre 2001, n. 443, possono essere ricompresi gli interventi straordinari
di ricostruzione delle aree danneggiate da eventi calamitosi ed è inserito
un piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici con particolare
riguardo a quelli che insistono sul territorio delle zone soggette a rischio
sismico.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca, presenta entro novanta
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il predetto piano
straordinario al CIPE che, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo
8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ripartisce una quota parte
delle risorse di cui all'articolo 13, comma 1, della legge 1 agosto 2002, n.
166. tenuto conto di quanto stabilito dall'articolo 3 della legge 11 gennaio
1996, n. 23.
22. Ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui alla legge 3 agosto
1949, n. 623, e successive modificazioni concernente l'immissione in consumo
in Valle d'Aosta di determinati contingenti annui di merci in esenzione fiscale,
l'utilizzazione nei processi produttivi, nel territorio della regione medesima,
di generi e di merci in esenzione fiscale ai sensi della predetta legge deve
essere considerata, a tutti gli effetti, consumo nel territorio regionale.
La disposizione di cui al presente comma costituisce interpretazione autentica
ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 27 luglio 2000, n. 212, recante
disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente.
23. Dopo il comma 11 dell'articolo 176 del decreto legislativo 30 aprile 1992,
n. 285, è inserito il seguente: "11-bis. Al pagamento del pedaggio
di cui al comma 11, quando esso è dovuto, e degli oneri di accertamento
dello stesso, sono obbligati solidamente sia il conducente sia il proprietario
del veicolo, come stabilito dall'articolo 196".
24. Il limite d'impegno di cui all'articolo 73, comma 2, della legge 28 dicembre
2001, n. 448, deve intendersi come stanziamento annuo per quindici anni da erogare
annualmente.
25. In deroga a quanto previsto dall'articolo 21, comma 2, della legge 6 dicembre
1991, n. 394, la sorveglianza sul territorio del Parco nazionale Gran Paradiso
è esercitata dal Corpo delle guardie alle dipendenze dell'Ente Parco.
In deroga a quanto previsto dall'articolo 9 della legge 6 dicembre 1991, n.
394, il Parco nazionale Gran Paradiso ha sede legale in Torino, e una sede amministrativa
ad Aosta, come già previsto dal decreto legislativo del Capo provvisorio
dello Stato 5 agosto 1947, n. 871, ratificato dalla legge 17 aprile 1956, n.
561. Possono essere previsti uffici operativi e di coordinamento all'interno
del Parco.
26. All'articolo 55, comma 3, lettera b), del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986,
n. 917, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "nonché quelli
erogati alle cooperative edilizie a proprietà indivisa e di abitazione
per la costruzione, ristrutturazione e manutenzione ordinaria e straordinaria
di immobili destinati all'assegnazione in godimento o locazione".
27. Per il rifinanziamento delle iniziative per la promozione della cultura
italiana all'estero e per le attività degli Istituti italiani di cultura
all'estero, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2003.
28. Una quota degli importi autorizzati ai sensi dell'articolo 13 della legge
1 agosto 2002, n. 166, può essere destinata al finanziamento degli interventi
previsti dall'articolo 6 della legge 29 novembre 1984, n. 798, con le modalità
ivi previste, nonché di quelli previsti dalle relative ordinanze di protezione
civile.
29. Per il completamento degli interventi urgenti per le opere pubbliche e la
loro messa in sicurezza e dei rimborsi ai privati a seguito degli eventi alluvionali
verificatisi negli anni 1994, 2000 e 2002, è autorizzato un limite di
impegno quindicennale di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2004 in favore
degli enti e con le procedure di cui al comma 51 dell'articolo 52 della legge
28 dicembre 2001, n. 448. Per la prosecuzione degli interventi pubblici conseguenti
a calamità naturali che abbiano formato oggetto di disposizioni legislative
o per le quali sia stato deliberato lo stato di emergenza ai sensi dell'articolo
5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, il Dipartimento della protezione
civile è autorizzato a provvedere con contributi quindicennali ai mutui
che i soggetti competenti possono stipulare allo scopo. A tale fine è
autorizzato un limite d'impegno di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno
2004. Alla ripartizione del predetto limite d'impegno si provvede con ordinanze
adottate ai sensi dell'articolo 5 della citata legge n. 225 del 1992, sulla
base di un piano predisposto d'intesa con il Presidente della Conferenza dei
presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, tenendo
conto dell'effettivo stato di utilizzo, da parte degli enti erogatori finali,
dei finanziamenti già autorizzati.
30. Al fine di consentire la prosecuzione del programma di adeguamento della
dotazione infrastrutturale del comune di Milano, nonché per l'ulteriore
finanziamento degli interventi previsti ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della
legge 29 dicembre 2000, n. 400, è autorizzata la spesa di 24 milioni
di euro per l'anno 2003 quale contributo agli oneri per la realizzazione di
interventi infrastrutturali per la riqualificazione urbana e della rete della
mobilità.
31. Ai fini della promozione culturale delle città e delle regioni che
si affacciano sul Mediterraneo, con particolare riferimento al patrimonio storico
e architettonico, per l'anno 2003 è autorizzata, in favore del Ministero
per i beni e le attività culturali, la spesa di 400.000 euro, per il
sostegno dell'attività dell'Agenzia per il patrimonio culturale euromediterraneo.
La sede del coordinamento delle predette iniziative di promozione culturale
è individuata nella città di Lecce.
32. I benefici previsti dall'articolo 4-bis del decreto-legge 12 ottobre 2000,
n. 279, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 dicembre 2000, n. 365,
si applicano, nei limiti delle risorse individuate ai sensi del comma 6 del
medesimo articolo 4-bis, anche alle associazioni, alle fondazioni e agli enti,
anche religiosi, nonché alle istituzioni che perseguono scopi di natura
sociale, le cui strutture siano state danneggiate dalle calamità idrogeologiche
verificatesi nei mesi di ottobre e novembre 2000.
33. All'articolo 52, comma 51, primo periodo, della legge 28 dicembre 2001,
n. 448, le parole: "e 2000" sono sostituite dalle seguenti: ",
2000 e 2002".
34. Al comma 1 dell'articolo 146 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, dopo
le parole: "per il 2001" sono inserite le seguenti: "e di 2 milioni
di euro per l'anno 2003".
35. Il finanziamento annuale previsto dall'articolo 52, comma 18, della legge
28 dicembre 2001, n. 448, è incrementato di 5 milioni di euro a decorrere
dall'anno 2003. Limitatamente al 2003 la predetta somma è incrementata
di ulteriori 5 milioni di euro.
36. Al fine di favorire il coordinamento delle attività e degli interventi
per il contrasto dello sfruttamento sessuale e dell'abuso sessuale dei minori,
nonché il funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali,
è autorizzata, per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005, la spesa di
2 milioni di euro. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente
legge, tali autorizzazioni di spesa nonché le spese relative al coordinamento
delle attività di contrasto dello sfruttamento sessuale e dell'abuso
sessuale dei minori di cui all'articolo 17 della legge 3 agosto 1998, n. 269,
e quelle relative all'esecuzione della Convenzione per la tutela dei minori
e la cooperazione in materia di adozione internazionale, fatta a L'Aia il 29
maggio 1993, di cui all'articolo 9 della legge 31 dicembre 1998, n. 476, sono
iscritte nel Fondo per il funzionamento della Presidenza del Consiglio dei ministri
dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
37. Le disposizioni recate dal regolamento per la semplificazione delle modalità
di certificazione dei corrispettivi per le società e le associazioni
sportive dilettantistiche, di cui al decreto del Presidente della Repubblica
13 marzo 2002, n. 69, si applicano anche alle associazioni pro-loco per le manifestazioni
dalle stesse organizzate.
38. Il contributo previsto dall'articolo 145, comma 17, della legge 23 dicembre
2000, n. 388, in favore del Club alpino italiano (CAI), per le attività
del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS), eincrementato, a
decorrere dall'anno 2003, di 200.000 euro.
39. Il soccorso in montagna, in grotta, in ambienti ostili e impervi, è
di norma, attribuito al CNSAS del CAI ed al Bergrettungs - Dienst (BRD) dell'Alpenverein
Südtirol (AVS). Al CNSAS ed al BRD spetta il coordinamento dei soccorsi
in caso di presenza di altri enti o organizzazioni, con esclusione delle grandi
emergenze o calamità.
40. Il requisito della distanza tra le ricevitorie del lotto gestite da rivenditori
di generi di monopolio e le ricevitorie gestite da ex dipendenti del lotto,
introdotto dal decreto del Ministro delle finanze 6 maggio 1987 e dalla legge
19 aprile 1990, n. 85, distanza successivamente ridotta dall'articolo 33 della
legge 23 dicembre 1994, n. 724, è soppresso a decorrere dal 30 giugno
2003.
41. Con decreto del Ministro degli affari esteri, da emanare entro il 28 febbraio
2003, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, si provvede
alla variazione in aumento della tariffa di cui all'articolo 56 del decreto
del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 200, e successive modificazioni,
ed in particolare al riallineamento degli importi da percepire per il rilascio
dei visti nazionali di lunga durata alle somme riscosse, per analoghe finalità,
dagli altri Stati che aderiscono alla Convenzione di applicazione dell'accordo
di Schengen. 42. Il 10 per cento delle maggiori entrate, determinate prendendo
a base la differenza tra la somma accertata e quella rilevata nell'anno immediatamente
precedente, provenienti dalla riscossione dei diritti consolari in relazione
all'applicazione delle disposizioni di cui al comma 41, certificate con decreto
del Ministro degli affari esteri, è prioritariamente destinato, attraverso
gli strumenti della contrattazione integrativa, all'incentivazione della produttività
del personale non dirigente in servizio presso il predetto Ministero, in ragione
dei maggiori impegni derivanti dallo svolgimento del semestre di presidenza
dell'Unione europea e dalle attività di contrasto all'immigrazione clandestina
alle quali sono chiamate le rappresentanze diplomatiche e consolari. Il Ministro
dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri
decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
43. All'articolo 10, comma 7, della legge 11 gennaio 2001, n. 7, le parole da:
"ventiquattro" fino a: "legge" sono sostituite dalle seguenti:
"il 30 marzo 2005".
44. All'articolo 1, comma 5, del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito,
con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, e successive modificazioni,
la parola: "quattro" è sostituita dalla seguente: "sei".
45. All'articolo 141 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, dopo il comma 3 è
inserito il seguente: "3-bis. Al fine di assicurare il corretto funzionamento
degli enti di cui al comma 1 nonché per la realizzazione di ulteriori
investimenti è autorizzato il limite d'impegno quindicennale di 5.270.000
euro a decorrere dall'anno 2003.
Entro il 30 giugno 2003 i suddetti enti presentano al Ministero delle politiche
agricole e forestali propri programmi finalizzati al loro corretto funzionamento
e alla realizzazione di investimenti".
46. Al terzo comma dell'articolo 490 del codice di procedura civile, è
aggiunto il seguente periodo: "Sono equiparati ai quotidiani, i giornali
di informazione locale, multisettimanali o settimanali editi da soggetti iscritti
al Registro operatori della comunicazione (ROC) e aventi caratteristiche editoriali
analoghe a quelle dei quotidiani che garantiscono la maggior diffusione nella
zona interessata".
47. Per la prosecuzione degli interventi relativi alla biblioteca europea di
Milano, anche attraverso soggetti a tali fini costituiti, cui lo Stato può
partecipare, è autorizzata la spesa di 5.000.000 di euro per l'anno 2004
e di 15.000.000 di euro per l'anno 2005.
48. È concesso un contributo straordinario di 516.000 euro a favore dell'UNICEF,
per l'anno 2003.
49. I trasferimenti erariali correnti di cui all'articolo 27, comma 3, della
legge 28 dicembre 2001, n. 448, sono aumentati: a) di 20 milioni di euro per
l'anno 2003; b) di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2004 e 2005. Agli
oneri derivanti dall'attuazione della lettera b) si provvede mediante quota
parte delle maggiori entrate derivanti dall'attuazione dell'articolo 22.
50. Le disposizioni previste dall'articolo 44, comma 3, ultimo periodo, della
legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni, si intendono applicabili
alle procedure di alienazione di cui al comma 1 del medesimo articolo 44, con
esclusione delle permute.
51. È concessa al Ministro dell'interno la facoltà, per l'esercizio
2003, di effettuare variazioni compensative tra le unità previsionali
di base, concernenti il funzionamento, 1.1.1.0. e 5.1.1.1. nella misura massima
di euro 2.521.300, ed altresì tra le unità previsionali di base,
concernenti il funzionamento, le spese generali e i mezzi operativi e strumentali,
1.1.1.0. e 2.1.1.0, 3.1.1.1., 5.1.1.1., 5.1.1.3. nella misura massima rispettivamente
di euro 1.333.000, euro 841.825, euro 191.089, euro 516.457 ed euro 816.543.
52. All'articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368,
sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'alinea, le parole: "valorizzazione dei beni culturali e ambientali",
sono sostituite dalle seguenti: "gestione dei servizi relativi ai beni
culturali di interesse nazionale individuati ai sensi dell'articolo 2, comma
1, lettere b) e c), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica
7 settembre 2000, n. 283";
b) alla lettera b-bis), primo periodo, le parole da: "servizi finalizzati"
a: "numero 112," sono sostituite dalle seguenti:
"servizi relativi ai beni culturali di interesse nazionale".
53. All'Istituto per la contabilità nazionale è concesso un contributo
a valere sulle risorse di cui all'articolo 32 della legge 28 dicembre 2001,
n. 448. A tale fine, a decorrere dall'anno 2003, l'Istituto per la contabilità
nazionale viene inserito nell'elenco degli enti indicati nella tabella 1 allegata
alla citata legge n. 448 del 2001 per essere incluso nel riparto delle risorse
di cui al predetto articolo 32. L'Istituto invia annualmente alle Camere, entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, i rendiconti
dell'attività svolta.
54. Le disponibilità finanziarie di EFIM in liquidazione coatta amministrativa,
di Alumix Spa in liquidazione coatta amministrativa, di Efimpianti Spa in liquidazione
coatta amministrativa, depositate presso la tesoreria centrale dello Stato ai
sensi e per gli effetti dell'articolo 5, comma 7, del decreto-legge 19 dicembre
1992, n. 487, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 1993, n.
33, e successive modificazioni, e dell'articolo 156, comma 3, della legge 23
dicembre 2000, n. 388, possono essere versate al Capo X, capitolo 2368, entrate
eventuali e diverse, dello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario
2003 e corrispondente capitolo per gli anni successivi. Con decreti del Ministero
dell'economia e delle finanze Dipartimento del tesoro, sulla base delle comunicazioni
fornite dal commissario liquidatore dell'EFIM in liquidazione coatta amministrativa,
tenuto conto del fabbisogno finanziario delle suddette procedure liquidatorie,
è determinato l'ammontare delle somme da versare al Capo X dello stato
di previsione dell'entrata e le modalità di versamento.
55. La concessione di costruzione e gestione di appalti pubblici di cui all'articolo
19, comma 2, della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni,
non costituisce operazione permutativa.
56. Ai sensi dell'articolo 13, comma 3, della legge 23 dicembre 1998, n. 448,
alle aziende agricole dei comuni della Sicilia colpiti dal sisma del 12 e 16
dicembre 1990 e da successivi eventi calamitosi, per tutti i debiti contributivi
ed alle aziende industriali, per i mutui agevolati di ricerca, di cui all'articolo
4 del decreto-legge 30 agosto 1968, n. 918, convertito, con modificazioni, dalla
legge 25 ottobre 1968, n. 1089, per entrambe maturati e scaduti fino alla data
di entrata in vigore della presente legge, è concessa una sospensione
fino al 30 giugno 2003.
57. All'articolo unico della legge 27 settembre 1963, n. 1316, è aggiunto
il seguente comma: "Il venditore ha tuttavia facoltà di produrre
al competente ufficio del Pubblico registro automobilistico gli atti di cui
al primo comma entro dieci giorni dalla data in cui è stata effettuata
la prima iscrizione del veicolo a seguito della presentazione di idonea autocertificazione,
provvisoriamente sostitutiva degli atti predetti, e della contestuale corresponsione
di tutti gli importi a qualsiasi titolo dovuti; l'iscrizione è cancellata
d'ufficio se gli atti non sono prodotti nel termine".
58. Gli effetti economici dei decreti legislativi di cui all'articolo 7 della
legge 29 marzo 2001, n. 86, da adottare entro il 31 maggio 2003, sono determinati
utilizzando anche le risorse stanziate allo scopo dall'articolo 16, comma 4,
della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
59. Per fronteggiare le esigenze derivanti dalle eccezionali avversità
atmosferiche verificatesi nell'anno 2002, per le quali è intervenuta
la dichiarazione dello stato di emergenza di cui ai decreti del Presidente del
Consiglio dei ministri del 29 novembre 2002, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale
n. 288, n. 289 e n. 290, rispettivamente del 9, 10 e 11 dicembre 2002, il Dipartimento
della protezione civile provvede, con ordinanze emanate ai sensi dell'articolo
5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, d'intesa con le regioni interessate,
ed è autorizzato ad erogare contributi in favore delle regioni medesime.
A tale fine, in aggiunta alle risorse già a disposizione del Dipartimento
medesimo, è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2003
, che può essere utilizzata anche per fronteggiare ulteriori esigenze
di protezione civile. 60. Per l'anno 2003 è autorizzata la spesa di 50
milioni di euro per le esigenze di prosecuzione del programma EFA (European
Fighter Aircraft).
Art. 81.
(Misure di contenimento dell'inflazione nel mercato assicurativo)
1. Al fine di prevenire o attenuare il fenomeno dell'inflazione e in attuazione
dei principi di libera concorrenza stabiliti dal diritto comunitario e delle
disposizioni del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 175, recante attuazione
della direttiva 92/49/CEE del Consiglio, del 18 giugno 1992, e coerentemente
con le norme sul rispetto dell'obbligo a contrarre, sono o restano inapplicabili
ai rapporti in atto alla data di entrata in vigore della presente legge, o costituiti
dopo tale data, le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative
che impongono limiti alle imprese di assicurazione nella individuazione dei
parametri tariffari statisticamente significativi ai fini della costruzione
della tariffa stessa.
2. Il Ministro delle attività produttive eautorizzato ad adottare i provvedimenti
necessari per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1.
Art. 82.
(Continuità territoriale)
1. Le disposizioni di cui all'articolo 36 della legge 17 maggio 1999, n. 144,
si applicano anche alle città di Albenga, Cuneo, Taranto, Trapani, Crotone,
Bolzano, Aosta, e per le isole di Pantelleria e Lampedusa, in conformità
alle disposizioni di cui al regolamento (CEE) n. 2408/92 del Consiglio del 23
luglio 1992 nei limiti delle risorse già preordinate.
Art. 83.
(Mutui agevolati)
1. Al fine di assicurare, per l'anno 2003, il finanziamento degli interventi
a titolo di mutuo agevolato di cui ai titoli I e II del decreto legislativo
21 aprile 2000, n. 185, è concesso un contributo, limitatamente al triennio
2003-2005, pari a 10 milioni di euro per l'anno 2003, a 20 milioni di euro per
l'anno 2004 e a 45 milioni di euro per l'anno 2005, quale concorso dello Stato
a fronte degli oneri per interessi derivanti dai mutui che Sviluppo Italia Spa
può contrarre sul mercato, o derivanti dall'emissione di prestiti obbligazionari
emessi dalla medesima Sviluppo Italia.
2. Agli oneri di cui al presente articolo si provvede mediante corrispondente
riduzione della dotazione aggiuntiva di cui al comma 1 dell'articolo 61.
3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare,
anche con riferimento all'articolo 61, con propri decreti, le occorrenti variazioni
di bilancio tra le pertinenti unità previsionali di base degli stati
di previsione delle amministrazioni interessate.
Art 84.
(Privatizzazione del patrimonio immobiliare delle regioni, degli enti locali
e degli altri enti pubblici)
1. Le regioni, le province, i comuni e gli altri enti locali sono autorizzati
a costituire o a promuovere la costituzione, anche attraverso soggetti terzi,
di più società a responsabilità limitata con capitale iniziale
di 10.000 euro, aventi ad oggetto esclusivo la realizzazione di una o più
operazioni di cartolarizzazione dei proventi derivanti dalla dismissione dei
rispettivi patrimoni immobiliari.
2. Si applicano le disposizioni di cui ai commi 1, 2, 4, 6 e 7 dell'articolo
2 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni,
dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, in quanto compatibili. Ai fini delle imposte
sui redditi, ai titoli emessi dalle società di cui al comma 1 si applica
il trattamento stabilito all'articolo 6, comma 1, della legge 30 aprile 1999,
n. 130.
3. I beni immobili individuati ai sensi dei commi 1 e 2 possono essere trasferiti
a titolo oneroso alle società costituite ai sensi del comma 1 con atto
pubblico o scrittura privata autenticata, previa delibera dell'organo competente
degli enti proprietari secondo il rispettivo ordinamento. La predetta delibera
ha il contenuto previsto al comma 1 dell'articolo 3 del citato decreto-legge
n. 351 del 2001.
Gli onorari notarili relativi al trasferimento sono ridotti a un terzo.
4. L'inclusione dei beni nelle delibere di cui al comma 3 non modifica il regime
giuridico, previsto dagli articoli 823 e 829, primo comma, del codice civile,
dei beni demaniali trasferiti.
5. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui ai commi 2, 7,
9, 17, 18, secondo e terzo periodo e 19 dell'articolo 3 del citato decreto-legge
n. 351 del 2001.
6. Le disposizioni di cui ai commi da 1 a 5 si applicano anche ai beni immobili
degli enti pubblici strumentali di regioni, province, comuni ed altri enti locali
che ne facciano richiesta all'ente territoriale di riferimento, e ai beni immobili
delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere. I predetti beni
immobili sono trasferiti a titolo oneroso dagli enti proprietari ai rispettivi
enti territoriali di riferimento mediante atto pubblico o scrittura privata
autenticata. Gli onorari notarili relativi al trasferimento sono ridotti a un
terzo. Al trasferimento si applica la disposizione di cui al comma 6 dell'articolo
2 del citato decreto-legge 25 settembre 2001 n. 351.
7. Gli enti territoriali di riferimento ai quali sono trasferiti i beni immobili
ai sensi del comma 6 procedono alla realizzazione delle operazioni di cartolarizzazione
in conformità alle disposizioni del presente articolo. Il prezzo per
il trasferimento dei beni immobili è corrisposto agli enti i cui beni
costituiscono oggetto delle operazioni di trasferimento.
8. Gli enti che intendono realizzare operazioni di cartolarizzazione ai sensi
del presente articolo ne danno comunicazione preventiva al Ministero dell'economia
e delle finanze.
9. All'articolo 15, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive
modificazioni, alla fine del primo periodo sono aggiunte le seguenti parole:
"ovvero di altri crediti dello Stato e di altri enti pubblici".
10. La destinazione del ricavo delle operazioni di cartolarizzazione effettuate
ai sensi del comma 9 è stabilita con le modalità previste ai sensi
del comma 5 del citato articolo 15 della legge n. 448 del 1998.
Art. 85.
(Tutela dei prodotti tipici delle zone di montagna)
1. Al fine di tutelare l'originalità del patrimonio storico-culturale
dei territori montani, attraverso la valorizzazione dei loro prodotti protetti
con "denominazione di origine" o "indicazione geografica"
ai sensi del regolamento (CEE) n. 2081/92 del Consiglio, del 14 luglio 1992,
ed in accoglimento della raccomandazione n. 1575/2002, approvata dal Consiglio
d'Europa il 3 settembre 2002, è istituito presso il Ministero delle politiche
agricole e forestali l'Albo dei prodotti di montagna, autorizzati a fregiarsi
della menzione aggiuntiva "prodotto nella montagna" seguita dall'indicazione
geografica del territorio interessato, da attribuire, sentite le comunità
montane interessate, alle sole produzioni agroalimentari originate nei comuni
montani per quanto riguarda sia tutte le fasi di produzione e di trasformazione
sia la provenienza della materia prima.
2. Le produzioni di cui al comma 1 possono fregiarsi della menzione aggiuntiva
anche se aggregate a più vasti comprensori di consorzi di tutela.
3. L'iscrizione all'Albo di cui al comma 1 per l'uso della menzione "prodotto
nella montagna" è esente dai diritti annuali di segreteria.
4. In deroga ai requisiti previsti dall'articolo 2 della legge 30 aprile 1962,
n. 283, e successive modificazioni, e con riferimento alle strutture artigianali
destinate alla preparazione di prodotti alimentati tipici situate in comuni
montani ad alta marginalità, le regioni possono individuare i requisiti
strutturali minimi necessari per il rilascio della relativa autorizzazione,
salva comunque l'esigenza di assicurare l'igiene completa degli alimenti da
accertare con i controlli previsti dalla normativa vigente.
5. L'articolo 15 della legge 31 gennaio 1994, n. 97, è abrogato.
Art. 86
Interventi per la ricostruzione nei comuni colpiti da eventi sismici di cui
alla legge 14 maggio 1981, n. 219
1. Al fine della definitiva chiusura degli interventi infrastrutturali di cui
all'articolo 32 della legge 14 maggio 1981, n. 219, nelle aree della Campania,
Basilicata, Puglia e Calabria, è nominato, con decreto del Ministro delle
attività produttive, un commissario ad acta che provvede alla realizzazione
in regime di concessione di ogni ulteriore intervento funzionalmente necessario
al completamento del programma, le cui opere siano state già individuate
e la cui progettazione già affidata alla data del 28 febbraio 1991. Il
commissario provvede altresì alla realizzazione degli interventi resi
necessari da eventi naturali eccezionali e riferiti ad opere non ancora consegnate
in via definitiva al destinatario finale, nonché alla consegna definitiva
delle opere collaudate agli enti destinatari preposti alla relativa gestione.
2. Sono revocate le concessioni per la realizzazione di opere di viabilità,
finanziate ai sensi della legge 14 maggio 1981, n. 219, i cui lavori alla data
del 31 dicembre 2001 non abbiano conseguito significativi avanzamenti da almeno
tre anni. Il commissario di cui al comma 1, con propria determinazione, affida,
entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il completamento
della realizzazione delle opere suddette con le modalità ritenute più
vantaggiose per la pubblica amministrazione sulla base della medesima disciplina
straordinaria di cui alla legge 14 maggio 1981, n. 219, e ne cura l'esecuzione.
6 3. Il commissario, nel dare avvio alle attività di cui ai commi 1 e
2, valuta l'onere derivante dal loro completamento e ne informa il CIPE per
l'individuazione delle risorse finanziarie, d'intesa con le regioni destinatarie
degli interventi e a valere sui trasferimenti ad esse assegnati. All'onere per
il compenso del commissario e per il funzionamento della struttura di supporto
composta da personale in servizio presso il Ministero delle attività
produttive, per un massimo di 300.000 euro annui, si provvede a valere sulle
disponibilità del Ministero delle attività produttive di cui alla
contabilità speciale 1728, che saranno versate all'entrata del bilancio
dello Stato per la successiva riassegnazione allo stato di previsione del predetto
Ministero.
Art. 87.
(Banconote e monete)
1. Dopo il comma 1 dell'articolo 3 della legge 7 aprile 1997, n. 96, è
inserito il seguente: "1-bis. Le banconote in lire possono essere convertite
in euro presso le filiali della Banca d'Italia non oltre il 28 febbraio 2012".
2. Dopo il comma 1 dell'articolo 52-ter del decreto legislativo 24 giugno 1998,
n. 213, è aggiunto il seguente: "1-bis. Le monete in lire possono
essere convertite in euro presso le filiali della Banca d'Italia non oltre il
28 febbraio 2012".
3. Restano fermi i termini di prescrizione delle banconote e delle monete in
lire, di cui all'articolo 3, comma 1, della legge 7 aprile 1997, n. 96, e all'articolo
52-ter, comma 1, del citato decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, anche
ai fini della conversione in euro di cui ai commi 1 e 2.
4. Entro il 31 gennaio 2003 il Ministero dell'economia e delle finanze e la
Banca d'Italia effettueranno una stima delle banconote in lire che si prevede
non saranno presentate per la conversione in euro entro il 28 febbraio 2012.
Il 65 per cento dell'importo risultante dalla stima predetta sarà corrisposto
dalla Banca d'Italia all'erario entro il 28 febbraio 2003; fino al 25 per cento
dell'importo risultante dalla stima sarà corrisposto dalla Banca d'Italia
all'erario entro il 31 gennaio 2008, tenuto conto dell'andamento dei rimborsi
effettuati. L'importo residuo delle banconote in lire non presentate per la
conversione in euro entro il 28 febbraio 2012 sarà corrisposto dalla
Banca d'Italia all'erario entro il 31 marzo 2012. Nell'ipotesi in cui il valore
delle banconote in lire presentate per il rimborso eccedesse gli importi versati
all'erario, la Banca d'Italia provvederà alla conversione in euro utilizzando
le disponibilità del conto di cui all'articolo 4 della legge 26 novembre
1993, n. 483.
5. È autorizzata la coniazione e l'emissione di monete per collezionisti
aventi corso legale solo in Italia nei tagli da 5, 10, 20 e 50 euro. Con decreti
del Ministero dell'economia e delle finanze sono determinate le caratteristiche
tecniche ed artistiche, i contingenti e la data dalla quale le monete di cui
al presente comma avranno corso legale in Italia.
Art. 88.
(Disposizioni concernenti i consorzi agrari)
1. All'articolo 4 della legge 28 ottobre 1999, n. 410, e successive modificazioni,
il comma 2 è sostituito dal seguente: "2.
I provvedimenti di cui agli articoli 2540, 2543, 2544 e 2545 del codice civile
sono adottati dal Ministero delle attività produttive di concerto con
il Ministero delle politiche agricole e forestali, che assicura il monitoraggio
economico e finanziario sull'attività dei consorzi agrari, anche in funzione
dell'emanazione dei provvedimenti di cui al presente comma".
2. All'articolo 5 della legge 28 ottobre 1999, n. 410, è aggiunto, in
fine, il seguente comma: "7-bis. Nel caso in cui per la presentazione del
concordato ai sensi dell'articolo 214 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267,
il Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero
delle politiche agricole e forestali, abbia disposto la nomina di un commissario
ad acta in sostituzione di organi statutari del consorzio, al fine di assicurare
l'efficiente gestione del consorzio stesso e la ricostituzione ordinaria degli
organi sociali, apportando le opportune modifiche statutarie, in linea con gli
scopi anche pubblicistici assegnati ai consorzi agrari, può essere nominato,
con le modalità di cui all'articolo 4, comma 2, della presente legge
e per una durata massima di dodici mesi, un commissario con i poteri di cui
all'articolo 2543 del codice civile".
Art. 89.
(Contributo per l'acquisto o il noleggio di ricevitori per la televisione digitale
terrestre e per l'accesso o larga banda ad Internet)
1. Per l'anno 2003, in sostituzione di quanto previsto dall'articolo 22 della
legge 5 marzo 2001, n. 57, alle persone fisiche, ai pubblici esercizi e agli
alberghi che acquistano o noleggiano un apparato idoneo a consentire la ricezione
dei segnali televisivi in tecnica digitale terrestre (T-DVB) e la conseguente
interattività, è riconosciuto un contributo statale pari a 150
euro.
2. Un contributo statale pari a 75 euro è altresì riconosciuto
alle persone fisiche o giuridiche che acquistano o noleggiano o de-tengono in
comodato un apparato di utente per la trasmissione o la ricezione a larga banda
dei dati via Internet. Il contributo è corrisposto mediante uno sconto
di ammontare corrispondente, praticato sull'ammontare previsto nei contratti
di abbonamento al servizio di accesso a larga banda ad Internet, stipulati dopo
il 1 dicembre 2002.
3. Nel caso dell'acquisto, il contributo è riconosciuto immediatamente
sulle prime bollette di pagamento e fino alla concorrenza dello sconto. Nel
caso del noleggio o della detenzione in comodato, il cui contratto deve avere
durata annuale, il contributo è riconosciuto ripartendo lo sconto sulle
bollette del primo anno.
4. La concessione dei contributi previsti ai commi 1 e 2 è disposta entro
il limite di spesa di 31 milioni di euro per l'anno 2003 a valere sulle disponibilità,
utilizzabili sulla base della vigente normativa contabile, derivanti dall'autorizzazione
di spesa di cui all'articolo 22, comma 1, della legge 5 marzo 2001, n. 57.
5. Con decreto del Ministro delle comunicazioni, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze, da emanare entro sessanta giorni dalla data di
entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità
di attribuzione del contributo.
6. Con decreto del Ministro delle comunicazioni, da emanare entro trenta giorni
dalla data di entrata in vigore della presente legge, è stabilita la
disciplina dei contributi inerenti alle licenze individuali e alle autorizzazioni
generali per i servizi di telecomunicazione ad uso privato sulla base dei criteri
indicati nei commi 20 e 21 dell'articolo 6 del regolamento di cui al decreto
del Presidente della Repubblica 19 settembre 1997, n. 318.
7. Fino all'emanazione del decreto di cui al comma 6 resta ferma la disciplina
transitoria di cui al decreto del Ministro delle comunicazioni 30 gennaio 2002,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 32 del 7 febbraio 2002.
Art. 90.
(Disposizioni per l'attività sportiva dilettantistica)
1. Le disposizioni della legge 16 dicembre 1991, n. 398, e successive modificazioni,
e le altre disposizioni tributarie riguardanti le associazioni sportive dilettantistiche
si applicano anche alle società sportive dilettantistiche costituite
in società di capitali senza fine di lucro.
2. A decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore
della presente legge, l'importo fissato dall'articolo 1, comma 1, della legge
16 dicembre 1991, n. 398, come sostituito dall'articolo 25 della legge 13 maggio
1999, n. 133, e successive modificazioni, è elevato a 250.000 euro.
3. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 81, comma 1, lettera m), è aggiunto, in fine, il seguente
periodo: "Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione
coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale di natura non
professionale resi in favore di società e associazioni sportive dilettantistiche.";
b) all'articolo 83, comma 2, le parole: "a lire 10.000.000" sono sostituite
dalle seguenti: "a 7.500 euro".
4. Il CONI, le Federazioni sportive nazionali e gli enti di promozione sportiva
riconosciuti dal CONI non sono obbligati ad operare la ritenuta del 4 per cento
a titolo di acconto sui contributi erogati alle società e associazioni
sportive dilettantistiche, stabilita dall'articolo 28, secondo comma, del decreto
del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
5. Gli atti costitutivi e di trasformazione delle società e associazioni
sportive dilettantistiche, nonché delle Federazioni sportive e degli
enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI direttamente connessi allo
svolgimento dell'attività sportiva, sono soggetti all'imposta di registro
in misura fissa.
6. Al n. 27-bis della tabella di cui all'allegato 8 annesso al decreto del Presidente
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, sono aggiunte, in fine, le seguenti
parole: "e dalle federazioni sportive ed enti di promozione sportiva riconosciuti
dal CONI".
7. All'articolo 13-bis, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 641, dopo le parole: "organizzazioni non lucrative
di utilità sociale (ONLUS)" sono inserite le seguenti:
"e le società e associazioni sportive dilettantistiche".
8. Il corrispettivo in denaro o in natura in favore di società, associazioni
sportive dilettantistiche e fondazioni costituite da istituzioni scolastiche,
nonché di associazioni sportive scolastiche che svolgono attività
nei settori giovanili riconosciuta dalle Federazioni sportive nazionali o da
enti di promozione sportiva costituisce, per il soggetto erogante, fino ad un
importo annuo complessivamente non superiore a 200.000 euro, spesa di pubblicità,
volta alla promozione dell'immagine o dei prodotti del soggetto erogante mediante
una specifica attività del beneficiario, ai sensi dell'articolo 74, comma
2, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
9. Al testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 13-bis, comma 1, la lettera i-ter) è sostituita dalla
seguente: "i-ter) le erogazioni liberali in denaro per un importo complessivo
in ciascun periodo d'imposta non superiore a 1.500 euro, in favore delle società
e associazioni sportive dilettantistiche, a condizione che il versamento di
tali erogazioni sia eseguito tramite banca o ufficio postale ovvero secondo
altre modalità stabilite con decreto del Ministro dell'economia e delle
finanze, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto
1988, n. 400";
b) all'articolo 65, comma 2, la lettera c-octies) è abrogata.
10. All'articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446,
le parole: "delle indennità e dei rimborsi di cui all'articolo 81,
comma 1, lettera m), del citato testo unico delle imposte sui redditi"
sono soppresse.
11. All'articolo 111-bis, comma 4, del testo unico delle imposte sui redditi,
di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,
sono aggiunte, in fine, le seguenti parole:
"ed alle associazioni sportive dilettantistiche".
12. Presso l'istituto per il credito sportivo è istituito il Fondo di
garanzia per la fornitura di garanzia sussidiaria a quella ipotecaria per i
mutui relativi alla costruzione, all'ampliamento, all'attrezzatura, al miglioramento
o all'acquisto di impianti sportivi, ivi compresa l'acquisizione delle relative
aree da parte di società o associazioni sportive dilettantistiche con
personalità giuridica.
13. Il Fondo è disciplinato con apposito regolamento adottato, ai sensi
dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro
per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro dell'economia
e delle finanze, previa deliberazione del Consiglio nazionale del CONI. Il regolamento
disciplina, in particolare, le forme di intervento del Fondo in relazione all'entità
del finanziamento e al tipo di impianto.
14. Il Fondo è gestito e amministrato a titolo gratuito dall'istituto
per il credito sportivo.
15. La garanzia prestata dal Fondo è di natura sussidiaria, si esplica
nei limiti e con le modalità stabiliti dal regolamento di cui al comma
13 e opera entro i limiti delle disponibilità del Fondo.
16. La dotazione finanziaria del Fondo è costituita dall'importo annuale
acquisito dal fondo speciale di cui all' articolo 5 della legge 24 dicembre
1957, n. 1295, e successive modificazioni, dei premi riservati al CONI a norma
dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496, colpiti da decadenza.
17. Le società e associazioni sportive dilettantistiche devono indicare
nella denominazione sociale la finalità sportiva e la ragione o la denominazione
sociale dilettantistica e possono assumere una delle seguenti forme:
a) associazione sportiva priva di personalità giuridica disciplinata
dagli articoli 36 e seguenti del codice civile;
b) associazione sportiva con personalità giuridica di diritto privato
ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10
febbraio 2000, n. 361;
c) società sportiva di capitali costituita secondo le disposizioni vigenti,
ad eccezione di quelle che prevedono le finalità di lucro.
18. Con uno o più regolamenti, emanati ai sensi dell'articolo 17, comma
2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, nel rispetto delle disposizioni dell'ordinamento
generale e dell'ordinamento sportivo, secondo i seguenti principi generali,
sono individuati:
a) i contenuti dello statuto e dell'atto costitutivo delle società e
delle associazioni sportive dilettantistiche, con particolare riferimento a:
1) assenza di fini di lucro;
2) rispetto del principio di democrazia interna;
3) organizzazione di attività sportive dilettantistiche, compresa l'attività
didattica per l'avvio, l'aggiornamento e il perfezionamento nelle attività
sportive;
4) disciplina del divieto per gli amministratori di ricoprire cariche sociali
in altre società e associazioni sportive nell'ambito della medesima disciplina;
5) gratuità degli incarichi degli amministratori;
6) devoluzione ai fini sportivi del patrimonio in caso di scioglimento delle
società e delle associazioni;
7) obbligo di conformarsi alle norme e alle direttive del CONI nonché
agli statuti e ai regolamenti delle Federazioni sportive nazionali o dell'ente
di promozione sportiva cui la società o l'associazione intende affiliarsi;
b) le modalità di approvazione dello statuto, di riconoscimento ai fini
sportivi e di affiliazione ad una o più Federazioni sportive nazionali
del CONI o alle discipline sportive associate o a uno degli enti di promozione
sportiva riconosciuti dal CONI, anche su base regionale;
c) i provvedimenti da adottare in caso di irregolare funzionamento o di gravi
irregolarità di gestione o di gravi infrazioni all'ordinamento sportivo.
19. Sono fatte salve le disposizioni relative ai gruppi sportivi delle Forze
armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, di
cui all'articolo 6, comma 4, della legge 31 marzo 2000, n. 78, firmatari di
apposite convenzioni con il CONI.
20. Presso il CONI è istituito, anche in forma telematica e senza oneri
aggiuntivi per il bilancio dello Stato, il registro delle società e delle
associazioni sportive dilettantistiche distinto nelle seguenti tre sezioni:
a) associazioni sportive dilettantistiche senza personalità giuridica;
b) associazioni sportive dilettantistiche con personalità giuridica;
c) società sportive dilettantistiche costituite nella forma di società
di capitali.
21. Le modalità di tenuta del registro di cui al comma 20, nonché
le procedure di verifica, la notifica delle variazioni dei dati e l'eventuale
cancellazione sono disciplinate da apposita delibera del Consiglio nazionale
del CONI, che è trasmessa al Ministero vigilante ai sensi dell'articolo
1, comma 3, della legge 31 gennaio 1992, n. 138.
22. Per accedere ai contributi pubblici di qualsiasi natura, le società
e le associazioni sportive dilettantistiche devono dimostrare l'avvenuta iscrizione
nel registro di cui al comma 20.
23. I dipendenti pubblici possono prestare la propria attività, nell'ambito
delle società e associazioni sportive dilettantistiche, fuori dall'orario
di lavoro, purché a titolo gratuito e fatti salvi gli obblighi di servizio,
previa comunicazione all'amministrazione di appartenenza. Ai medesimi soggetti
possono essere riconosciuti esclusivamente le indennità e i rimborsi
di cui all'articolo 81, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986,
n. 917.
24. L'uso degli impianti sportivi in esercizio da parte degli enti locali territoriali
è aperto a tutti i cittadini e deve essere garantito, sulla base di criteri
obiettivi, a tutte le società e associazioni sportive.
25. Ai fini del conseguimento degli obiettivi di cu all'articolo 29 della presente
legge, nei casi in cui l'ente pubblico territoriale non intenda gestire direttamente
gli impianti sportivi, la gestione è affidata in via preferenziale a
società e associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione
sportiva, discipline sportive associate e Federazioni sportive nazionali, sulla
base di convenzioni che ne stabiliscono i criteri d'uso e previa determinazione
di criteri generali e obiettivi per l'individuazione dei soggetti affidatari.
Le regioni disciplinano, con propria legge, le modalità di affidamento.
26. Le palestre, le aree di gioco e gli impianti sportivi scolastici, compatibilmente
con le esigenze dell'attività didattica e delle attività sportive
della scuola, comprese quelle extracurriculari ai sensi del regolamento di cui
al decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1996, n. 567, devono essere
posti a disposizione di società e associazioni sportive dilettantistiche
aventi sede nel medesimo comune in cui ha sede l'istituto scolastico o in comuni
confinanti.
Art. 91.
(Asili nido nei luoghi di lavoro)
1. Al fine di assicurare un'adeguata assistenza familiare alle lavoratrici e
ai lavoratori dipendenti con prole, è istituito dall'anno 2003 il Fondo
di rotazione per il finanziamento dei datori di lavoro che realizzano, nei luoghi
di lavoro, servizi di asilo nido e micro-nidi, di cui all'articolo 70 della
legge 28 dicembre 2001, n. 448.
2. Ai fini dell'ammissione al finanziamento, i datori di lavoro presentano apposita
domanda al Ministero del lavoro e delle politiche sociali contenente le seguenti
indicazioni:
a) stima dei tempi di realizzazione delle opere ammesse al finanziamento;
b) entità del finanziamento richiesto, in valore assoluto e in percentuale
del costo di progettazione dell'opera;
c) stima del costo di esecuzione dell'opera.
3. Il prospetto contenente le informazioni di cui al comma 2 e le relative modalità
di trasmissione sono definiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche
sociali da emanare entro il 31 marzo 2003. In caso di ingiustificati ritardi
o gravi irregolarità nell'impiego del contributo, il finanziamento è
revocato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
4. I criteri per la concessione dei finanziamenti sono determinati con decreto
del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze e con il Ministro per le pari opportunità,
entro il 31 marzo 2003, tenendo conto in ogni caso dei seguenti principi:
a) il tasso di interesse da applicare alle somme rimborsate è determinato
in misura non inferiore allo 0,50 per cento annuo;
b) i finanziamenti devono essere rimborsati al cinquanta per cento mediante
un piano di ammortamento di durata non superiore a sette anni, articolato in
rate semestrali posticipate corrisposte a decorrere dal terzo anno successivo
a quello di effettiva erogazione delle risorse;
c) equa distribuzione territoriale dei finanziamenti.
5. Per l'anno 2003, nell'ambito delle risorse stanziate sul Fondo nazionale
per le politiche sociali a sostegno delle politiche in favore delle famiglie
di cui all'articolo 46, comma 2, e nel limite massimo di 10 milioni di euro,
sono preordinate le risorse da destinare per la costituzione del Fondo di rotazione
di cui al comma
1. Per gli anni successivi, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche
sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è
determinata la quota da attribuire al predetto Fondo di rotazione nell'ambito
del menzionato Fondo nazionale per le politiche sociali.
6. Il comma 6 dell'articolo 70 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, si interpreta
nel senso che la deduzione relativa alle spese di partecipazione alla gestione
dei nidi e dei micro-nidi nei luoghi di lavoro, prevista per i genitori e i
datori di lavoro, si applica con riferimento ai nidi e ai micro-nidi gestiti
sia dai comuni sia dai datori di lavoro. Dalle disposizioni di cui al periodo
precedente non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
dello Stato.
Art. 92.
(Esenzioni a favore dei centri sociali per anziani)
1. I centri sociali per anziani gestiti dai soggetti e per le finalità
di cui al comma 2, nelle cui strutture ricettive siano installati apparecchi
radioriceventi destinati all'ascolto collettivo, sono esentati dal pagamento
del canone annuo di abbonamento alle radiodiffusioni. I medesimi centri sono
altresì esentati dal pagamento dell'imposta sugli intrattenimenti di
cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, per
lo svolgimento delle attività indicate nella tariffa allegata al citato
decreto del Presidente della Repubblica n. 640 del 1972, e successive modificazioni,
svolte occasionalmente e in attuazione delle finalità di cui al comma
2 del presente articolo.
2. L'esenzione di cui al comma 1 è concessa ai centri sociali per anziani
gestiti da ONLUS, da associazioni o enti di promozione sociale, da fondazioni
o enti di patronato, da organizzazioni di volontariato nonché da altri
soggetti, pubblici o privati, le cui finalità rientrino nei principi
generali del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsto dalla
legge 8 novembre 2000, n. 328, e in particolare siano volte alla socializzazione
ed all'integrazione delle persone anziane.
3. La richiesta di esenzione ai sensi del comma 1, primo periodo, è presentata
dai soggetti legalmente responsabili dei centri per anziani all'Ufficio registro
abbonamento radio e TV (URAR-TV) di Torino, e deve riportare la documentazione
attestante il possesso dei requisiti di cui al comma 2. La richiesta di esenzione
ai sensi del comma 1, secondo periodo, è presentata, prima dell'inizio
di ciascuna manifestazione, all'ufficio accertatore territorialmente competente.
4. Per l'attuazione del presente articolo eistituito un apposito fondo che costituisce
limite di spesa. Tale fondo è definito in 300.000 euro annui.